I soliti ignoti è una commedia del 1958 diretta da Mario Monicelli.
Siamo a Roma, dove Cosimo (Memmo Carotenuto) è detenuto nel carcere di Regina Coeli, per il tentato furto di un'auto. Da un altro recluso viene a conoscenza della possibilità di compiere una rapina che sembrerebbe di facile esecuzione: svaligiare "la comare", la cassaforte che si trova in una stanza dei Monti della Pietà, il Banco dei Pegni. Per accedere nella stanza basterà introdursi nell'appartamento contiguo, approfittando dell'assenza delle proprietarie, abbattendo la parete comunicante.
Cosimo, allettato dall'invitante impresa, cerca in tutti i modi di uscire e incarica il suo compare, Capannelle, uno squinternato vecchio stalliere, di cercare una "pecora" che si autoaccusi del furto dell'automobile così che possa scontare la pena al suo posto. Capannelle, con l'aiuto di vecchie conoscenze - il ladruncolo Mario, Ferribotte, gelosissimo della sorella Carmelina (Claudia Cardinale) e il ladro/fotografo Tiberio (Marcello Mastroianni) - trova Peppe er Pantera (Vittorio Gassman), un pugile fallito che accetta, dietro compenso, di confessare il crimine. Viene arrestato, ma non creduto dalla polizia, rimane poco in carcere, tanto quanto basta per farsi dire da Cosimo il piano della rapina al Banco dei Pegni.
Riacquistata la libertà, Peppe si mette a capo della banda e pianifica l'esecuzione del colpo. La preparazione del furto è molto minuziosa e per aprire la cassaforte prendono lezioni da uno specialista scassinatore in pensione, Dante (Totò), che non può partecipare alla rapina perché sorvegliato. Inizia così l'avventura di questo gruppo di ladruncoli allo sbaraglio, certi di compiere il colpo della loro vita...
"Questo film è significativo per la cura formale con la quale è realizzato, per l'uso intelligente degli attori professionisti e di tipi presi dal vero, per lo sforzo, che vi traspare chiaro, di portare il "comico" fuori dai confini consueti della farsa dialogata e per dargli una consistenza propriamente cinematografica". (Carlo Lizzani, "Il Cinema Italiano", Parenti, 1961)
I soliti ignoti è noto come caposcuola del genere caper movie.
L'idea di base del film proviene dalla novella "Furto in una pasticceria" contenuta nell'antologia "Ultimo viene il corvo" di Italo Calvino.
Claudia Cardinale, appena ventenne, diventa con la sua interpretazione una delle maggior star del cinema italiano. Durante la produzione del film era incinta.
Vittorio Gassman, secondo Grimaldi, era troppo bello ed elegante per interpretare il ruolo di di pugile, così l'attore usò un trucco molto forte e un naso finto per soddisfare le esigenze del personaggio.
Nel 1959 il film conseguì due Nastri D'Argento per la migliore sceneggiatura e per il migliore attore a Vittorio Gassman. È stato inserito inoltre nella lista dei 100 film italiani da salvare.
Attore | Ruolo |
---|---|
Totò | Dante Cruciani |
Vittorio Gassman | Peppe er Pantera |
Marcello Mastroianni | Tiberio |
Renato Salvatori | Mario Angeletti |
Carla Gravina | Nicoletta |
Claudia Cardinale | Carmelina |
Tiberio Murgia | Ferribotte |
Memmo Carotenuto | Cosimo |
Rossana Rory | Norma |
Carlo Pisacane | Capannelle |
Gina Rovere | Teresa, moglie di Tiberio |
Gina Amendola | La 'mamma' di Mario |
Lella Fabrizi | Signora Ada |
Elvira Tonelli | Assunta |
Mario Feliciani | Il giudice |
Mimmo Poli | Un detenuto |
Mario De Simone | Il rigattiere |
Nino Marchetti | Impiegato del banco dei pegni |
Aldo Trifiletto | Fernando, il portiere |
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