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Attore e regista. Figlio di Luigi e di Isolina Papini, entrambi contadini, è l'unico maschio dopo tre sorelle, Bruna, Albertina e Anna. Molto presto la sua famiglia si trasferisce a Vergaio, presso Prato, dove Roberto cresce. Studia dapprima al seminario dei gesuiti a Firenze, che lascia dopo l'alluvione del '66, e poi all'Istituto tecnico commerciale Datini di Prato. La decisione di tentare la carriera di attore Benigni la prende nel 1972: a vent'anni, con la sola chitarra per bagaglio, parte per Roma con tre amici - Silvano Ambrogi, Carlo Monni e Aldo Buti - con i quali debutta al teatro dei Satiri con la commedia "I Burosauri" di Silvano Ambrogi. Il primo ruolo cinematografico di Benigni è del 1977, nel film che subisce pesanti interventi censori, "Berlinguer ti voglio bene" di Giuseppe Bertolucci, che scrive poi per lui il monologo del 'Cioni Mario di Gaspare fu Giulia', personaggio che Benigni porta al successo sui palcoscenici italiani. Risale all'anno successivo la sua partecipazione al programma televisivo di Renzo Arbore "L'altra domenica" in cui è uno stravagante critico cinematografico. Nel 1979 è il protagonista del film "Chiedo asilo" di Marco Ferreri. Seguono "Il pap'occhio" di Renzo Arbore e "Il minestrone" di Sergio Citti. Per il suo debutto alla regia bisogna aspettare il 1983, quando dirige e interpreta "Tu mi turbi". (Durante le riprese di questo film conosce Nicoletta Braschi che diventerà sua moglie il 26 dicembre 1991.) Da quel momento in poi Benigni recita sempre più spesso in film da lui stesso scritti e diretti. Questo non gli impedisce, tuttavia, di partecipare in America nel 1986 a "Daunbailò" di Jim Jarmusc, e a un episodio di "Taxisti di notte". Nell'89 Federico Fellini, lo chiama per il suo ultimo film "La voce della luna". Nel 1993 veste i panni del figlio segreto dell'ispettore Clouseau ne "Il figlio della pantera rosa" di Blake Edwards. In parallelo, però, Benigni porta avanti la sua attività di regista e di sceneggiatore (oltre che di attore) di film in cui spesso compare anche la moglie Nicoletta Braschi. Nascono così nell' '84, accanto Massimo Troisi, "Non ci resta che piangere", nell'88, con Walter Matthau, "Il piccolo diavolo", (film che segna l'inizio della collaborazione del Benigni sceneggiatore con lo scrittore Vincenzo Cerami), nel '91 "Johnny Stecchino" e nel '95 "Il mostro". Tutti film che ottengono un vasto successo tra il pubblico italiano. Al successo internazionale Benigni arriva con "La vita è bella", che nel 1999 gli vale l'Oscar come migliore attore, il primo non anglosassone a vincerlo, premio che lui va a ritirare dalla mani di Sophia Loren camminando sulle poltroncine della sala. Al film, in una notte indimenticabile per il cinema italiano, vanno anche altre due statuette: quella per il miglior film in lingua straniera e quella per la musica di Nicola Piovani. Nel 2002 porta sullo schermo la storia del burattino "Pinocchio" di Carlo Collodi e nel 2005 "La tigre e la neve" in cui vuole ribadire il valore universale della poesia in opposizione all'insensatezza di ogni guerra. E proprio alla poesia, in particolare a Dante Alighieri, dedica molto del suo tempo recitando e commentando i canti della "Divina Commedia", in un tour "Tutto Dante" spettacolo che parte da piazza Santa Croce a Firenze nell'estate 2006 per girare molte piazze e teatri italiane per approdare poi su RaiUno in 14 serate di grande successo. Riceve in Francia nel 2008 il premio César alla carriera.