The Adam Project come Ritorno al futuro ed E.T. - lo giura Ryan Reynolds
In un'intervista a Variety Ryan Reynold spiega perché The Adam Project ricorda Ritorno al futuro ed E.T. L'extra-terrestre. Il film di Shawn Levy debutta su Netflix l'11 marzo.

Quando abbiamo visto il fantastico trailer di The Adam Project, e ancora di più quando abbiamo dato un'occhiata al poster ufficiale del film di fantascienza con protagonista Ryan Reynolds, non abbiamo potuto non pensare ai grandi classici degli anni '80, quelli targati Robert Zemeckis e Steven Spielberg, per intenderci. E tuttavia non osavamo inoltrarci in discorsi un po’ campati in aria. Poco male, perché oggi ci ha pensato lo stesso Reynolds a fare un simile parallelo, tirando in ballo addirittura E.T. L'extra-terrestre e Ritorno al futuro.
La trama e il cast di The Adam Project
Precedentemente intitolato Our Name is Adam, The Adam Project riunisce Ryan Reynolds e Shawn Levy dopo Free Guy, che come il nuovo film è targato Netflix. The Adam Project debutterà sulla piattaforma streaming l'11 marzo e vede nel cast anche Jennifer Garner, Mark Ruffalo, Zoe Saldana, Catherine Keener e il giovanissimo Walter Scobell. La storia è quella di un uomo di nome Adam che compie un viaggio all'indietro nel tempo per incontrare il se stesso tredicenne e convincere suo padre a farsi aiutare in una missione dalla quale dipende il futuro e la sopravvivenza dell'umanità.
The Adam Project come E.T. L'extra-terrestre e Ritorno al futuro: le parole di Ryan Reynolds
In una lunga intervista a Variety, Ryan Reynolds, che è sempre nella nostra top five di attori più simpatici di Hollywood, ha equiparato dunque The Adam Project ai film di fantascienza dei mitici anni Ottanta, in particolare quelli legati alla Amblin Entertainment di Steven Spielberg. Ecco cosa ha detto:
Mi sembrava uno di quei film in cui si avverano grandi desideri, irti di ostacoli e appartenenti alla categoria dei blockbuster. Nello stesso tempo avevo l'impressione che parlasse di qualcosa di molto personale - che poi è ciò che ho sempre adorato nei film degli anni Ottanta e che avevano ET - L'extra-terrestre e Ritorno al futuro, e qualsiasi cosa arrivasse dalla Amblin di Steven Spielberg: i Goonies. Avevo l'impressione che il nostro film ricordasse quel modo di fare cinema e, nel periodo che stiamo vivendo oggi, sembrava una scelta opportuna. L’ho sempre visto come il tipico film di Mary Pickford, il cui motto era: falli ridere, falli piangere e poi falli ridere di nuovo. Se ci riesci, avrai fatto un film che vale la pena vedere.
Per chi non lo sapesse, Mary Pickford è stata un'importantissima attrice del cinema muto, la co-fondatrice dello studio United Artists e una dei trentasei fondatori dell'Academy of Motion Pictures Arts and Sciences. Sempre nell’intervista a Variety, Ryan Reynolds ha spiegato:
Amiamo i film d’autore e amiamo i film di supereroi. Amiamo tutta quella roba, ma questo film è stato un'esperienza speciale e volevamo proseguire su quella strada.