Film Fantascienza

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Film Fantascienza


Il cinema è sì un'arte, ma è stato anche la prima, tra le arti, con la fotografia, ad aver abbracciato pienamente la sua natura tecnica e industriale. E di conseguenza, non sorprende che se il cinema, fin dalle sue origini, è stato scienza (con i Lumière), è stato subito anche fantascienza (con Méliès).

Alle vedute degli inventori del cinematografo, immagini del mondo vicino e lontano, ma ripreso così com'era, naturalisticamente, anche quando la messa in scena era artefatta e costruita, Georges Méliès (che non a caso è considerato il secondo padre del cinema dopo i due fratelli lionesi) ha contrapposto un uso del cinema mirato a raccontare storie e mondi diversi da quelli della realtà. Méliès è quello che, con il cinema ci porta sulla Luna: Méliès è il padre del fantascienza, un genere antico quindi quanto il cinema stesso.

In realtà, con i suoi riferimenti alla letteratura di Jules Verne, e a una costruzione formale basata su trucchi ottici, il cinema di Méliés e di molti suoi contemporanei verrebbe definito oggi cinema fantastico, più che cinema di fantascienza. E fino quasi all'inizio degli anni Cinquanta, la distinzione tra i due generi praticamente non esisteva.
Se il primo film di fantascienza è Viaggio nella Luna (1902), il primo dell'epoca post-pionieristica di Méliès e soci è senza dubbio Metropolis, diretto nel 1927 da Fritz Lang a partire da un copione di sua moglie, la scrittrice Thea von Harbou: considerato uno dei film più importanti di tutta la storia del cinema, questo racconto di una lotta di classe futuristica ambientato in una metropoli del 2026, con la sua iconica donna robot e tutto il resto è diventato un riferimento estetico e narrativo per tutta la fantascienza a venire.
Se Lang bisserà con la fantascienza nel 1928 con Una donna nella luna, riproponendo quindi come Méliès il tema del viaggio nello Spazio, per tutti gli anni Trenta e i Quaranta la fantascienza procede ancora camuffata da cinema fantastico; ma sono comunque gli anni in cui si vanno delineando figure caratteristiche del genere come quella dello scienziato pazzo, che appare in film come Il gabinetto del dottor Caligari, Il dottor Mabuse, e L'isola delle anime perdute e L'uomo invisibile, entrambi tratti da romanzi di H.G. Wells, uno dei padri della fantascienza letteraria. Senza dimenticare, all'alba degli anni Quaranta, il Dr. Cyclops diretto dal Ernest B. Schoedsack.
Degli anni Trenta sono poi i primi esempi di film catastrofico/fantastici, come La fine del mondo. Ma, come abbiamo detto, è solo negli anni Cinquanta, con la fine della II Guerra Mondiale e le sue distruzioni reali, e con la paura del nucleare e la paranoia della Guerra Fredda, che la fantascienza cinematografica prende piena coscienza di sé e inizia ad assumere la forma con la quale, pur attraverso passaggi e trasformazioni, è arrivata fino a oggi.
La Bomba, la paura dell'arrivo dello spauracchio sovietico (o, per il blocco comunista, della vittoria globale del capitalismo), il progresso scientifico che rende possibile e a portata di mano per l'uomo superare i confini dell'atmosfera e l'esplorazione dello spazio spalancano le porte dei cinema a film che parlano di alieni e guerre spaziali, e che nascondono sotto il loro tessuto spettacolare le pulsioni, i desideri e le paure dell'immaginario collettivo.

