Robin Williams, "la persona più divertente e più triste mai vista", secondo un vecchio amico
Nella sua autobiografia, Sam Neill ricorda Robin Williams, cercando di spiegare la sensazione stranissima che gli ha lasciato una persona e un artista davvero fuori dall'ordinario.
Robin Williams ci ha lasciato nel 2014 e per molti di noi la mancanza si sente ancora: di certo la sente uno dei suoi vecchi amici e colleghi, Sam Neill, che ha da poco firmato un'autobiografia dal titolo "Did I Ever Tell You This?", dove fa il bilancio della propria carriera e della propria vita. Nel testo ricorda proprio Robin in un modo assai particolare: gli è grato per la carica umana inestimabile, e ne sottolinea un aspetto al quale forse non tutti avevano prestato attenzione... Leggi anche James Bond 007, l'imperdibile provino di Sam Neill e la sua reazione al video
Sam Neill ricorda Robin Williams, tra le risate e la malinconia
Costretto a casa dalle cure per un grave linfoma, Sam Neill, il mitico Alan Grant di Jurassic Park, ha deciso di occupare il tempo scrivendo liberamente un'autobiografia, "Did I Ever Tell You This?" (lett. "Ve l'ho mai detta questa?"). In uno dei passaggi Neill ricorda Robin Williams, che come sappiamo si tolse la vita nell'estate del 2014, dopo aver lottato per anni contro la depressione e dopo una diagnosi di demenza. Una fine estrema per un artista che aveva donato la sua esistenza alla risata, al divertimento del prossimo, senza dimenticare potenti parentesi drammatiche: vinse l'Oscar come miglior attore non protagonista per Will Hunting, dopo le nomination ottenute per Good Morning Vietnam, L'attimo fuggente e La leggenda del re pescatore. Chi era Robin Williams? Come lo vedeva Sam, che divise con lui il set dell'Uomo bicentenario?
Parlavamo del più e del meno, a volte anche dei lavori che stavamo per interpretare. Era irresistibilmente, oltraggiosamente, incontenibilmente, enormemente divertente. [...] La persona più divertente con la quale abbia mai lavorato, ma anche la persona più triste che io abbia mai incontrato. [...] Aveva la fama, era ricco, la gente lo amava, aveva figli fantastici - aveva il mondo in mano. Eppure mi dispiaceva per lui in un modo che non riesco a esprimere. Era l'uomo più solo su un pianeta deserto. [...] Inconsolabilmente solitario, profondamente depresso. [...] Lo sentivi quello spazio oscuro dentro di lui, ma non appena apriva la porta, si accendeva. [...] Le cose buffe venivano fuori da lui come un torrente in piena. Tutti si sganasciavano, e quando tutti si sganasciavano, capivi che Robin era felice.