Poltergeist - Demoniache presenze e gli altri film della serie
Il primo Poltergeist, insuperato, è quello di Tobe Hooper nel 1982, seguito da due film con lo stesso cast e da un reboot nel 2015. La presunta maledizione, gli attori e le curiosità sul franchise.
- La famiglia: Heather O'Rourke
- I genitori: Jobeth Williams e Craig T. Nelson
- Il fratello: Oliver Robins
- La sorella: la tragedia di Dominque Dunne
- La medium: Zelda Rubinstein
- Poltergeist II – L'altra dimensione
- Poltergeist III
- Poltergeist 2015
All'inizio degli anni Ottanta Tobe Hooper, regista texano autore nel 1974 del selvaggio e seminale horror Non aprite quella porta - si siede a un tavolo con Steven Spielberg, giovane e geniale autore de Lo squalo e Incontri ravvicinati del terzo tipo, per discutere della realizzazione di Poltergeist, un film che il primo dirigerà e di cui il secondo sarà produttore e sceneggiatore. I due registi sono amici da tempo e si stimano a vicenda. Per il loro horror in collaborazione si fanno ispirare da un film che amano molto entrambi, Gli invasati, e si documentano insieme sui fenomeni paranormali, consultando un libro trovato proprio in quello che un tempo era l'ufficio del regista Robert Wise. Da questo insolito sforzo congiunto (e non qui stiamo a sindacare chi ha fatto cosa) nasce uno di quei film che fanno la storia del cinema di paura ed aprono la porta a decine di più o meno ispirati imitatori e a cui devono molto le serie contemporanee di Insidious e The Conjuring.
Se vedete il primo film solo adesso, non dimenticate mai che all'epoca il CGI era ancora agli albori, e a parte alcuni effetti ottici tutto è ottenuto con effetti meccanici. Insomma, i letti e le suppellettili volano davvero. C'è anche un sottotesto politico molto evidente e parecchia ironia: gli speculatori che hanno creato il complesso residenziale modello di Cuesta Verde sono passati letteralmente sopra ai morti (indiani) per farlo e il giovane padre legge un libro su Ronald Reagan. In compenso il figlio vive in una stanza piena del merchandising di Star Wars. È un film pieno di omaggi al mondo del cinema di genere, a partire dal capo di Nelson che si chiama Lewis Teague come il regista. E c'è anche dell'horror reale, come i veri scheletri importati dall'India perché più realistici di quelli di plastica disponibili in America. Vogliamo qua ripercorrere brevemente la storia della trilogia originale e dello sfortunato ma non malvagio reboot del 2015.
La famiglia: Heather O'Rourke
Nella mensa degli Studios, Spielberg vede una bambina bionda e bellissima: è lì per caso, visto che ha accompagnato con la madre la sorella maggiore, impegnata sul set di Spiccioli dal cielo. La scrittura immediatamente per il ruolo della piccola protagonista, Carol Anne, che diventa il bersaglio psichico che apre il portale d'accesso per gli spiriti che vivono nella casa della famiglia Freeling. La piccola Heather O'Rourke, che ipnotizzata dalle scariche statiche dello schermo catodico della tv, con la sua vocina pronuncia la celebre they're here (in italiano tradotta al futuro, stanno arrivando), aveva solo cinque anni all'epoca del primo film. Purtroppo la sua carriera sarà brevissima: dopo aver interpretato – unica del cast originale - entrambi i sequel della trilogia e alcuni episodi di Happy Days e altre serie tv, Heather morirà a soli 12 anni per le conseguenze di una occlusione intestinale congenita, mai diagnosticata. Per il ruolo, Spielberg aveva pensato inizialmente a Drew Barrymore, ma dopo aver conosciuto Heather decise di affidarle invece quello della sorellina Gertie in E.T.
I genitori: Jobeth Williams e Craig T. Nelson
Mamma e papà Freeling sono due bravi attori – oggi forse un po' dimenticati – lanciati proprio da Poltergeist. La madre, Diane, è JoBeth Williams, negli anni Ottanta interprete di un altro film iconico come Il grande freddo, che dopo il cinema si è dedicata in prevalenza a ruoli televisivi, che le hanno portato tre candidature agli Emmy. È apparsa in serie come Frasier e Dexter e, più di recente, in Rizzoli & Isles e The Good Doctor. Papà Steve è Craig T. Nelson, ancora attivissimo (se avete visto Young Sheldon, è il Coach Dale). Tra i due Poltergeist e dopo, al cinema ha avuto ruoli di rilievo in Osterman Weekend, Silkwood e Turner e il casinaro. Anche lui è da sempre molto attrivo in televisione: CSI NY, Parenthood e Grace and Frankie sono solo le serie più famose in cui è apparso, oltre ad aver dato, nella versione originale, la voce al mr. Incredible degli Incredibili. Contattato per Poltergeist 3, rispose laconicamente: “Due bastano”.
Il fratello: Oliver Robins
Il fratello terrorizzato dal clown e catturato dall'albero è interpretato da Oliver Robins: la sua carriera da attore, brevissima, si conclude con Poltergeist II. Dopo aver lasciato le scene nel 1986, vi ha fatto ritorno nel 2000 in veste di regista e sceneggiatore (di 5 lungometraggi rimasti più o meno sconosciuti) . Oggi ha 49 anni ed è l'unico degli attori bambini del film sopravvissuto alla cosiddetta “maledizione di Poltergeist” che, ovviamente, non esiste.
