Dalla tela al ciak: 3 film che trasformano l'arte in cinema
Provate a pensare al grande schermo come una tela: molto spesso i film si trasformano in opere che nascondono significati profondi, ispirandosi ai movimenti artistici più sorprendenti e affascinanti. Scopriamo come il cinema, attraverso dettagli nascosti e strutture visibili, riveli un'arte che sfida la nostra percezione.

Come un dipinto che prende vita, il cinema può riflettere e reinterpretare le correnti artistiche più celebri, trasformandole in storie visive che parlano direttamente all’immaginazione. Questa selezione di tre film contemporanei mostra come l'arte influenzi il linguaggio cinematografico, svelando il legame profondo tra le due forme di espressione.
3 Film per scoprire come il cinema interpreta i movimenti artistici più celebri
- Impressionismo: La La Land
- Surrealismo: Inception
- Pop Art: Barbie
da La La Land all'Impressionismo
Nella storia d’amore di Mia e Sebastian, la luce e il colore raccontano la storia tanto quanto le parole. Immaginiamo di rivedere la scena in cui Mia e le sue amiche stanno per andare alla festa sulle note di Someone in the Crowd. Ognuna di loro indossa un abito dai colori vivaci e, mentre ballano per strada, sono come un’esplosione di vita in un paesaggio grigio e monotono. Nonostante il contesto urbano, sono i loro colori a portare energia alla scena. Proprio come nei dipinti impressionisti, è il colore che parla, non l’ambiente intorno. Poco dopo, Mia e Sebastian, all’interno dell’osservatorio, danzano sospesi nel cielo e il loro movimento sembra quasi un’istantanea. Come le pennellate veloci di un pittore impressionista, le immagini catturano l’emozione del momento. In quei frammenti di tempo, sono i colori e i giochi di luce a raccontare ciò che i personaggi provano, proprio come nei dipinti di Monet, dove il movimento dà vita a ogni scena.
da Inception al Surrealismo
Nel mondo di Inception, sogno e realtà si intrecciano senza soluzione di continuità. Tutto scivola, si mescola, cambia forma. Pensate alla scena in cui Ariadne segue Cobb all’interno di un sogno condiviso: mentre camminano per le strade di Parigi, la città inizia a piegarsi su se stessa, come se fosse un libro pop-up. Le leggi della fisica non valgono più. È qui che il Surrealismo prende il sopravvento: ogni cosa si deforma, come nei dipinti di Dalí, dove l’inconscio detta le regole. Nulla è davvero ciò che sembra e ogni angolo del film è attraversato da simboli, desideri, paure. I sogni diventano spazi reali, concreti, da costruire come architetture mentali, lasciando lo spettatore sospeso tra la meraviglia e l’inquietudine. Più si scende in profondità, più si entra in contatto con qualcosa di fragile e vero: l’inconscio. Inception è un viaggio onirico in cui la logica si spezza e l’unica regola è che non esistono regole.
da Barbie alla Pop Art
L’universo creato da Greta Gerwig è un mondo saturo, vivace, ironico e profondamente critico. I colori sono esasperati, volutamente artificiali: il rosa domina tutto, trasformando ogni scena in una vetrina scintillante, quasi fastidiosa, come il volto di Marilyn Monroe ripreso da Andy Warhol sbattuto in faccia allo spettatore: ripetuto, iconico, commerciale, eppure intrinsecamente fragile. Ma dietro l’apparenza sgargiante, si nasconde un messaggio tagliente. Proprio come la Pop Art prende oggetti della cultura di massa per metterli sotto la lente dell’arte, anche Barbie fa lo stesso con la sua protagonista: un’icona commerciale, perfetta e stereotipata, che viene smontata pezzo per pezzo per interrogarsi su identità, femminilità, aspettative sociali.
Ritorniamo a BarbieLand: un mondo fatto di plastica che finge di essere perfetto, ma che a poco a poco si incrina. Gli oggetti diventano simboli, i sorrisi si trasformano in dubbi e l’estetica giocosa si tinge di falsità.
È proprio questo il cuore della Pop Art: prendere ciò che conosciamo (e che consumiamo) e rivelarne il significato nascosto. Proprio come in un quadro di Warhol, Barbie è tutto e il contrario di tutto: colorata ma inquieta, ironica ma profonda, leggera solo in apparenza. Un’espressione artistica che de-costruisce l’immagine perfetta, facendo emergere la complessità nascosta dietro l’apparenza.
Dal pennello alla scena, questi film ci invitano a guardare oltre la superficie, a scoprire come ogni movimento artistico, ogni dettaglio visivo, possa trasformare un racconto cinematografico in un’opera d’arte. Guardare il cinema con occhi nuovi significa scoprire non solo le storie che racconta, ma anche la sua potente capacità di esprimere emozioni attraverso il linguaggio visivo dell’arte.