Per un Pugno di Dollari, Clint Eastwood scritturato perché 'costava meno': chi era la prima scelta di Sergio Leone
Incredibile a dirsi ma, al momento di scegliere il protagonista di Per un Pugno di Dollari, Sergio Leone non pensò a Clint Eastwood. Aveva messo gli occhi su un divo di Hollywood, ma costretto a fare i conti con il budget a disposizione.

Per un pugno di dollari, cult del 1964 diretto da Sergio Leone, è il film che ha inaugurato la cosiddetta trilogia del dollaro e consacrato Clint Eastwood a icona non solo del genere spaghetti-western, ma, col tempo, anche del cinema a 360 gradi. La trilogia, lo ricordiamo, include Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966).
Remake non ufficiale del classico giapponese La sfida del samurai di Akira Kurosawa, Per un Pugno di Dollari è la storia di Joe (Eastwood), pistolero errante che, giunto in una squallida cittadina messicana, alimenta la faida e la rivalità tra due famiglie. La pellicola non solo lanciò la carriera dell'oggi 94enne attore e regista: coinvolse anche il leggendario Ennio Morricone, autore delle musiche.
Il film, si diceva, ha reinventato il genere western, ormai in declino, anche grazie al talento di Eastwood, vera rivelazione dello schermo. È buffo come un ingaggio che ha dato vita ad una delle collaborazioni più iconiche nella storia del cinema, sia nato in effetti da una 'seconda scelta'. Non tutti sanno che il divo non era il volto scelto in origine da Sergio Leone come protagonista. Al contrario, il casting di Clint fu il frutto di un compromesso.
Facciamo un passo indietro. Sino a quel momento, la star di San Francisco era apparsa su grande e piccolo schermo per lo più in ruoli minori. Era noto per la serie TV western Gli uomini della prateria (Rawhide), che conta 8 stagioni ed è andata in onda dal 1959 al 1965. La storia del giovane Rowdy Yates, alle prese con un lungo viaggio fatto d'imprevisti e disavventure, piacque molto al pubblico (meno alla critica), che elogiò la performance di Clint Eastwood. Sergio Leone, tuttavia, non era dello stesso avviso.
Sergio Leone: Clint Eastwood non fu la sua prima scelta
In una vecchia intervista con la BBC, il regista romano, pioniere dello spaghetti-western, paragonò il futuro Premio Oscar ad un gatto.
Non ho visto alcun personaggio in Rawhide, solo una figura fisica. Ciò che mi ha colpito di più di Clint è stato il suo modo indolente di muoversi. Mi è sembrato che Clint assomigliasse molto a un gatto.
Di fatto, quel ruolo aveva permesso a quel giovane emergente di farsi conoscere al vasto pubblico e, che dir si voglia, gli aprì le porte verso l'occasione che avrebbe segnato un punto di svolta nella sua carriera.
Sergio Leone, pensando al Joe di Per un Pugno di Dollari, aveva messo gli occhi su James Coburn, storico protagonista de I Magnifici Sette. Clint Eastwood, in Rawhide, aveva incarnato il classico cowboy alfiere dei valori americani. Pertanto al regista non sembrò in possesso dei requisiti indispensabili per il suo protagonista.
Cobrun, tuttavia, era sulla cresta dell'onda. Oltre al già citato cult diretto da John Sturges, aveva recitato - con Steve McQueen e Charles Bronson - ne La grande fuga e in Sciarada, al fianco di Audrey Hepburn. Il suo cachet ammontava a 25.000 dollari (pari, oggi, a circa 254mila dollari) : cifra decisamente fuori portata per un film europeo a basso budget. Così Leone ripiegò su Eastwood, che gli costò 'solo' 15.000 dollari (circa 152mila nel 2024). Non immaginava che quel 'rimpiazzo' avrebbe dato vita ad un leggendario sodalizio e 'resuscitato' un grande genere cinematografico.
James Coburn, ad ogni modo, avrebbe recitato per Leone non molti anni dopo, in Giù la testa (1971). Lo scorso luglio, la Euro Gang Entertainment, società fondata dal veterano di Hollywood Gianni Nunnari, ha annunciato che è in sviluppo un remake a stelle e strisce di Per un Pugno di Dollari. La curiosità è incommensurabile: chi raccoglierà il pesante testimone di Clint Eastwood?