Woody Allen più cinico che mai su cancel culture e prossimi film. Ritorno sul set? Sì, ma ad una condizione
Dopo il successo del suo ultimo film, Un Colpo di Fortuna, Woody Allen racconta come si è trasformato il suo rapporto con il set e l'industria cinematografica. Tornerà dietro la macchina da presa? Il regista di Match Point non lo esclude, ma ad una condizione!

Woody Allen all'attacco dell'industria cinematografica. Il celebre regista, icona della comicità a stelle e strisce, ha concesso un'intervista a AirMail all'insegna della schiettezza e del disincanto. Non che, di regola, Allen sia incline alla leggerezza. Tuttavia, giunto alla tenerà età di 88 anni, il brillante autore comincia a fare i suoi bilanci. E non risparmia nessuno: alla berlina ci sono Hollywood, la cancel culture e non solo.
L'ultima fatica firmata da Woody Allen, Un Colpo di Fortuna, ha messo d'accordo critica e pubblico. Il newyorchese però non è mai stato il tipo da adagiarsi sugli allori o gioire del proprio successo. Al contrario, giudica il tutto poco più che superfluo. Com'è noto, nessun distributore americano ha 'adottato' il film, girato in Francia ed in lingua francese. Anche la distribuzione, ad ogni modo, secondo Allen lascia il tempo che trova.
Non mi importa se vengo distribuito qui o no. Una volta che finisco un film, non lo seguo più. La distribuzione non è più quella di una volta. Adesso un film rimane in sala per un paio di settimane e basta. Voglio dire, Io e Annie è rimasto in programma nei cinema di New York per poco più di un anno. L’intera faccenda è cambiata, e in un modo che a me non piace. Tutto il romanticismo del cinema è sparito.
Quanto alle aspre critiche che lo hanno travolto sul fronte privato e che hanno inevitabilmente inciso anche sulle sue risorse per realizzare nuove pellicole, Woody fa spallucce. "Qualcuno mi ha chiesto della cancel culture - ha commentato - e io ho detto: 'Se stai per essere cancellato, questa è la cultura da cui vuoi essere cancellato.' Perché chi vuole far parte di questa cultura?" Una visione ribaltata, in un certo senso, rispetto alla celebre battuta che apre il già citato Io e Annie: "non vorrei mai appartenere a nessun club che contasse tra i suoi membri uno come me".
Quanto alla domanda che tutti i suoi fans si pongono, ovvero se ci saranno altri film, Allen è confuso. Ci tiene a precisare di non aver mai amato tutto ciò che comporta la realizzazione di un nuovo progetto: il set, i costumi, il lavoro con gli attori... per carità! Gli manca il cabaret, ma non ce la farebbe a resistere un'ora in piedi su un palco. Però ama scrivere, inventare, raccontare. Quindi? Ha davvero intenzione di ritirarsi ufficialmente dalle scene?
Sono indeciso a riguardo. Non voglio dover andare in giro a raccogliere fondi. La trovo un'enorme seccatura Ma se qualcuno mi chiamasse e dicesse che vuole produrre il film, allora lo prenderei seriamente in considerazione. Probabilmente non avrei la forza di volontà per dire di no, perché ho così tante idee.
Non molto tempo fa, in effetti, girava voce che il papà di Manhattan avesse intenzione di tornare in Italia per girare il suo 51esimo lungometraggio. Ammesso che le voci siano findate, speriamo che il cineasta, tanto amato quanto disilluso, resti di questo avviso e di saperne di più quanto prima.