Sono gli anni di film come Ultimatum alla Terra, La cosa da un altro mondo, Quando i mondi si scontrano, ma anche La guerra dei mondi, Il pianeta proibito e L'invasione degli ultracorpi; di un cinema che non dimentica la lezione di Verne (20.000 leghe sotto i mani e Viaggio al centro della terra) e che la declina con i nuovi mezzi a disposizione del cinema.
Con gli alieni, a minacciare il pianeta negli anni Cinquanta ci sono anche mostri giganteschi come Godzilla, o come le formiche giganti di Assalto alla Terra!, o i ragni di Tarantola, ma anche le colpe dell'uomo (come in The Incredible Shrinking Man o L'esperimento del dottor K.).
La natura popolare del cinema di fantascienza degli anni Cinquanta viene ammantata, nel decennio successivo, di spessori e intellettualismi autoriali che negli anni Sessanta prendono il sopravvento nel mondo del cinema e elaborano sullo schermo le tensioni sociali e le spinte al cambiamenti di quel periodo.
Dopo film "di passaggio" come Il villaggio dei dannati o L'invasione dei mostri verdi, la politica entra nella fantascienza, assieme ai fantasmi di Orwell e Ray Bradbury: nascono così film come Alphaville di Godard e Fahrenheit 451 di Truffaut, ma anche Je t'aime, je t'aime - Anatomia di un suicidio di Resnais, ispirato da La Jetée di Chris Marker, come lo sarà poi L'esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam, fino a Il pianeta delle scimmie, del 1968.
Assieme alla politica, nella fantascienza entra anche la nascente estetica pop, come testimoniamo titoli come La decima vittima di Petri o Barbarella di Vadim, ma un certo classicismo a-la-Verne sopravvive nel celebre Viaggio allucinante, che verrà poi rifatto negli anni Ottanta come commedia da Joe Dante in Salto nel buio.

Se il decennio viene chiuso con una vera e propria pietra miliare del genere e del cinema tutto come 2001: Odissea nello spazio, che supera la politica in senso stretto e guarda alla filosofia e all'esistenzialismo, gli anni Settanta saranno ancora più politicizzati, e cupi, dei Sessanta. Sono gli anni del post-apocalittico, delle distopie, di film come 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra, Andromeda, 2022: i sopravvissuti, Il mondo dei robot, Zardoz, La fuga di Logan. Alla politica torna ancora anche Kubrick, che dopo 2001 firma il distopico Arancia Meccanica, mentre in Unione Sovietica, con Solaris e Stalker, Andrej Tarkovskij si riaggancia proprio al film dell'inglese del 1968.
Dalla metà degli anni Settanta si fa avanti una nuova generazione di registi che con la fantascienza avrà uno stretto rapporto e che cambierà ancora una volta il volto di questo genere: primo fra tutti, ovviamente, George Lucas, che dopo il distopico L'uomo che fuggì dal futuro inaugura nel 1977, con Guerre Stellari, la saga più popolare della storia del cinema, con cui la fantascienza è oramai strettamente identificata, nonostante dentro Star Wars siano grandissime le influenze di altri generi come il western e il fantasy. Sempre nel 1977 Steven Spielberg dirige un'altra pietra miliare come Incontri ravvicinati del terzo tipo, che apre la porta del cinema agli alieni "buoni", come poi con il successivo E.T..
Nonostante Spielberg, alla fine dei Settanta c'è ancora spazio per una fantascienza ansiogena e tutt'altro che favolistica, come testimoniano film come Terrore dallo spazio profondo, Capricorn One e, sopratutto, un altro film che - ibridando la fantascienza con l'horror - darà inizio a un'altra saga di grande successo: Alien di Ridley Scott.
Visto il successo di Guerre Stellari, anche la Disney si cimenta col genere e nel 1979 vara lo sfortunato The Black Hole - Il buco nero, mentre è Dino De Laurentiis a inaugurare gli anni Ottanta con il non tanto più fortunato Flash Gordon.

