Death of a Unicorn: vi presentiamo la commedia dark con Jenna Ortega e Paul Rudd
Gli unicorni tornano al cinema e stavolta impartiscono una crudele lezione agli esseri umani. Oggi, 10 aprile, esce al cinema, distribuito da I Wonder Pictures, Death of a Unicorn, un film che mescola generi e atmosfere in modo inedito. Ve lo presentiamo.

- Death of a Unicorn: la trama
- Gli unicorni nel mito
- Gli unicorni al cinema
- Death of a Unicorn come satira
Arriva al cinema il 10 aprile con I Wonder Pictures uno di quei film che rifuggono deliberatamente da una classificazione di genere. Death of a Unicorn è infatti un inedito ibrido tra commedia dark, fantasy, horror splatter e satira sociale. Targato A24 (Ari Aster qua è produttore esecutivo), sempre più garanzia di “cose mai viste prima”, racconta una storia i cui protagonisti principali sono Paul Rudd e Jenna Ortega, accompagnati da un cast di prim’ordine che comprende l’attore inglese Richard E. Grant, Téa Leoni e Will Poulter. Alla regia c’è il produttore Alex Scharfman, che dice di essersi ispirato per la sua opera prima dietro la macchina da presa a quel tipo di film popolare che facevano negli anni Ottanta e Novanta registi come Ridley Scott, John Carpenter, James Cameron e Steven Spielberg. L’elemento che colpisce di più l’immaginazione dello spettatore è ovviamente il ritorno sul grande schermo, per di più in... formazione allargata, dell’Unicorno, affascinante figura mitologica che da un po’ di tempo mancava al cinema. Vediamo di scoprire di più, senza spoiler, su questo film bizzarro e originale che è Death of a Unicorn, inclusi i suoi precedenti.
Death of a Unicorn: la trama
Un avvocato americano, Elliot, si reca con la figlia Ridley in Canada, diretto alla residenza dei Leopold, una famiglia la cui ricchezza è fondata sull’industria farmaceutica. Proprio il fondatore, Odell, è in fin di vita per un tumore ed Elliot, che lavora per l’azienda, si accinge a ricevere l’investitura ufficiale come membro del consiglio di amministrazione, in modo da poter assicurare alla figlia, rimasta orfana, un avvenire di benessere. Mentre guidano in mezzo a boschi incontaminati, all’improvviso investono un animale. Con grande incredulità si trovano di fronte un giovane unicorno e mentre Ridley entra in contatto con l’animale, Elliot lo finisce e ne carica la carcassa in macchina. Quando si scopre che il sangue e il corno della creatura hanno proprietà curative tutto cambia e il previsto fine settimana di consacrazione si trasforma in un incubo, mentre fuori dalla lussuosa residenza i genitori del cucciolo si preparano alla vendetta.

Gli unicorni nel mito
Il mito dell’unicorno è uno dei più antichi e affascinanti nella storia dell’umanità. Le sue origini risalgono al 400 a.C. e per tutta l’antichità la creatura era considerata feroce, impossibile da catturare e dotata di un corno magico con proprietà curative. Nel Medioevo la sua figura diventò simbolo di purezza e popolò narrazioni, miniature ed arazzi, come il celebre ciclo La caccia all’unicorno, custodito in The Cloisters, una sede distaccata del Metropolitan Museum of Art di New York, che nel film viene “letto” da Ridley e da Shepard (Poulter) per capire cosa sta succedendo. Durante il Cristianesimo si accentua il significato di grazia della creatura, e nasce la figura della fanciulla vergine e pura che può domare e catturare l’unicorno. L’origine di questa creatura mitologica viene da una descrizione fantastica del rinoceronte indiano e dal ritrovamento di corni ossei appartenenti al narvalo, un cetaceo dotato di una lunga zanna a spirale, spesso spacciati per appendici di unicorno da chi ne faceva commercio.

Gli unicorni al cinema
Non a caso Scharfman cita tra i registi che gli sono stati d’ispirazione per Death of a Unicorn, Ridley Scott (neanche il nome della protagonista femminile è una coincidenza). Proprio a lui si deve infatti il film forse più celebre che contiene la magica creatura: nel 1985 in Legend, sua unica incursione nel fantasy puro, l’unicorno nella sua classica e rassicurante immagine di bianca purezza (vedi foto sotto), molto diversa da quella che vediamo in Death of a Unicorn, compare al fianco di Tom Cruise, Mia Sara e Tim Curry. Ma, anche se meno noto e pochissimo visto, nel 1975 il regista francese Louis Malle lo aveva preceduto firmando un film anomalo nella sua carriera, sperimentale e quasi surrealista, intitolato Luna nera, in cui tra diverse bizzarre creature compare anche un unicorno. Li (o lo) troviamo anche in Harry Potter e la pietra filosofale, Il magico mondo di Ella, Moonacre I segreti dell'ultima luna, Stardust, Unicorn Store, e naturalmente in molti film d’animazione come Nico the Unicorn, L’ultimo unicorno, Fantasia 2000, Thelma l'unicorno e parecchi cortometraggi destinati a un pubblico infantile.

Death of a Unicorn come satira
Un aspetto importante, infine, dei molti livelli di Death of a Unicorn, è quello satirico. La famiglia Leopold è infatti ispirata alla vera famiglia Sackler, proprietaria della Purdue Pharma, che abbiamo conosciuto in film, documentari e serie tv come Tutta la bellezza e il dolore e Dopesick, come responsabile della crisi degli oppioidi in America, quando, per smania di profitto, mentì ai medici in merito alla mancanza di assuefazione data dall’antidolorifico Oxycontin (ossicodone), spingendoli a prescriverlo e creando un numero spaventoso di tossicodipendenti. Scharfman venne colpito dal contrasto tra le attività filantropiche e in favore dell’arte dei Sackler, che andavano di pari passo con lo sfruttamento della medicina a scopi di profitto personale. Nel film il personaggio di Téa Leoni in particolare rappresenta proprio questo lato “benefico”, anche se nel corso della storia si rivelano le vere motivazioni della famiglia dietro ad una facciata di rispettabilità.
Se vi siete abbastanza incuriositi e avete voglia di vedere quello che Death of a Unicorn porta al cinema mescolando generi e temi in un modo che non avete mai visto, lo trovate al cinema dal 10 aprile.