Dal Tramonto all'Alba, Salma Hayek: la scena cult fu una 'furbata' di Tarantino. "Clooney si lamentava, io urlavo e piangevo"

Quentin Tarantino si è ritagliato un ruolo più o meno ampio in ogni film che ha diretto. In Dal Tramonto all'Alba (1996) di Robert Rodriguez, l'eccentrico autore ha alzato l'asticella. Oltre a produrre e firmare la sceneggiatura, ha prestato il volto al protagonista Richie Gecko. Il film, ad alto tasso di violenza e scene splatter, vanta un cast stellare che include George Clooney e Salma Hayek, all'epoca certamente non famosi come al giorno d'oggi.

La storia è ambientata in Texas e ruota attorno ai fratelli Seth e Richie Gecko, due criminali in fuga con una donna in ostaggio ed una valigetta piena di soldi. I Gecko trovano rifugio in uno squallido motel dove Richie, instabile mentalmente, uccide l'ostaggio non appena suo fratello si assenta. Una volta tornato in motel, Seth lo informa che il loro contatto, il narcotrafficante Carlos, li aspetta il mattino dopo al Titty Twister, un malfamato bar messicano per motociclisti e camionisti.

Alla loro storyline s'intreccia quella della famiglia Fuller, diretta in vacanza in Messico a bordo di un camper. Jacob (Harvey Keitel) è un pastore da poco rimasto vedono e, con lui, ci sono i figli Kate (Juliette Lewis) e Scott (Ernest Liu). I tre si fermano nello stesso motel dei Gecko, che li obbligano ad aiutarli a raggiungere la frontiera. La lunga sequenza ambientata all'interno del Titty Twister è un gioiellino per gli appassionati del cinema di Rodriguez e non solo. Prima che la situazione degeneri ed emerga la vera natura dei frequentatori del bar, appare una sensualissima Salma Hayek che, nei panni di Santanico Pandemonium, si esibisce in un provocante numero con tanto di serpente.

Ad un certo punto, l'eccitante ballerina si versa della tequila sulla gamba e costringe Richie, il personaggio di Tarantino, a bere succhiandole le dita dei piedi. Che il regista di Pulp Fiction abbia un debole per i piedi femminili non è certo un mistero. In questo caso specifico, è più che plateale. Ecco perché la Hayek, in una vecchia intervista con The Free Library, dichiarò che, secondo lei, Quentin si era fatto una sorta di auto-regalo, scrivendo quella scena.

Quentin ha scritto quella scena per sé. George [Clooney, ndr] si lamentava perché io lo picchiavo. Lo maltrattavo e lo chiamavo il mio schiavo. Ha chiesto a Quentin: "Come mai io vengo picchiato e tu le lecchi i piedi?"

Non è tutto. La star di Frida, per portare a casa la performance in Dal Tramonto all'Alba, ha dovuto superare una tremenda fobia: quella dei serpenti. "Tre mesi prima di girare la scena - ha continuato - impazzivo se vedevo un serpente. Iniziavo a urlare e piangere. Alla fine, riuscivo a toccare il serpente con un dito. Quando siamo arrivati ​​a filmare, mi è piaciuto molto il ballo ".

A spronarla a vincere la sua paura, ha ammesso, è stata la necessità di pagare l'affitto. Anche perché Tarantino non solo non volle sentire ragioni, ma minacciò di sostituirla con Madonna se non avesse ballato con il sinuoso rettile. Con l'aiuto di pratiche come l'ipnosi e la meditazione, la fobia pian piano è scomparsa.

Quentin Tarantino: la sua passione per i piedi è solo 'buona regia'

Chiunque bazzichi il cinema di Quentin Tarantino avrà notato che, nei suoi film, non di rado vengono inquadrati piedi femminili. Si pensi, tanto per citare un esempio, a Kill Bill: Volume 1 (2003). Nella scena in cui Beatrix Kiddo (Uma Thurman) si risveglia dal coma, il regista ha inserito insistenti primi piani dei piedi scalzi dell’attrice, alla quale aveva vietato pedicure e make-up.

In un'occasione, il papà de Le Iene ha risposto alla curiosità del pubblico in merito a questa sua 'ossessione'. Ai microfondi di GQ, ha detto con nonchalance: "Ci sono molti piedi in molti film di buoni registi. È solo una buona regia".

È dunque per buona regia che Richie Gecko si è ritrovato con in bocca i piedi 'alcoolici' di Santanico Pandemonium e l'autore abbia 'casualmente' scelto per sé il ruolo che più intimamente lo avvicinava alla sua (non tanto) segreta passione.