Gli Ottanta sono un decennio molto ricco per quanto riguarda il cinema di fantascienza, che assume forme e sfumature spesso molto diverse tra loro. Gli strascichi di una Guerra Fredda destinata a finire si manifestano con film come The Day After ma anche Wargames - Giochi di guerra, che parla della nascente tecnologia digitale: un digitale che sarà anche alla base del movimento cyberpunk, che vede nel Blade Runner di Scott, nel 1982, il capostipite cinematografico e che proseguirà negli anni successivi con film come gli anime Akira e Ghost in the Shell, o come il Johnny Mnemonic interpretato da Keanu Reeves.
La fantascienza anni Ottanta può rifarsi ai classici e flirtare con l'horror, come in La cosa di John Carpenter; può ibridarsi con il popolarissimo cinema d'azione in Terminator di James Cameron, Robocop di Paul Verhoeven, o Predator di John McTiernan; può farsi post-apocalittica come nella serie di Mad Max che lancia Mel Gibson o nel 1997: Fuga da New York dello stesso John Carpenter; può avvicinarsi alla commedia nel caso di Ghostbusters o Ritorno al Futuro; avere protagonisti ragazzini come in Explorers di Joe Dante e Navigator; raccontare l'emergente mondo dei videogame nel disneyano Tron o in Giochi stellari.
Perfino David Lynch si cimenta nel genere adattando, con Dune, il romanzo di Frank Herbert, mentre Terry Gilliam omaggia per l'ennesima volta Orwell con Brazil.
Negli anni Novanta caratterizzati dall'esplosione degli effetti speciali digitali, i film di fantascienza puntano forte sulla spettacolarità in chiave grandiosa: è il caso dei Jurassic Park di Spielberg, ma anche di Armageddon di Michael Bay o di Stargate e Independence Day di Roland Emmerich.
Ad aprire il decennio è stato però Atto di forza, nel quale Verhoeven adatta Philip K. Dick (sarà poi il turno di Heinlein con Starship Troopers), e una via più sottile ed esistenzialista al genere, che riflette anche sul presente, viene battuta da Andrew Niccol in Gattaca e The Truman Show da Peter Weir. Gli alieni non passano comunque di moda: e anzi Tim Burton, con Mars Attacks! li ripresenta in chiave ironica e fifties, mentre decisamente più filosofico è il Zemeckis di Contact.
Su una realtà sempre più "virtuale" riflettono David Cronenberg cone eXistenZ e Gabriele Salvatores con Nirvana, mentre Kathryn Bigelow mescola quelle riflessioni col noir nell'acclamato Strange Days.
Ma il film che porterà al parossismo questi ragionamenti arriva nel 1999 e sarà un nuovo punto di svolta nella fantascienza in generale e nel cyberpunk in particolare: il film è Matrix, degli allora fratelli Wachowski, che avrà due sequel.

Così, con Matrix e la sua legacy, entriamo in quegli anni Duemila che solo qualche decennio prima erano il futuro, la fantascienza.
A dominare il panorama sci-fi di questo primo squarcio di Terzo Millennio sono principalmente sequel e reboot, proseguimenti di saghe e via dicendo: da Star Wars, rilanciata da Episodio VII e dagli spin-off come Rogue One, ai nuovi Terminator, passando per nuovi Predator (anche in versione cross-over: i due Alien vs Predator) e rifacimenti di classici come Ultimatum alla Terra, La cosa e Solaris; ma anche la rinnovata serie del Pianeta delle scimmie, che dopo lo sfortunato remake di Tim Burton ha trovato la sua strada grazie a registi come Rupert Wyatt e Matt Reeves, e quella di Alien ripresa in mano da Ridley Scott.
Tra gli adattamenti più o meno espliciti troviamo lo Spielberg di A.I. e Minority Report (Pinocchio e Dick), Io, Robot di Alex Proyas (Asimov), V per Vendetta di John McTigue (Alan Moore). E se Avatar di James Cameron è il film originale più significativo, e ambizioso, dei primi anni Duemila, da citare sono anche titoli come Signs di M. Night Shyamalan e Pitch Black, il film indipendente che ha lanciato la stella di Vin Diesel.
Con il tornare d'attualità delle missioni spaziali, con l'ipotesi concreta di viaggi su Marte e la scoperta di nuovi sistemi solari, il cinema di fantascienza dei nostri giorni è poi tornato ad occuparsi dello spazio e della possibilità di vita aliena: tra i titoli più significativi Gravity di Alfonso Cuaron, Sopravvissuto - The Martian di Ridley Scott, Interstellar di Christopher Nolan e Arrival di Denis Villeneuve, oltre al Life che torna, come in Alien, a mescolare la fantascienza con l'horror.

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