La sorella: la tragedia di Dominque Dunne
Un tragico destino è toccato infatti all'attrice che nel primo Poltergeist interpreta la sorella adolescente Dana, Dominique Dunne, che all'epoca delle riprese aveva poco più di 20 anni ed era già apparsa in serie tv come Lou Grant e Fame. Era la sorella minore dell'attore Griffin Dunne (interprete tra gli altri di Un lupo mannaro americano a Londra e Fuori orario), figlia di un'ereditiera e di un attore e nipote degli scrittori John Gregory Dunne e Joan Didion. Una ragazza giovane e amatissima, alla cui vita mise fine - 5 mesi dopo l'uscita del film, il 4 novembre 1982 - un ex fidanzato, John Sweeney, strangolandola nel vialetto di casa. Per questo orribile delitto l'uomo scontò solamente tre anni, sette mesi e ventisette giorni di carcere, rifacendosi in seguito una vita come chef. Il padre di Dominique Dunne, Dominick, seguì a lungo gli spostamenti dell'uomo, anche per mettere in guardia altre famiglie, e rinunciò a farlo poco prima di morire: le ultime notizie davano Sweeney residente nel Pacific Northwest col nome di John Mauro.
La medium: Zelda Rubinstein
Scomparsa nel 2010 all'età di 76 anni, Zelda Rubinstein interpreta Tangina, ed è un'attrice che ha fatto molto per la causa delle “little persons” come lei, alta solo un metro e 30. Attivista dei diritti civili e donna impegnata, era dotata di un grande talento. Assieme ad Heather O'Rourke, è l'unica interprete di Poltergeist apparsa in tutti e tre i film. La ricordiamo anche, straordinaria, nel purtroppo poco visto Angoscia di Bigas Luna.
Poltergeist II – L'altra dimensione
Il secondo film della serie, Poltergeist II - L'altra dimensione, esce nel 1986 e viene affidato – unico dei tre – ad un regista inglese, Brian Gibson, che morirà per un tumore a soli 59 anni. La malattia segna i protagonisti di questo discreto sequel, alimentando di nuovo le superstizioni su una maledizione che aleggia sulla storia. Due attori di Poltergeist II, due carismatici personaggi, muoiono infatti prematuramente. Uno è Julian Beck, fondatore con la moglie Judith Malina (al cinema futura nonna dei film de La famiglia Addams) del rivoluzionario Living Theatre newyorkese. Sul grande schermo era stato l'indovini cieco Tiresia per Pasolini in Edipo Re ed era apparso anche in Cotton Club e Nove Settimane e mezzo, ma interpreta il suo ruolo di maggior rilievo proprio in questo suo ultimo film. In Poltergeist II è il misterioso reverendo Kane, che fa visita alla famiglia Freeling nella loro nuova casa. Si tratta in realtà del fantasma di un predicatore folle, e fa veramente paura. L'aspetto che terrorizza però anche nella vita reale la piccola Heather non è purtroppo dovuto al trucco, ma al fatto che l'attore aveva un tumore in fase terminale, a sarebbe morto non appena completate le riprese, il 14 settembre 1985.
Nel ruolo di Taylor, lo sciamano indiano che viene in soccorso alla medium Tangina per aiutare Carol Anne, c'è un altro personaggio iconico: il gigantesco attore nativo americano Will Sampson, che tutti ricordiamo con affetto come il Grande Capo di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Afflitto da una malattia congenita degenerativa, Sampson raggiungeva le verdi praterie del cielo appena un anno dopo l'uscita del film, il 3 giugno 1987, a soli 53 anni.
Poltergeist III
Il terzo e ultimo film della trilogia originale, intitolato semplicemente Poltergeist III, viene diretto da Gary Sherman, che nel 1997 produrrà la serie tv Poltergeist: The Legacy, ed è indubbiamente il peggiore dei tre, nonostante la presenza nel cast di attori di buon livello come Tom Skerritt e Nancy Allen nel ruolo degli zii di Carol Anne, che viene seguita dagli spettri, in assenza dei genitori, anche a casa loro. A interpretare Kane stavolta è Nathan Davis. Durante le riprese purtroppo le condizioni di Heather O'Rourke peggiorano e la piccola attrice viene sottoposta ad iniezioni di cortisone che cambiano il suo aspetto. Quanto al film, noi ricordiamo di averlo visto a una proiezione di mezzanotte al mitico MystFest di Cattolica e di esserne usciti gridando “Carol Anne, Carol Anne!”. Un motivo c'è: il nome della ragazzina, che finisce “dietro lo specchio” in un omaggio all'Alice di Lewis Carroll, viene pronunciato nel film ben 121 volte. In Poltergeist III debutta a 18 anni, nel ruolo della cugina, Lara Flynn Boyle. Per coincidenza il nome del suo personaggio è Donna, lo stesso che avrà in Twin Peaks. Per ovvi e tristi motivi Poltergeist III, uscito nel 1988, è dedicato alla memoria di Heather O'Rourke.
Poltergeist 2015
Concludiamo con lo sfortunato remake di Poltergeist, diretto cinque anni fa da Gil Keenan, per certi versi molto fedele all'originale, tanto da limitare il ricorso al CGI e realizzare gli effetti alla vecchia maniera. Nel cast c'è l'ottimo Sam Rockwell nel ruolo del padre e Rosemary De Witt in quello della madre. La famiglia qua non si chiama più Freeling ma Bowen, e la bambina ha il nome di Madison, mentre nella parte del medium c'è il grande Jared Harris. Nonostante l'impegno di tutti, e il fatto che il film abbia tutte le carte in regola per diventare un discreto rifacimento, la magia non si ripete (non lo fa quasi mai, nel caso dei classici). Ormai il pubblico odierno al cinema di poltergeist ne ha visti di tutti i colori e in questi casi vedere il remake, probabilmente, può far tornare la voglia di riscoprire il sapore un po' vintage dell'originale.