Touch: La recensione del film di Baltasar Kormákur sulla ricerca di un amore perduto

23 luglio 2024
4 di 5

Il regista finlandese Baltasar Kormákur, che ci ha abituato a film dal ritmo serrato, cambia passo con Touch, adattamento di un celebre best-seller che gli permette di parlare di un grande rimosso e delle minacce della nostra contemporaneità all'interno di un dramma sentimentale. La recensione di Carola Proto

Touch: La recensione del film di Baltasar Kormákur sulla ricerca di un amore perduto

Ogni mattina Kristofer si sveglia alle 5.30 e, per tenere allenata la mente e contrastare una demenza senile ancora non troppo aggressiva, recita il numero della sua polizza sanitaria, il menu del giorno del ristorante di pesce di cui è proprietario e un haiku giapponese. Quest'ultimo, un componimento poetico in tre versi, non è la madeleine proustiana di Touch, perché Kristofer pensa da tempo al suo primo grande amore Miko, che ha conosciuto quando, lasciata la London School of Economics nell'estate del 1969, da giovane anticapitalista ha capito che l'unico modo per stare vicino al proletariato era sporcarsi le mani con un lavoro umile. Erano gli anni della cultura hippie i giorni del Bed-In per la pace di John Lennon e Yoko-Ono, lei giapponese e lui europeo proprio come Miko e Kristofer, che all’ex Beatle e signora criticava la scelta di una suite presidenziale come teatro della protesta contro la Guerra del Vietnam.

Ma torniamo al Kristofer anziano per dire che la storia di un uomo che alla fine della vita si mette in viaggio per riconciliarsi con un luogo o con una persona cara proprio originale non è, e infatti ci vengono in mente almeno 5 o 6 titoli, in primis Una storia vera di David Lynch. Ma in fondo che importa? Non è forse vero che tutto è già stato raccontato e che con il trascorrere del tempo si pensa sempre più spesso alla propria giovinezza? Avete notato che, superato il mezzo del cammin di nostra vita, gli anni si mettono a correre, mentre comincia ad affacciarsi la paura della morte e il bisogno di chiudere i conti con il passato? Lo scorrere del tempo, non c'è dubbio, è uno dei temi importanti di Touch, e Baltasar Kormákur lo affronta con una gentilezza e una delicatezza che attraversano l'intero film, quasi che il regista avesse deciso di prendere per mano lo spettatore e farlo riflettere con lui su qualcosa a cui non vorremmo pensare.

Il grande rimosso, però, che più sta a cuore a Baltasar è la Seconda Guerra Mondiale, ma ne parliamo fra poco. Al contrario dell’Alvin Straight lynchano o del personaggio interpretato da Timothy Spall in Appuntamento a Land's End, il focus di Touch non è il viaggio più o meno periglioso del Kristofer vecchio ma il suo passato nelle cucine del ristorante di Takashi-San, che non è solo il padre di Miko ma anche il depositario di una cultura in cui le tradizioni ancestrali convivono con il moderno e si praticano il rispetto e l’educazione in nome dell'armonia familiare e sociale.
Eppure nella quest del Kristofer contemporaneo un ostacolo c’è ed è la pandemia di Covid-19. Il nostro eroe lascia Reykjavik alla vigilia del lockdown e il suo tragitto dall'Islanda a Hiroshima acquista una connotazione surreale dietro cui si nasconde il desiderio collettivo (l'ennesimo!) di dimenticare tempi bui che l'umanità intera ancora deve "elaborare". E tuttavia il protagonista del film non ha l'irrequietezza di chi non ha più punti fermi ed è quindi alla ricerca di un senso. No, Kristofer (Egill Ólafsson) è un uomo risolto che ha vissuto una vita felice con sua moglie e la di lei figlia, e che semplicemente desidera un finale alternativo. Ora, questo finale contiene lo svelamento di un mistero, la risoluzione di un enigma, e ciò fa di Touch la storia di una missione, e quindi il Kormákur di Everest non è poi così lontano. Certo, il regista ci ha abituato all'azione e all’adrenalina, ma l'amore, il romanticismo e un ritmo del racconto meno forsennato affondano le loro radici nella sua passione giovanile per le pièce di Shakespeare, Ibsen e Chekhov. Allo stesso modo di questi numi tutelari della drammaturgia mondiale, Baltasar Kormákur non lascia fuori, come già detto, la storia e le sue drammatiche conseguenze, scegliendo di concentrarsi sugli effetti di una tragedia invece che sulla tragedia stessa. Nell'anno del trionfo agli Oscar di Oppenheimer, il regista islandese - guarda un po’- ci mostra l'altra faccia dell'invenzione della bomba atomica.

Non siamo poi così distanti, non per stile ma per contenuto, da Hiroshima mon amour, ma se il buon Baltasar torna alla Seconda Guerra Mondiale e a uno dei suoi capitoli più insensati, è perché, da uomo che ha vissuto gli anni della Guerra Fredda, sente che nel nostro disgraziato mondo l'atmosfera è molto simile a quella della prima metà degli anni '40. Ecco dunque che Touch, seppure nel suo elogio della lentezza, diventa un film che nasce da un'urgenza, dal desiderio di un memento mori tutt’altro che presuntuoso e didascalico.

Se Egill Ólafsson è un'ottima versione agé di Kristofer, anche la sua versione giovane convince. A impersonarla è Palmi Kormákur, figlio di BK e ragazzo altissimo dall’aria mite e lo sguardo tenero. Il suo young Kristofer è silenzioso e riflessivo, e quindi non ha nulla a che vedere con la maggior parte degli protagonisti di tanti film romantici: piuttosto gioca di rimessa e si accorge di quanto la felicità stia nelle piccole cose, come una prima colazione ben cucinata. E proprio perché il personaggio non è un Don Giovanni, il passo del film riflette l'amore quieto ma profondo tra lui e Miko, che invece è forte e ribelle come certe ragazze favolose dei Seventies.

Non è un film perfetto Touch, che prende spunto da un romanzo di Olaf Olafsson, perché ogni tanto si perde e si dilunga, ma il suo "Fate l'amore non fate la guerra" arriva comunque, anzi arriva di più che se fosse gridato con prepotenza, perché quando la violenza entra in un racconto intimo, la deflagrazione è comunque presente, solo che è silenziosa, e nel nostro caso un silenzio dice più di mille parole. Del resto, implodere è decisamente peggio che esplodere.



  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
Suggerisci una correzione per la recensione
Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Trova i migliori Film e Serie TV disponibili sulle principali piattaforme di streaming legale.
I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.
Piattaforme Streaming
Netflix
Amazon Prime Video
Disney+
NOW
Infinity+
CHILI
TIMVision
Apple Itunes
Google Play
RaiPlay
Rakuten TV
Paramount+
lascia un commento