Totò, all’anagrafe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, è stato un attore comico napoletano, oltre che sceneggiatore, poeta e molto altro.
È senza dubbio uno dei comici più amati e apprezzati della storia del cinema italiano. Nato nel 1898 da Anna Clemente e Giuseppe De Curtis, gli viene dato il nome di Antonio Vincenzo Stefano Clemente, poiché il padre decide di riconoscerlo solo 20 anni dopo. Gli altri nomi e cognomi derivano dal fatto che, nel 1933, viene adottato dal marchese Gagliardi Focas.
Fin da piccolo, mostra un’incredibile capacità artistica e giovanissimo si dedica alle prime recitazioni teatrali; nel primo conflitto mondiale si arruola come volontario nel Regio Esercito. Dopo che il padre Giuseppe De Curtis lo riconosce e sposa la madre, si trasferisce a Roma con la famiglia e viene scritturato in una compagnia teatrale, iniziando a guadagnarsi l’apprezzamento del pubblico. Il primo contratto vero e proprio arriva dal Teatro Ambra Iovinelli, dove mette in scena uno spettacolo di macchiette che viene accolto con successo, e poi al Teatro Sala Umberto, che ne consacra l’affermazione nel varietà. Inizia così per Totò la carriera di attore e di donnaiolo, visto che con il successo arrivano anche diverse relazioni amorose, alcune delle quali, come quella con Liliana Castagnola, lo segnano profondamente. Durante gli anni 30 tiene spettacoli in tutta Italia, divenendo conosciuto e amato soprattutto per le sue capacità di imitazione ed improvvisazione, del tutto innovative per quell’epoca.
Nel 1937 arriva il successo anche nel cinema, con il film Fermo con le mani di Gero Zambuto. Nel periodo del fascismo continua a lavorare a teatro, al fianco di colleghi attori e registi con cui stringe amicizie e collaborazioni che dureranno nel tempo (il commediografo Michele Galdieri, la magnifica Anna Magnani). La censura fascio-nazista gli crea diversi problemi (a causa dello spettacolo “Che ti sei messo in testa”, del 1944, riceve atti intimidatori, tra cui una bomba all’ingresso del teatro) e deve nascondersi fino al momento della liberazione per evitare l’arresto. Appena torna in teatro, si dedica naturalmente alla satira, impersonando Mussolini e Hitler nella rivista teatrale “Con un palmo di naso”, insieme alla Magnani. Nel 1945 recita ne Il ratto delle sabine, di Mario Bonnard, poi ne I due orfanelli, di Mario Mattoli, nel 1947, e l’anno successivo in Totò al giro d’Italia, sempre di Mattoli. Anche la sua recitazione cinematografica, come quella teatrale, è spesso improntata sull’improvvisazione, caratteristica che non abbandonerà mai. Il 1950 è l’anno del suo ultimo spettacolo a teatro, con la rivista “Bada che ti mangio!”; allo stesso tempo recita in Napoli milionaria, senza compenso, in segno di amicizia verso il regista Eduardo De Filippo. Nel biennio 1949/1950 vedono la luce ben nove film di Totò, tra cui cinque di Carlo Ludovico Bragaglia, L’imperatore di Capri di Luigi Comencini, Totò sceicco di Mattoli e Yvonne la Nuit di Giuseppe Amato.
Intanto, dopo la morte prima del padre, nel 1945, e poi della madre, nel 1951, la moglie Diana Rogliani lascia la loro casa ai Parioli e si risposa, e la figlia Liliana, appena diciottenne, convola a nozze con il figliastro del regista Bragaglia, sebbene Totò fosse contrario. Nonostante i problemi familiari, prosegue il successo nella carriera cinematografica: nel 1951 esce Guardie e ladri, di Steno e Mario Monicelli e con Aldo Fabrizi, e Totò e i re di Roma, sempre di Steno e Monicelli, con Alberto Sordi. Nel 1952 si fidanza ufficialmente con l’attrice Franca Faldini, di ben 33 anni più giovane; i due hanno una relazione piuttosto burrascosa, che però dura fino alla morte dell’attore. Con la giovane fidanzata, Totò recita in alcuni film, tra cui Totò e le donne, di Steno e Monicelli, oltre che con Peppino De Filippo, con cui da quel momento fa coppia fissa nel cinema. Negli anni successivi si susseguono tantissimi film, tra cui alcuni entrati nella storia del cinema italiano, come Miseria e Nobiltà di Mattoli, oppure Totò, Peppino e la… malafemmina, di Camillo Mastrocinque e I soliti ignoti di Mario Monicelli, ma anche Totò contro Maciste, Totò e Cleopatra e Totò d’Arabia, solo per citarne alcuni. Torna anche in teatro nel 1956 con la rivista “A prescindere”, ma l’anno dopo inizia ad avere problemi di salute, finché gli viene diagnosticata una corioretinite, che lo porta gradualmente alla cecità. Muore il 15 aprile del 1967, dopo una lunga malattia, nella sua casa di Roma.
Totò ha partecipato al Festival di Sanremo del 1954, classificandosi nono con la canzone “Con te”, dedicata a Franca Faldini. Ancora in vita, esprime il desiderio di un funerale semplice, ma ne riceve ben tre: il primo a Roma, il secondo a Napoli ed il terzo nel Rione Sanità, dove era nato, organizzato dagli abitanti del quartiere. Dopo la sua scomparsa, il suo successo cresce enormemente, facendolo diventare una vera e propria leggenda del cinema.
Film | Ruolo |
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Totò Story | Sapore/Zazà/Cocozza/Capponi/Antonio/Bonocore |
Capriccio all'italiana | L'anziano signore ("Il mostro della domenica") / Jago ("Che cosa sono le nuvole?") |
Le streghe | Ciancicato Miao ("La Terra vista dalla Luna") |
Operazione San Gennaro | Don Vincenzo |
Uccellacci e uccellini | Totò Innocenti/Frate Ciccillo |
Gli amanti latini | Antonio Gargiulo |
La mandragola | Fra' Timoteo |
Le belle famiglie | Filiberto Comanducci ("Amare è un po' morire") |
Rita la figlia americana | Professor Serafino Benvenuti |
Che fine ha fatto Totò Baby? | Toto' Baby |
Totò contro il pirata nero | Josè |
Totò d'Arabia | Mr. Toto' |
Gli Onorevoli | Antonio La Trippa, candidato del PNR |
Il comandante | Colonnello Antonio Cavalli |
Il monaco di Monza | Egidio |
Le motorizzate | Urbano Cacace ("Vigile ignoto") |
Totò contro i quattro | Antonio Saracino |
Totò e Cleopatra | Totonno / Marco Antonio |
Totò sexy | Ninì Cantachiaro |
I due colonnelli | Colonnello di Maggio |
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