Indagando sulla morte di una giovane tossicomane, Silvana, avvenuta in circostanze che fanno pensare a un delitto, il giudice istruttore Bonifazi, un integerrimo magistrato, scopre, interrogando i genitori della morta, che nella sua fine può in qualche modo essere implicato l'industriale Lorenzo Santenocito, un ricco e spregiudicato speculatore edile, che sotto l'etichetta delle "pubbliche relazioni" si serviva di Silvana per intrattenere i suoi altocati clienti. Dopo aver cercato di bloccare sia con le minacce che con le lusinghe l'inchiesta di Bonifazi sul suo conto e fatto rinchiudere in manicomio il vecchio padre, che non si è voluto prestare a inventargli un alibi per la sera della morte di Silvana, l'industriale riesce finalmente a procurarsi una falsa testimonianza, che dovrebbe scagionarlo definitivamente. Bonifazi, però, smaschera il falso alibi di Santenocito, di cui ordina immediatamente l'arresto. L'industriale tuttavia non ha, tra le sue colpe, anche quella di aver ucciso Silvana: lo scoprirà lo stesso giudice istruttore, leggendo il diario della povera ragazza. Al termine di una giornata in cui Roma impazzisce per una vittoria dell'Italia sull'Inghilterra, Bonifazi giungerà con amarezza alla vera conclusione dell'inchiesta: certe cose avvengono perché sono il "sistema" e l'ottusa coscienza generale a consentirle. Distruggendo la prova dell'innocenza dell'indiziato, il giudice deciderà perciò di trascinarlo ugualmente in tribunale, per colpire, attraverso lui, tutto quello che egli rappresenta. Guardalo subito su Prime Video
"Diretto con mestiere e modesto nella caratterizzazione dei personaggi, il film insiste oltre la giusta misura in un'aneddotica pittoresca ma di maniera, e si sfalda, a tratti, per alcuni eccessi e scivolate sul farsesco. Velleitarie le pretese di denuncia sociale. La sconcertante conclusione della vicenda rende il film ambiguo sotto il profilo ideologico e getta sul suo intento di denuncia civile l'ombra di un insincero moralismo." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 72, 1972)"Pungente (anche troppo) e ambigua (ancor di più) commedia di costume, densa di inusuali parolacce, da un canovaccio premonitore di Age e Scarpelli, che picchia con maggior veemenza di Berlusconi sui guasti della giustizia a senso unico. Dino Risi dirige con mano sicura una coppia superba: il misurato Ugo Tognazzi, amaro e sommesso, è più convincente di Vittorio Gassman, a volte eccessivo nei toni grotteschi". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 30 luglio 2002).
Attore | Ruolo |
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Ugo Tognazzi | Giudice Mariano Bonifazi |
Vittorio Gassman | Lorenzo Santenocito |
Ely Galleani | Silvana Lazzorini |
Yvonne Furneaux | Lavinia Santenocito |
Pietro Tordi | Prof. Rivaroli |
Simonetta Stefanelli | 'Giugi' Santenocito |
Franco Angrisano | Colombo |
Renato Baldini | Rag. Cerioni |
Pietro Nuti | Avvocato di Santenocito |
Checco Durante | Pieronti, l'archivista |
Maria Teresa Albani | Signora Lazzorini |
Gianfilippo Carcano | Signor Lazzorini |
Edda Ferronao | Cameriera di Santenocito |
Franca Scagnetti | La portinaia |
Michele Cimarosa | Maresciallo Casciatelli |
Enrico Ragusa | Riziero Santenocito, il padre |
Francesco D'Adda | Lipparini, Cancelliere |
Marcello Di Falco | Segretario di Santenocito |
Vanni Castellani | Sirio |
Pietro Ceccarelli | Inserviente al Palazzo di Giustizia |
Giò Stajano | Floriano Roncherini |
Claudio Trionfi | Giornalista tv |
Paolo Paoloni | Primario della Clinica Psichiatrica |
Franco Magno | Industriale |
Franca Ridolfi | Doris, l'attrice |