È morto Alvaro Vitali, il Pierino icona del cinema e del Paese
Alvaro Vitali è diventato un'icona della commedia licenziosa e maliziosa, ma soprattutto dell'Italia stessa che lo ricorda ora nel momento della sua morte a 75 anni. Muore Pierino e con lui un cinema popolare e sporcaccione.

Cappellino colorato, risata infantile e lingua maliziosa, Alvaro Vitali è diventato un'icona come Pierino del paese stesso, oltre che della commedia sexy, in un'Italia che liberava con pulsioni licenziose i suoi costumi. L'attore è morto a 75 anni, a Roma, dopo "una broncopolmonite recidiva", di cui aveva parlato nei giorni scorsi l'ex moglie Stefania Corona. Nato nel 1950, ha accompagnato con le sue impertinenze scanzonate oltre 150 film, anche se, aveva confessato recentemente, "vivo con una pensione da 1300 euro", parlando di una depressione e del suo dispiacere per essere stato dimenticato da molti anni dal cinema italiano.
Eppure era stato notato per la prima volta da Federico Fellini in persona, che lo diresse in un piccolo ruolo in Satyricon, nel 1969, prima di tornare con I Clowns, Roma e Amarcord, ma anche in Polvere di stelle, di e con Alberto Sordi, per po lanciarsi negli anni '70 nel filone della commedia sexy, a partire da La poliziotta di Steno nel 1974, insieme a Mariangela Melato e Renato Pozzetto. Molti film lo hanno legato a Edwige Fenech, Lino Banfi e Renzo Montagnani, ma anche alla serie di culto dedicata al personaggio di Pierino, in un corto circuito fra cinema e barzellette, con Pierino contro tutti (1981), Pierino colpisce ancora (1982) e altri, fra anni Ottanta e tentativi più o meno riusciti negli anni Novanta.
Dopo molti anni di assenza dal mondo dello spettacolo, nuova generazioni lo hanno conosciuto per l'imitazione a Striscia La Notizia di Jean Todt, direttore per molti anni della scuderia Ferrari di Formula 1, prima di affacciarsi, con un ritiro per ragioni di salute, nel reality La fattoria nel 2006.