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Buon Compleanno Luc Besson: celebriamo il regista attraverso le donne più toste della sua filmografia

Il visionario regista Luc Besson compie oggi 65 anni. Per festeggiarlo, ci lanceremo in un breve excursus tra le protagoniste femminili più interessanti ed originali del suo cinema. Dalla giovane Matilda all'implacabile Anna, qual è la vostra preferita?

Buon Compleanno Luc Besson: celebriamo il regista attraverso le donne più toste della sua filmografia

Quale modo migliore di sottolineare il 65esimo compleanno di Luc Besson se non attraverso i più intensi ed incisivi ritratti femminili da lui portati sul grande schermo? Il regista francese, in tal senso, ha moltissime frecce al proprio arco. Nel corso di più di quarant'anni di carriera, infatti, ha dato vita ad una serie di indimenticabili eroine, ciascuna con una marcia in più per ragioni differenti. Andiamo dunque a ricordare le principali protagoniste della filmografia 'bessoniana': quelle che più hanno fatto breccia nel cuore del pubblico.

Nikita, la prima 'donna della vita' di Besson

Seguendo l'ordine cronologico, non possiamo che partire da Nikita, protagonista del film omonimo del 1990. Luc Besson ha seguito una consuetudine tanto curiosa quanto frequente nei grandi registi: coinvolgere nelle sue opere le donne della sua vita. A prestare il volto alla spietata assassina del film è, infatti, Anne Parillaud, la sua prima moglie. Nel corso del tempo, farà lo stesso con la seconda consorte Maïwenn, sposata quando l'attrice aveva solo 16 anni.

Maïwenn compare in piccoli ruoli in Léon (1994) e ne Il quinto elemento (1997). Durante le riprese di quest'ultimo, il regista si innamorerà follemente della star della pellicola, Milla Jovovich, con cui convolerà a nozze nel 1998. L'attrice e modella russa, per il marito, vestirà anche i panni di Giovanna d'Arco nel film del 1999. Dal 2004, Luc Besson è sposato con la produttrice Virginie Silla, madre dei suoi tre figli. Dal matrimonio con Maïwenn è nata invece la sua primogenita.

Archiviato il chiassoso excursus sulla vita privata dell'autore, puntualmente intrecciata con quella artistica, torniamo alla letale Nikita. Siamo a Parigi dove la ragazza, che ha seri problemi di tossicodipendenza, viene condannata all'ergastolo per aver ucciso a sangue freddo un poliziotto. Il governo francese, colpito dalle sue abilità, la dà ufficialmente per morta e incarica i servizi segreti di istruirla per diventare un killer. Dopo il lungo e difficile apprendistato, le verranno affidate missioni particolarmente rischiose e difficili. L'incontro con Marco, cassiere di un supermercato di cui s'innamora, le farà scoprire sentimenti mai provati. Riuscirà a sottrarsi al proprio destino per cominciare una vita nuova e, finalmente, felice?

Leòn: Mathilda ha lanciato (e segnato) Natalie Portman

Una delle pellicole più riuscite ed amate dirette dal regista francese è indubbiamente Leòn. Una giovanissima e disarmante Natalie Portman interpreta Mathilda, dodicenne che vive nello stesso palazzo newyorchese dello schivo sicario che dà il titolo al film (Jean Reno). Quando gli scagnozzi del folle Norman Stansfield (Gary Oldman) massacrano la sua famiglia, Mathilda (che in quel momento non era in casa) entrerà suo malgrado nella vita di Leòn. Lui, dapprima riluttante, le addestrerà ad usare le armi. Lei gli insegnerà a leggere e a prendersi cura di sé.

Besson si è addentrato su un terreno scivoloso. Non è errato affermare che, più che un thriller, Leòn sia un film d'amore. Al tempo stesso, non era semplice raccontare il tenero sentimento che la ragazzina sviluppa per il killer, con annessi confusione e turbamento di quest'ultimo. Il regista è evidentemente riuscito a trattare il delicatissimo tema nel modo migliore, dal momento che il film è diventato un vero e proprio cult.

Il rovescio della medaglia è il modo in cui Natalie Portman ha vissuto la fase successiva al successo del lungometraggio. L'attrice ha ammesso di provare sentimenti contrastanti nei confronti di Leòn. Indubbiamente la pellicola ha lanciato la sua carriera, ma l'ha anche segnata indelebilmente. La star de Il Cigno Nero aveva appena 12 anni quando ha debuttato sul grande schermo.

"Ero decisamente consapevole del fatto di essere vista come una sorta di 'Lolita' - ha dichiarato tempo fa - Essere sessualizzata a quel punto da bambina, penso mi abbia portato via la mia sessualità. Mi ha fatto paura, mi spaventò a morte. Non ti senti al sicuro quando uomini adulti si mostrano interessati a te".

Il Quinto Elemento: Leeloo è ancora un'icona di stile

Corriamo nel futuro, precisamente nel 2263, in cui è ambientato un altro dei maggiori successi di Luc Besson: Il Quinto Elemento. La Terra sta per essere distrutta dal “Male Supremo” e l'unica speranza di salvezza è Leeloo (Milla Jovovich), creatura aliena clonata dagli scienziati newyorchesi grazie ad un brandello di tessuto organico. Terrorizzata da un ambiente sconosciuto, fugge dal laboratorio e si schianta contro il taxi volante di Korben Dallas (Bruce Willis), ex marine delle forze speciali. Dopo aver aiutato la donna a scappare dalla polizia, Korben la porta dal sacerdote Cornelius (Ian Holm), che scoprirà che Leeloo è l'incarnazione del Quinto elemento. I protagonisti capiranno in che modo evitare la distruzione del Pianeta?

Curiosità: il linguaggio divino parlato da Leeloo è stato inventato proprio dal regista. Besson ha creato 400 parole e poi, insieme a Milla Jovovich, ne ha affinato la pronuncia. Alla fine delle riprese i due potevano sostenere una conversazione in questa strana lingua.

Il Quinto Elemento ha inciso significativamente sulla cultura pop, grazie soprattutto ai look simil-punk della sua eroina e della sua chioma rossa e selvaggia. L'iconico costume composto da una serie di fasciature è nato dalla maestria di Jean Paul Gaultier, ma anche da qualche prezioso suggerimento della Jovovich.

Qualcosa di cui io e Luc avevamo parlato prima di incontrarci con Jean Paul era tipo: 'Come giriamo la scena del parto di Leeloo?' [...] è nuda, ma non può essere nuda per tutto il film, quindi cosa facciamo? Ho pensato a quando sei in ospedale e ti mettono addosso un camice aperto nella parte posteriore, in modo che possano farti iniezioni e mettere tubi e cose così. Devi avere il meno possibile addosso, ma per pudore devi anche coprirti. Allora come lo facciamo? Ed è da lì che è nata l’idea delle bende.

Naturalmente il nostro breve excursus potrebbe a lungo, includendo altre memorabili figure come la già citata Giovanna d'Arco o l'intrepida Adèle (Louise Bourgoin) di Adèle e l'enigma del faraone (2010). Besson, nel 2011, si è cimentato anche con il biopic, raccontando la vita del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi (Michelle Yeoh) in The Lady. Impossibile tralasciare, infine, la quasi-supereroina Lucy (2014) interpretata da una spericolata Scarlett Johansson (2014) e la scaltra Anna Poliatova (Saša Luss) in fuga dal KGB nella spy-story datata 2019.



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