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BIOGRAFIA DI JEFF BRIDGES
Jeffrey Leon Bridges, uno degli attori più carismatici della sua generazione, oltre che produttore e mucisista country, ha all'attivo oltre 40 anni di carriera (molti di più se si considerano le sue prime apparizioni televisive). Nasce a Los Angeles in una consolidata famiglia appartente al mondo dello spettacolo. E' infatti il figlio di due attori: il celebre
Lloyd, volto noto al pubblico cinematografico e televisivo, scomparso nel 1998, e
Dorothy Simpson, morta nel 2009. Il fratello maggiore
Beau è un altro rinomato interprete. Anche se inizia da bambino a recitare, dopo il liceo il futuro premio Oscar studia al prestigioso
Herbert Berghof Studio di New York, dove si sono formati molti suoi valenti colleghi tra cui
Jack Lemmon,
Al Pacino,
Anne Bancroft,
Gene Wilder e
Liza Minnelli.
Con la capacità di recitare nel DNA, a 2 anni appare per la prima volta sullo schermo in un film intitolato
N. N. vigilata speciale, tra i 9 e i 10 ha un ruolo ricorrente nella serie tv Sea Hunt e tra i 13 e i 14 in
The Lloyd Bridges Show. Appare poi in show come
Il cavaliere solitario,
Lassie e
FBI prima di riaffacciarsi sullo schermo, nel 1970, nel film drammatico
Halls of Anger, dove fa parte di un gruppo di ragazzi bianchi trasferiti in un liceo in precedenza per soli neri. Il ruolo che fa la differenza arriva
nel 1971, ed è quello di Duane Jackson nello struggente
L'ultimo spettacolo di
Peter Bogdanovich, per il quale
viene candidato all'Oscar come non protagonista. Un'altra ottima performance la offre l'anno successivo in
Città amara di
John Huston, in cui interpreta un pugile.
Nel 1974 arriva la sua seconda nomination per
Una calibro 20 per lo specialista di
Michael Cimino, dove è il giovane ladro d'auto che si trova casualmente ad affiancare il rapinatore interpretato da
Clint Eastwood. Negli anni successivi lo vediamo impegnato sulla strada del cinema più commerciale, come il
remake di King Kong del 1976, grande successo, in coppia con
Jessica Lange. Il suo bell'aspetto sembra candidarlo naturalmente a star, ma alla fine sarà l'anima da caratterista a prevalere.
Nel 1980 torna a lavorare con Michael Cimino nel mitico ma travagliato
I cancelli del cielo, passato alla storia come il film che ha fatto fallire la United Artists. Due anni dopo è coprotagonista dell'avveniristico
Tron (e
nel 2010 tornerà nel sequel
Tron: Legacy), film diventato di culto. Nello stesso anno è protagonista della commedia romantica con
Sally Field C'è... un fantasma tra noi due e
nel 1985 viene di nuovo
candidato all'Oscar e al Golden Globe, stavolta come protagonista, per il ruolo dell'alieno nel commovente
Starman, film di fantascienza che è una delle pochissime incursioni nel mainstream del regista
John Carpenter. Seguono i thriller
Doppio taglio e
Il mattino dopo e il film biografico di
Francis Ford Coppola:
Tucker: un uomo e il suo sogno (1988).
Nel 1989 in
I favolosi Baker recita
in coppia col fratello Beau e l'anno successivo torna con
Bogdanovich nel poco ispirato sequel de
L'ultimo spettacolo,
Texasville.
I Novanta sono l'anno della sua maturità, che sforna alcune delle
sue prove migliori: è il dj depresso che fa amicizia con l'homeless
Robin Williams nel toccante
La leggenda del re pescatore di
Terry Gilliam, il sopravvissuto di
Fearless di
Peter Weir (1993), lo psicopatico di
The Vanishing, l'ex carcerato di
American Heart, il bombarolo irlandese di
Blown Away, l'innamorato di
Barbra Streisand in
L'amore ha due facce e soprattutto,
nel 1996, è l'indimenticabile Drugo, o Dude, nel
Grande Lebowski dei
fratelli Coen, film - e personaggio - che danno origine a un vero e proprio culto pop. Nel 1999 interpreta l'apprezzato thriller
Arlington Road, recita poi per
Albert Brooks in
La dea del successo e nel 2001 con The Contender ottiene un'altra candidatura all'Oscar e al Golden Globe.
Nel 2005 torna a lavorare con
Terry Gilliam in un piccolo e intenso ruolo in
Tideland.
Nel frattempo coltiva anche la carriera musicale: ha inciso
il primo album nel 2000 10 anni dopo, nel film
che finalmente gli porta l'atteso Oscar e il premio della Screen Actors Guild,
Crazy Heart, canta nel ruolo di un cantante country ispirato all'amico e collega
Kris Kristofferson. Tra gli altri film del periodo, appare come
Obadiah Shane in
Iron Man (2008) e lavora in
L'uomo che fissa le capre. Nell'anno dell'Oscar, il 2010, esce
Il Grinta, dove è
di nuovo diretto dai fratelli Coen nel ruolo che fu di
John Wayne. Per il film ottiene nel 2011 una nuova nomination all'Oscar. Recita poi nel fallimentare
R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà, ma si riscatta col fantasy distopico
The Giver - Il mondo di Jonas. Il libro di Lois Lowry da cui è tratto era la lettura preferita delle figlie e Bridges, che lo produce, da tempo desiderava portarlo sullo schermo col padre nel ruolo che poi interpreterà. Ma i diritti si sbloccano troppo tardi, anche se, in proprio, l'attore gira una versione casalinga e ovviamente inedita della storia.
Nel 2014 fa parte del cast corale del fantasy
Il settimo figlio, diretto da
Sergej Bodrov e con
Julianne Moore. E' Master Thomas, lo stregone che insegna le arti magiche al personaggio di
Ben Barnes.
Nel 2015 incide un disco di musica ambient intitolato Sleeping Tapes.
E' sposato dal 1977 con Susan Geston che gli ha dato tre figlie ed è diventato nonno nel 2011. E' un noto filantropo e autore di bellissime foto sui set, raccolte in un libro nel 2003.