Denis Villeneuve: "Il futuro del cinema? Sono ottimista, ne abbiamo bisogno per la nostra salute"
In una pausa tra Dune Parte 2 e Dune Messiah, il regista Denis Villeneuve parlando con Indiewire si dice felice dei suoi ultimi lavori, per certi versi una scommessa, e non è scettico sul futuro della sala, streaming o non streaming.
Denis Villeneuve si gode ancora il successo di Dune Parte Due, coronamento di un'operazione che, discutendo con Indiewire, continua a ritenere una scommessa vinta, perché non era affatto sicuro che un nuovo adattamento del romanzo di Frank Herbert avrebbe funzionato. I suoi film sono ad alto budget ma, un po' come quelli di Christopher Nolan, sono anche celebrazioni non scontate della grande esperienza in sala. C'è ancora posto per il cinema nel futuro che Denis vede? Certamente. Leggi anche Denis Villeneuve non è interessato a Star Wars, da deluso fan della prima ora
"Il cinema troverà un equilibrio con lo streaming", parola di Denis Villeneuve
Dune (2021) e Dune Parte Due (2024) sono state delle scommesse, che al botteghino hanno pagato: costati tra i 165 e i 190 milioni di dollari ciascuno (fonti Deadline e Variety), sono stati kolossal "autoriali" che hanno portato a casa rispettivamente 407.700.000 dollari ancora in pandemia, e 714.400.000 quest'anno (fonte Boxofficemojo). Il romanzo di Herbert è diventato un modo, com'è tipico della migliore fantascienza, di riflettere su tematiche eterne. Denis Villeneuve dice: "C'è qualcosa di speciale nel parlare di argomenti difficili o controversi con quella totale libertà, perché parli di un mondo che non esiste. Sei libero di parlare di politica, religione, cose difficili di cui non potresti parlare altrimenti." Film non semplicissimi, eppure ben accolti dal pubblico... e in sala. Il cinema allora non è morto, come si temeva fino a tre-quattro anni fa?
Sono molto ottimista, credo che alla fine l'esperienza del grande schermo, in sala, prevarrà. So che è stata sfidata negli ultimi anni con lo streaming e la pandemia, ma credo che troveremo un equilibrio, [...] anche se mi preoccupa che gli autori indipendenti non riescano ad avere accesso alla distribuzione cinematografica. [...] Credo che come società abbiamo bisogno di spazi in cui possiamo stare tutti insieme, vivendo insieme le nostre emozioni: un concerto rock, una commedia teatrale, l'opera e così via. È molto salutare per gli esseri umani riunirsi per condividere emozioni e idee.