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Attore. Figlio di un ispettore di una società di assicurazioni, durante l'infanzia si trasferisce da una città all'altra a causa del lavoro del padre. Nel 1936 torna a Cremona con la famiglia, a quattordici anni va a lavorare come operaio in una fabbrica di salumi e nel tempo libero si dedica alla recitazione in una filodrammatica del dopolavoro aziendale. Chiamato alle armi durante la II Guerra Mondiale, dopo l'8 Settembre torna nella sua città natale e trova lavoro come archivista. Il lavoro però dura poco perché Tognazzi ha il teatro nel sangue (a soli quattro anni aveva debuttato al teatro Donizetti di Bergamo e durante il servizio militare organizzava spettacoli di varietà) e così nel 1945 si trasferisce a Milano. Partecipa con successo ad una serata per dilettanti al Teatro Puccini e viene scelto per la compagnia teatrale di Wanda Osiris. Nel 1951 conosce Raimondo Vianello e i due formano una coppia comica che dal 1954 al 1960 lavora nella Rai Tv appena nata. Insieme sono il punto di forza del varietà televisivo di Garinei e Giovannini "Un due, tre" e diventano famosi ma verranno poi allontanati per aver preso in giro, anche se con molto garbo, con uno scketch il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, caduto dalla sedia durante uno spettacolo al Teatro dell'Opera di Roma. Al cinema Ugo esordisce nel 1950 con "I cadetti di Guascogna" di Mario Mattoli accanto a Walter Chiari e fino al 1961 interpreta ben 38 film. Nel 1961, tra l'altro, interpreta con successo il film "Il federale" di Luciano Salce ed esordisce dietro la macchina da presa con il film "Il mantenuto" da lui anche interpretato. La sua carriera ha un'accelerazione qualitativa per cui l'anno seguente si rompe il sodalizio artistico con Raimondo Vianello, ma i due resteranno sempre ottimi amici. Lavora per registi come Marco Ferreri ("L'ape regina", 1963; "La donna scimmia", 1964; "Marcia nuziale", 1966; "La grande abbuffata", 1973) e Dino Risi ("I mostri", 1963; "Straziami ma di baci saziami", 1968) e dà vita alle due fortunate serie di "Amici miei" (1975-1985) e "Il Vizietto" (1978 - 1985). La sua comicità originale e ambigua lo porta ad essere uno degli interpreti storici della commedia all'italiana ma dà ottime prove anche quando si cimenta in ruoli più seri e drammatici come in "La tragedia di un uomo ridicolo" (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli vale la Palma d'oro come miglior attore al Festival di Cannes. La sua ricca e ingarbugliata vita sentimentale ha fatto la fortuna dei rotocalchi rosa. Dalla relazione con la ballerina Pat O'Hara, nasce il figlio Ricky (che si afferma come attore e regista), dopo alcuni flirts con belle straniere (le attrici francesi Helène Chanel e Caprice Chantal) nel 1963 sposa l'attrice norvegese Margaretha Robsham da cui ha un altro figlio, Thomas (anche lui diviene regista) che però la madre porta con sé quando alla rottura del rapporto torna nel suo paese natale. Il matrimonio infatti dura pochi mesi perché nel frattempo l'attore conosce Franca Bettoja, che sposa nel 1972. Dall'unione nascono due figli Maria Sole (regista) e Gian Marco (attore). Calciatore dilettante, gran tifoso del Milan, amando giocare a tennis nonostante, a detta degli amici, gli scarsi risultati, aveva organizzato nella sua villa sul litorale di Torvajanica (Roma), nel cosiddetto "Villaggio Tognazzi", un torneo annuale di tennis tra personaggi dello spettacolo, continuato dalla moglie anche dopo la sua morte. Ma la sua vera grande passione era la cucina, per cui pubblicò anche un libro di ricette, "L'Abbuffone" (edito da Rizzoli) e spesso era ospite e consigliere gastronomico di numerosi rotocalchi femminili. Negli ultimi anni era molto amareggiato perché si sentiva mal utilizzato dal cinema italiano. Soprattutto non aveva digerito il fatto che non si fosse più realizzato il film "Il viaggio di G. Mastorna" per cui più volte era stato chiamato da Fellini. Muore per un'emorragia cerebrale in una clinica romana.