La voce della luna: l'insolito film testamento di Federico Fellini
Tratto da "Il poema dei lunatici" di Ermanno Cavazzoni e interpretato da Paolo Villaggio e Roberto Benigni, è l'ultima protesta del grande maestro contro un mondo in cui la poesia, il silenzio e perfino la follia sono stati soppressi da una rumorosa volgarità.
Nel 1993, a 73 anni, ci lasciava per sempre il genio visionario di Federico Fellini – di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita. L'ultimo film da lui firmato era uscito il 31 gennaio 1990, ed era il discusso La voce della luna, che aveva adattato dal romanzo di Ermanno Cavazzoni “Il poema dei lunatici”, pubblicato nel 1987, assieme allo sceneggiatore Tullio Pinelli. Anche se non è paragonabile ai suoi grandi capolavori, è comunque un film interessante da rivedere oggi. Con esso Fellini realizzò un apologo in lode del silenzio e della follia, in un'epoca di fracasso e crescente volgarità. I riferimenti alla realtà contemporanea sono espliciti, come la sagoma di Silvio Berlusconi disegnata sulla porta della cucina e presa simbolicamente a calci dai camerieri per aprirla. Non si tratta di un film politico, ma tra le maglie della storia, che vede le peregrinazioni comuni di un paranoico e di un giovane poetico e decisamente bizzarro, fa capolino con decisione l'epoca in cui viene realizzato.
Roberto Benigni e Paolo Villaggio diretti da Federico Fellini
In quella che all'epoca sembrò una scelta bizzarra, il regista riminese volle come principali protagonisti due grandi attori comici come Roberto Benigni e Paolo Villaggio (con quest'ultimo gira anche tre bellissimi spot pubblicitari per Banca di Roma), che definisce “due ricchezze ignorate e trascurate”. È forse il primo a intuire il potenziale anche drammatico dei due attori. Benigni, che ha esordito alla regia nel 1988 con Il piccolo diavolo, lo esprimerà col film premio Oscar La vita è bella, mentre Villaggio coltiverà (troppo poco) questo lato della sua arte con film come Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi e Cari fottutissimi amici di Mario Monicelli. In questa clip vediamo proprio il bravissimo attore – che nel film è il paranoico Gonnella - in una scena di ballo sulle note di Sul bel Danubio Blu.
Federico Fellini sogna di realizzare anche Le avventure di Pinocchio, con Roberto Benigni come protagonista, ma purtroppo non riuscirà a realizzare quest'ultimo film: sarà lo stesso Benigni a farlo, con un film molto ambizioso e sfortunato. La voce della luna, comunque la si pensi sul film, è la consacrazione ufficiale di due comici considerati per lo più solo perché fanno ridere e l'effetto di vederli in quest'opera malinconica è indubbiamente straniante e surreale. Ecco insieme i due grandi mattatori del nostro cinema in un altro momento del film, dove Ivo parla degli strani suoni emessi dagli uccelli e Gonnella ne deduce le sue conclusioni.
Nel cast de La voce della luna anche i personaggi televisivi dell'epoca
Oltre ad Angelo Orlando, nel cast - a confermare la natura ibrida del film - compaiono anche diversi personaggi che Fellini prende direttamente dal mondo della tv (quella migliore): ci riferiamo al gruppo di attori comici bolognesi composto da Syusy Blady, Patrizio Roversi, Vito (al secolo Stefano Bicocchi) ed Eraldo Turra e Luciano Manzalini (in artegli irresistibili Gemelli Ruggeri), in quegli anni protagonisti in tv di due show rivoluzionari e in parte censurati proprio sulle reti Mediaset: Matrioska e L'araba fenice.