Josh Gad rivela qual è il "peggior film che abbia mai fatto" della sua carriera
Nella sua autobiografia, Josh Gad ha ripercorso le esperienze passate della sua carriera e rivelato qual è il "peggior film che abbia mai fatto".

Josh Gad ha ben in mente la commedia che non rifarebbe se ne avesse l’opportunità. La sua carriera è stata segnata da diversi successi come il franchise d’animazione di Frozen, dove presta la voce originale ad Olaf, il dolcissimo pupazzo di neve che accompagna Anna ed Elsa nelle loro avventure sullo schermo. Eppure c’è stato un film che oggi probabilmente non rifarebbe ed è quanto ha raccontato nella sua recente autobiografia In Gad We Trust. Di quale si tratta?
Josh Gad ricorda qual è “il peggior film che abbia mai fatto” in tutta la sua carriera
Josh Gad ha realizzato diversi film nell’arco della sua carriera, ma si pente senza ombra di dubbio di Mardi Gras - Fuga dal college, una commedia del 2011 con Carmen Electra e Regina Hall che l’attore ha definito “il peggior film che abbia mai fatto e che spero di non fare mai più in vita mia”. Un ruolo arrivato in un periodo delicato della sua vita. Come ha raccontato nell’autobiografia, dopo il matrimonio con Ida Darvish ha deciso di tornare al lavoro poiché aveva firmato un contratto per due film. Mardi Gras - Fuga dal college rientrava tra questi accordi e racconta di un trio di amici al college che si concedono una gita a New Orleans per un po’ di sano divertimento. Josh Gad, tutto sommato, si è divertito, come ha precisato nel volume:
Mi sono divertito un mondo a girare a New Orleans con gente come la magnifica Regina Hall e il nostro ferocemente divertente scrittore (e ora amico di vecchia data) Josh Heald. Ma l’esperienza di girare il film è stata un incubo ad occhi aperti, con continue interferenze da parte dello studio, dove ci venivano letteralmente inviate scene scritte dal capo dello studio perché le girassimo il giorno dopo. Nulla aveva senso e, cosa peggiore, era solo una grande commedia sconclusionata e priva di senso in cui nessuno del team creativo aveva voce in capitolo.
La sua paura era un’altra, però. Come ha poi aggiunto nell’autobiografia, non voleva diventare uno stereotipo ad Hollywood: “La cosa peggiore è che ho iniziato a nutrire dei dubbi, avevo paura di stare imboccando la strada del migliore amico grasso e rumoroso chiamato per tutti i film del genere. Stavo iniziando a guadagnare di più, ma temevo di essermi avvicinato ad uno stereotipo. Qualsiasi sogno avessi di seguire le orme di Philip Seymour Hoffman o John Goodman sarebbe presto andato in frantumi se fossi rimasto su questa strada. Sapevo che dovevo diversificarmi e cercare di farmi vedere dalle persone in un modo nuovo ed inaspettato”.