Il Diavolo Veste Prada: quella volta che Emily Blunt difese Anne Hathaway dagli haters
Dopo aver vinto il Premio Oscar per Les Miserables, Anne Hathaway fu bersaglio di aspre ed ingiuste critiche da parte del popolo del web. Emily Blunt, sua co-star ne Il Diavolo veste Prada, si espose pubblicamente in favore dell'attrice, mettendo a tacere le pessime dicerie sul suo conto.

La notizia che ha dominato la settimana è una: il sequel de Il Diavolo Veste Prada si farà e Meryl Streep tornerà a vestire gli impeccabili panni di Miranda Priestly. Sembra confermato anche il comeback di Emily Blunt, che ha interpretato l'assistente stakanovista Emily. La curiosità che andiamo a svelare riguarda proprio il legame tra la star di Oppenheimer e Anne Hathaway, che nel film del 2006 ha prestato il volto alla protagonista Andy Sachs.
Prima, però, è necessario fare un salto in avanti. Precisamente a quando la Hathaway vinse il Premio Oscar (ma anche il Golden Globe, il BAFTA e lo Screen Actor Guild Award) per l'interpretazione della sventurata Fantine in Les Miserables di Tom Hooper (2012). L'attrice ha un rapporto controverso con il ruolo che le è valso il più prestigioso riconoscimento cinematografico. Quel che è peggio, tuttavia, è che, dopo la vittoria, la diva è finita al centro di una bufera mediatica.
Il web, infatti, fu impietoso con l'attrice, dando il via ad uno spregevole fenomeno ribattezzato HathaHate. La ragione? Il suo approccio al lavoro, giudicato troppo rigoroso. La etichettarono come una figura tossica all'interno dell'industria cinematografica, ma non solo. Fu accusata di prendere troppo seriamente la vita professionale, di essere eccessivamente proiettata verso successo e di non esser stata riconoscente per l'Oscar.
Nel 2017, intervistata da The Guardian, l'attrice ha spiegato cosa c'era dietro quel sorriso forzato, sfoggiato al momento di ritirare l'ambita statuetta.
Mi sentivo molto a disagio. Ho perso la testa facendo quel film e non mi ero ancora rimessa in sesto. Dovevo stare in piedi di fronte alle persone e provare qualcosa che non provavo, ovvero una felicità incondizionata. È una cosa ovvia, vinci un Oscar e dovresti essere felice. Io non mi sentivo così. Mi sentivo in colpa per essere lì in piedi con un abito che costava più di quanto alcune persone vedranno nella loro vita. E per aver vinto un premio per aver rappresentato un dolore che sembrava ancora parte della nostra esperienza collettiva come esseri umani. Ho provato a fingere di essere felice e sono stata beccata, alla grande.
Peccato che l'ottuso popolo dei social abbia interpretato il tutto come ingratitudine, invece che come un'autentica espressione di disagio.
Emily Blunt ha difeso Anne Hathaway
Ricordando quella fase così difficile della carriera dell'amica, Emily Blunt si è esposta in prima persona per smentire le ingiuste illazioni del web. Durante le riprese de Il Diavolo Veste Prada le due hanno avuto modo di conoscersi ed instaurare un bel rapporto di amicizia. Il film di David Frankel, del resto, lanciò a tutti gli effetti la carriera della Blunt, pertanto la star inglese è molto affezionata tanto alla pellicola che alle co-star.
Nel 2023, durante un'intervista di coppia con la Hathaway per Variety, Blunt ha ricordato i suoi primi giorni sul set della commedia cult. Lei era poco più che una novellina, mentre Anne cominciava a diventare un volto noto di Hollywood. Emily si aspettava che le star veterane l'avrebbero fatta sentire inadeguata o, comunque, inesperta. Invece accadde l'esatto contrario.
Ero così inesperta quando mi sono trovato in quella situazione. E tu sei stata come l'abbraccio più caldo. Anche se a quel tempo eri una colossale star del cinema, mi hai trattato come una tua pari. Sei una delle persone che conosco da più tempo. Ci conosciamo da 18 anni.
Altro che diva altezzosa e personalità 'tossica'. La protagonista di Interstellar è stata molto vicina alla Blunt, allora meno avvezza ai set cinematografici. L'ha guidata con umiltà ed empatia e questo la star di Mary Poppins Returns non l'ha mai dimenticato. Non a caso, dopo quasi un ventennio, l'affetto che le lega è rimasto immutato.