She Came to Me, Anne Hathaway come Patricia ha lottato contro il suo perfezionismo

Non è così raro che attori e attrici riescano a trovare uno o più punti in comune con i personaggi che interpretano. È accaduto anche ad Anne Hathaway per She Came to Me, una dramedy diretta da Rebecca Miller in cui interpreta una donna ossessionata dalla perfezione soltanto perché non è in grado di fare ordine nella sua vita privata. Per Anne Hathaway è stato facile comprendere il suo personaggio, Patricia, perché a sua volta ha lottato contro il suo bisogno di perfezionismo.

She Came to Me, Anne Hathaway ha compreso il bisogno di perfezionismo di Patricia

La commedia romantica dalle venature drammatiche intitolata She Came to Me è ambientata a New York e racconta la storia di un compositore che ha perso la sua vocazione. Steven Lauddem (Peter Dinklage) non è ispirato, ha un blocco creativo e ha poche settimane di tempo per ultimare il lavoro commissionatogli. Sua moglie ed ex terapista gli suggerisce di prendere una boccata d’aria fresca, cambiare scenario così da ritrovare l’ispirazione ed è esattamente ciò che accade, seppur in un modo piuttosto bizzarro. Steven finisce per avere una notte di passione con una rimorchiatrice al porto in cerca di forti emozioni: il suo nome è Katrina (Marisa Tomei). Quell’incontro ravvicinato sotto le lenzuola riaccenderà la lampadina nel cervello di Steven, che riuscirà a mettere in piedi il suo spettacolo in tempo per la scadenza. Ma i problemi sono appena iniziati per il suo matrimonio. In She Came to Me la Hathaway interpreta Patricia, una donna che cerca di proteggersi dalle delusioni in un matrimonio che pare programmato su carta, costantemente organizzato come la sua mania di perfezione. Anche Anne Hathaway ha seguito quell’idea per un po’, come raccontato a Variety:

Penso che forse nella prima parte della mia vita credevo un po’ di più nel perfezionismo. Patricia pensa che se riesce a fare tutto per bene allora proteggerà le persone che ama dal fatto che succedano loro cose brutte.

L’attrice ha raccontato di aver discusso a lungo con la regista e sceneggiatrice per capire come rendere al meglio un personaggio così complesso come Patricia sull’orlo del collasso mentale:

Penso che sia davvero allettante quando interpreti qualcuno un po’ più esaltato per spingersi verso i limiti, ma abbiamo parlato di come Patricia avesse bisogno di sentirsi reale, di come noi avessimo bisogno di radicarla e di come lei dovesse semplicemente farlo, sentirsi credibile. Il mio personaggio ha un bel po’ di problemi, un esaurimento nervoso, e quindi sapevo di voler essere degna del compito. Doveva avere questo esaurimento nervoso perché altrimenti sarebbe esplosa fisicamente.