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Oscar 2024, i cinque candidati per il miglior film di animazione

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La presenza in gara di Hayao Miyazaki e del suo Il ragazzo e l'airone dà poche speranze agli altri candidati all'Oscar 2024 per il miglior film animato: Netflix e Pixar hanno una loro buona rappresentanza, la Sony Pictures Animation spera in Miles Morales... poi c'è un infiltrato dall'Europa.

Oscar 2024, i cinque candidati per il miglior film di animazione

Quest'anno le nomination agli Oscar 2024 nella categoria del miglior lungometraggio di animazione potrebbero più che mai portare a un esito prevedibile: c'è un partecipante che spariglia le carte, perché Hayao Miyazaki è tornato, e sarà difficile per l'Academy ignorarlo. Nonostante non manchino proposte forti, con due film che provengono da graphic novel apprezzate, e una partecipazione Pixar sin troppo sottovalutata, anche il ritorno di Miles Morales avrà le sue difficoltà ad arginare il maestro dell'anime. Ma è meglio esser pronti in caso di sorprese!

Ecco i 5 candidati agli Oscar 2024 nella categoria del miglior film d'animazione 

  • Il ragazzo e l'airone
  • Nimona
  • Elemental
  • Il mio amico Robot
  • Spider-Man Across the Spider-Verse

Il ragazzo e l'airone: nomination all'Oscar 2024 come miglior film d'animazione

Non ci sarebbe molto da scrivere. Certamente Il ragazzo e l'airone non sarà il film migliore e più ricordato di Hayao Miyazaki, ma è pur sempre la vicenda di un ragazzo che visita una misteriosa torre, seguendo un airone semiumano, scoprendo un mondo fantastico, riflettendo sulla vita e la morte. Non la solita storia. Miyazaki (a oltre ottant'anni!) e lo Studio Ghibli danno tutto quello che possono per proporre un'idea di cinema non antica, quanto proprio sempreverde, parallela a tutte le altre. La costruzione dei mondi fantastici ha l'anarchia di Lewis Carroll, l'animazione è precisa come al solito, ma ci ha impressionato ancora di più il sound design. La lettura metaforica di alcuni passaggi è piuttosto ripida, è vero, però rimane il fatto che le sue due ore sono, prima che cinema, proprio l'ingresso in un altro mondo, del quale Hayao si fa ancora una volta araldo. Con la consapevolezza però - ed è questa la novità - che prima poi dovrà rimettere alle nuove generazioni le capacità demiurgiche della sua fantasia. E lo spiega rivedendosi di fatto in uno dei personaggi. Il pubblico si è fatto sfidare, volentieri. Terzo Oscar, dopo quello per La città incantata e il riconoscimento alla carriera nel 2015? Leggi anche Il ragazzo e l'airone, la recensione dell' "ultimo" film di Hayao Miyazaki  

Nimona: nomination all'Oscar 2024 come miglior film d'animazione

Netflix ha messo a segno un bel colpo, pagando l'Annapurna per completare un progetto apparentemente defunto dei fu-Blue Sky Studios, questo Nimona che i registi Nick Bruno e Troy Quane (quelli di Spie sotto copertura) hanno ricavato dalla graphic novel omonima di ND Stevenson, persona non binaria. Un modo di concepire sé stessi e la vita che infonde una tangibile libertà a questa vicenda ambientata in un futuro distopico, dove la tecnologia futuristica convive con usanze medioevali: il cavaliere Ballister viene incastrato, accusato di un attentato, e l'unica presenza a sostenerlo è una paria, la mutaforma Nimona, "fluid" nel vero senso della parola. Grazie al potente lavoro di animazione della DNEG, la CGI ha la forza espressiva di un'ironia a matita scoppiettante, funambolica, degna del duello dei maghi nella Spada nella Roccia. Allo stesso tempo, c'è un messaggio prezioso sulle conseguenze delle sassaiole sociali, per chi voglia andare oltre il primato del bacio gay tra Ballister e il suo partner Ambrosius. Leggi anche Nimona, la recensione del cartoon Netflix tratto dalla graphic novel di ND Stevenson

Elemental: nomination all'Oscar 2024 come miglior film d'animazione

Che strana storia quella di Elemental: tra la stanchezza della critica nei riguardi di una Pixar presumibilmente a mezzo servizio, e sommarie prese di posizione anti-Disney da parte di chi aspetta il flop gongolando, Ember e Wade per un attimo hanno quasi fatto le spese di questa negatività. La partenza al boxoffice nel primo weekend è stata tanto debole da spingere tutti a dare il film per spacciato. Alla fine della corsa, Elemental di Pete Sohn ha portato a casa quasi 500 milioni di dollari nel mondo, a fronte di 200 di budget. Lontano dai vecchi successi Disney, ma nemmeno un flop al botteghino. Perché questa storia non vincerà un Oscar, forse nemmeno lo merita, però le frettolose "narrazioni" si potrebbero correggere, almeno in nome dei vecchi tempi. Una tecnica eccellente, che fonde animazione dei personaggi e degli effetti visivi, serve questa difficile storia d'amore tra fuoco e acqua, concentrandosi solo sulla loro relazione sentimentale e facendo a meno persino del cattivo di turno. Sarà, ma chi scrive si è commosso come non gli accadeva da tempo. Leggi anche Elemental, la recensione del poetico film di animazione Pixar

Il mio amico Robot: nomination all'Oscar 2024 come miglior film d'animazione

E arriva l'incomodo dall'Europa. Al suo primo film animato (ma soprattutto senza dialoghi!), il regista spagnolo Pablo Berger ha portato sul grande schermo la graphic novel "Robot Dreams" di Sara Varon. In una New York abitata da cani che vivono come esseri umani, il solitario Dog costruisce con un kit di montaggio Robot, che diventa subito il suo migliore amico. Non calcola però che il compagno mostra difficoltà alle giunture, potenzialmente fatali, dopo una troppo umida giornata trascorsa al mare. Farà di tutto per salvarlo. Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2023, Il mio amico Robot è risultato il miglior film al Festival Internazionale del Film d'Animazione di Annecy, e forte di questo riconoscimento prestigioso si affaccia con orgoglio sul palcoscenico degli Oscar. Qui in Italia esce il 4 aprile, distribuito da I Wonder Pictures.

Spider-Man Across the Spider-Verse: nomination all'Oscar 2024 come miglior film d'animazione

Ciò che fece la Sony Pictures Animation con il primo Spider-Man: Un nuovo universo rimane epocale: demolì (almeno presso il grande pubblico delle sale) lo strapotere della CGI fotorealistica. Spider-Man Across the Spider-Verse è il secondo capitolo della trilogia ed eleva all'ennesima potenza la sperimentazione estetica del primo atto: la computer grafica si piega ancora a uno spirito 2D stilizzato, espressionista, psichedelico, antirealistico, caricaturale. L'approccio non è più originale come nel 2018, solo per questo forse l'Oscar, vinto legittimamente dal prototipo, a nostro parere gli calzerebbe piuttosto largo. Senza nulla togliere a una narrazione che, pur appesantita da un gioco di multiversi che comincia a rendere il racconto un po' troppo contorto, non dimentica per strada l'emotività dei suoi protagonisti. I fan hanno apprezzato, con o senza statuetta, e la nomination ha comunque un suo perché (specialmente perché la saga ha aperto la strada a epigoni visivi come Tartarughe Ninja: Caos Mutante). Leggi anche Spider-Man: Across the Spider-Verse, la recensione del sequel targato Sony Pictures Animation

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