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Sceneggiatore. Si laurea in giurisprudenza alla fine degli anni '30, ma da subito è attratto nell'orbita gravitazionale del teatro. Le sue prime commedie attraggono l'attenzione di pubblico e critica tanto da trasformarlo in breve tempo in uno dei giovani commediografi italiani più seguiti e di fargli ottenere nel 1943 il Premio dell'Accademia d'Italia. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale approda al cinema collaborando saltuariamente ad alcune sceneggiature, ma nel dopoguerra la sua attività diventa più frequente e inizia a collaborare con registi del calibro di Alberto Lattuada e Pietro Germi. Ma la collaborazione più intensa e proficua della sua carriera è quella con Federico Fellini, che prende il via nel 1950 con "Luci del varietà", continua con "La strada"(1954) e "Le notti di Cabiria"(1956) e culmina con "La dolce vita"(1960) e "8 1/2"(1963). Nel corso degli anni '70, lavora anche per la televisione ed è tra gli sceneggiatori della trilogia di "Amici miei", ideata da Pietro Germi e diretta da Mario Monicelli e Nanni Loy. Negli ultimi tempi era tornato al cinema sceneggiando "Bonjour Michel"(2005) di Arcangelo Bonaccorso. Muore quando stava per compiere 101 anni.