Qui puoi conoscere la carriera e le curiosità sulla vita privata di Joaquin Phoenix, leggere le notizie più recenti, trovare tutti i premi vinti e guardare le foto e i video.
BIOGRAFIA DI JOAQUIN PHOENIX
Joaquin Rafael Bottom - questo il suo vero nome - nasce il 28 ottobre 1974 a Portorico. Terzo di cinque figli, dopo
River e
Rain, è figlio di John Lee Bottom e Arlyn Dunetz, missionari della setta "I bambini di Dio".
Dopo aver viaggiato in tutto il Sudamerica i genitori abbandonano il culto nel 1978 e rientrano in patria, dove, per celebrare la loro nuova vita,
assumono il cognome di Phoenix. Della sua infanzia alternativa Phoenix conserverà
per tutta la vita l’alimentazione vegana e l’impegno animalista e per le cause sociali.
A 8 anni Joaquin inizia ad apparire in piccoli ruoli televisivi accanto a
River che ha 4 anni più di lui e debutta nel cinema - col nome di
Leaf, foglia - in
Space Camp (1986). Dopo Gli acchiapparussi appare in
Parenti, amici e tanti guai di
Ron Howard (1989).
Nel 1992 si ritira dalle scene in seguito alla tragica morte di River il 31 ottobre 1993: è lui a chiamare il 911 in una drammatica telefonata dal
Viper Club, dove il fratello è collassato al suolo. Ma
nel 1995 torna e lascia subito il segno nel ruolo dell'ingenuo liceale sedotto da
Nicole Kidman in
Da morire di
Gus Van Sant.
Nel 1997 appare in due film:
Innocenza infranta al fianco di
Liv Tyler, all’epoca sua compagna, e
U-Turn di
Oliver Stone nel piccolo ma esilarante ruolo di TNT, un tipo tutto muscoli e poco cervello.
Recita anche ne
Il sapore del sangue e in
8 mm - delitto a luci rosse, prima di interpretare
Il gladiatore, che
nel 2000 lo impone definitivamente all'attenzione di Hollywood.
Ridley Scott gli assegna il ruolo dell’imperatore
Commodo, il giovane e crudele figlio di Marco Aurelio.
A 26 anni, grazie a questo cattivo tutt’altro che stereotipato,
Phoenix ottiene la sua
prima candidatura all'Oscar.
Sempre nel 2000 è l'abate Coulmier, che cerca a modo suo di convertire il marchese De Sade in
Quills - La penna dello scandalo e lavora per la prima volta con
James Gray nel drammatico
The Yards. Con lui tornerà altre tre volte, per
I padroni della notte (
2007),
Two Lovers (
2008) e
C'era una volta a New York (
2013).
In questo decennio Phoenix gira molti film, anche se non sempre all'altezza delle sue capacità:
Buffalo Soldiers,
Le forze del destino,
Hotel Rwanda e
Squadra 49. Lavora anche due volte con
M. Night Shyamalan, nel 2002 in
Signs e nel 2004 in
The Village.
Nel 2005 arriva un altro ruolo fondamentale: quello del cantante
Johnny Cash nel biopic
Quando l'amore brucia l'anima. E’ un'interpretazione in cui l’attore si cala anima, corpo e voce. La parte gli lascia degli strascichi emotivi, un periodo di dipendenza dall’alcool e un incidente d’auto nel 2006: ad aiutarlo a uscire dalla macchina distrutta è il regista
Werner Herzog.
Per il film vince un Golden Globe e un Grammy ma gli sfugge l'Oscar a cui è candidato una seconda volta, perché in gara c’è un suo futuro e stratosferico compagno di scena:
Philip Seymour Hoffman, che vince per
Truman Capote: a sangue freddo.
Dopo
Reservation Road e prima di
Two Lovers, un colpo di scena: l'attore dichiara di abbandonare il cinema per
intraprendere una carriera da cantante hip hop. Si presenta nei club di L.A. (e ai talk show) con la barba incolta, in apparenza confuso, canta (male)
alimentando le voci sulla sua pazzia. Poi,
nel 2010, esce il
mockumentary del cognato
Casey Affleck,
I'm Still Here: The Lost Year of Joaquin Phoenix, dove si rivela che si trattava solo della sua ennesima trasformazione a fini artistici.
Tornato al cinema “vero”, Phoenix inanella in pochi anni le sue interpretazioni migliori:
nel 2012 Paul Thomas Anderson gli affida in
The Master il ruolo
che gli vale la terza candidatura all’Oscar: quello dell’ex marinaio disturbato che nel secondo dopoguerra subisce il fascino di un guru alla Hubbard, interpretato da
Philip Seymour Hoffman.
Seguono
C'era una volta a New York,
Lei di
Spike Jonze - dove è un altro loser che si innamora della voce di un computer - e l’ultimo,
Vizio di forma, dal romanzo di Thomas Pynchon, sua seconda collaborazione con
P. T. Anderson nel ruolo che gli porta la
quinta nomination al Golden Globe: il detective stonato e strafumato Larry "Doc" Sportello, in azione nella Los Angeles del 1970. Sulla sua vita privata si sa poco: di recente al David Letterman Show ha annunciato che avrebbe sposato la sua istruttrice di yoga, salvo poi smentire tutto il giorno dopo.