Luca, Enrico Casarosa: "Il mio film per apprezzare la meraviglia del reale", la nostra intervista
Abbiamo parlato con il regista Enrico Casarosa di Luca, ultima fatica di casa Pixar, già disponibile in streaming su Disney+ per tutti gli abbonati.

Ora che Luca della Pixar è disponibile in streaming su Disney+ per tutti gli abbonati, si possono a maggior ragione apprezzare le parole che il suo regista Enrico Casarosa (genovese e cittadino del mondo), ci ha regalato in conferenza stampa e nell'intervista video che trovate qui embeddata.
Luca e gli elementi autobiografici di Enrico Casarosa
Cosa c'è di Enrico nella storia di due giovani mostri marini, Luca e Alberto, che nell'immaginaria Portorosso alle Cinque Terre lasciano gli abissi per spacciarsi bambini in una meravigliosa estate? "Luca nasce da me, porto il mare dentro, volevo esaltarlo e raccontare la mia infanzia, c'è sicuramente un sentimento nostalgico". È però una nostalgia filtrata da un processo creativo meticoloso ma non rigido, aperto alle associazioni mentali, come l'uso di alcune hit di Gianni Morandi o del "Gatto e la Volpe" di Edoardo Bennato nella colonna sonora. "Quella canzone mi piaceva perché dà l'idea di una complicità, anche se il Gatto e la Volpe non sono Luca e Alberto, si potrebbe dire che Alberto da solo sia il Gatto e la Volpe insieme, che rappresenti una sorta di Lucignolo meno cattivo per Luca. Ci sono delle eccezioni temporali in colonna sonora: se avessi voluto davvero raccontare la mia infazia, avrei dovuto scegliere Vamos a la playa!"
Nel film c'è il tormentone di "Silenzio, Bruno!", il mantra con cui i personaggi identificano tramite un nome comune le loro paure e le zittiscono. Casarosa ci spiega quanto sia importante nella vita saper tenere a bada questi timori che inibiscono, e lui stesso ammette che, durante una lavorazione che nell'ultimo anno si è fatta sempre più difficoltosa a causa della pandemia, ci sono stati molti "Bruni" da silenziare... per lui e per il resto del team alla Pixar.
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Qualcuno ha letto il legame tra Luca e Alberto come un ritratto compatibile con i temi LGBTQ+ che attraversano Hollywood e la società oggi. Enrico non aveva quell'intenzione, ma è chiaro che le letture di una fiaba possano essere molteplici: "La mia esperienza non è stata quella, però il film parla comunque dell'accettarsi e del sentirsi diversi. C'è anche il tema della paura che differenti comunità provano una per l'altra, e la curiosità di Luca è la risposta a tutto questo. È bene ricordare che non tutti nella vita ti accetteranno, devi saperti rialzare se cadi, ma è importante circondarti di chi ti sa apprezzare."
Casarosa sminuisce gli avvicinamenti di Luca alla Sirenetta, ma invece conferma con entusiasmo quelli all'immaginario di Hayao Miyazaki: "Mi piace il suo modo di raccontare i bambini e mi piace la sua capacità di trasmettere la meraviglia. E per apprezzare la meraviglia del reale è perfetta quest'idea di... uscire dall'acqua e guardare cosa c'è."
Come paragona quest'esperienza alla regia del corto La Luna del 2011, nomination all'Oscar, peraltro citato nella fascinazione del protagonista per un'astronomia quasi fatata? "Un corto è una poesia, un film è un romanzo, devi collaborare con gli altri, cresce mano a mano in 4-5 anni..."
SPOILER: Quali sono le sequenze che l'hanno commosso di più, a film finito? Casarosa ammette che è difficile prendere le distanze da scene che si sono dissezionate, viste, riviste e rifatte mille volte, però confessa di commuoversi quando Luca alza la testa e affronta la temuta discesa, e quando Luca lascia Portorosso nel finale. Sono i "punch in the heart", i "cazzotti nel cuore": alla Pixar li chiamano così... e non fanno prigionieri!
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