Oscar 2023, Ke Huy Quan da meteora a cometa passando per Everything Everywhere All at Once
Nominato come miglior attore non protagonista agli Oscar 2023 per Everything Everywhere All at Once, dopo il Golden Globe, Ke Huy Quan, ex-Short Round ed ex-Data, annulla la maledizione delle "meteore".

Il caso di Ke Huy Quan, miglior attore non protagonista per Everything Everywhere All at Once, prima Golden Globe e ora nomination agli Oscar 2023, era già curioso, ora sta diventando una di quelle fiabe hollywoodiane da ricordare. Perché tutti rispettiamo un viso che ha segnato le nostre infanzie, e in questo caso parliamo di Short Round e Data, due personaggi mitici di Indiana Jones e il tempio maledetto e I Goonies. Non ci capita però di frequente di vedere sparire queste meteore praticamente del tutto, per vederle riaffiorare quasi quarant'anni dopo!!! Leggi anche Steven Spielberg reagisce alla dedica di Ke Huy Quan durante i Golden Globe
Ke Huy Quan, 40 anni nell'ombra e il ritorno con Everything Everywhere All at Once
Se qualcuno di voi ha visto lo strano recente Cip & Ciop Agenti Speciali, ricorderà che si giocava in quel film sulla notorietà legata alla nostalgia: Cip preferiva mollare la fama e il mondo dello spettacolo rimanendo com'era, cambiando mestiere, mentre Ciop tirava a campare come comparsa dei vari Comic-Con, come simbolo delle infanzie spensierate. Ecco, oggi riflettiamo con stupore sulla clamorosa e inaspettata rentrée di un "Cip" come Ke Huy Quan, che all'epoca di Indiana Jones e il tempio maledetto (1984) e I Goonies (1985) era un bambino e si faceva chiamare Jonathan, quando si temeva ancora a Hollywood che un nome del tutto asiatico potesse comprometterne la notorietà.
Non sarebbe di certo la prima volta in cui una meteora di un'epoca d'oro ha un rilancio da Oscar in tarda carriera, ma di solito arriva dopo che la meteora in questione si è trascinata suo malgrado in piccoli ruoli. Faticosamente, per decenni. Oscurata dalla passata gloria, accettando parti qualsiasi pur di portare a casa la pagnotta. Ke Huy Quan, anni 51, ha capito presto che rischiava di fare la fine di questi colleghi: dopo quella doppietta nei panni di Short Round e Data, ha tirato avanti con partecipazioni risibili in film minori sino al 1991, poi ha preferito svanire. Letteralmente. Chi era dell'ambiente sapeva che si era reinventato dietro le quinte, tra consulenza per le arti marziali in scene specifiche, e addirittura un impiego di assistente alla regia per Wong Kar-Wai in 2046. Non gradiva gli stereotipi sugli asiatici nel cinema americano... e aveva chiuso il discorso recitazione.
Non ha mai tuttavia perso la sua strabordante vitalità, e per sua fortuna Dan Kwan & Daniel Scheinert, registi e autori di Everything Everywhere All at Once (con ben 11 nomination all'Oscar 2023, dal 2 febbraio di nuovo in sala), hanno deciso di costruire su quella e sulla sua curiosa integrità: un ex-enfant prodige che sembra essersi mantenuto così equilbrato e saggio, coerente con la sua passata immagine ma forte degli anni passati (senza che gli anni lo abbiano maciullato)... è una cosa rara. Immaginiamo si dibatterà a lungo sulla sua effettiva bravura, se queste nuove performance, tra cui la prossima nella seconda stagione di Loki, siano davvero meritevoli di premi così importanti. Il significato però di questi premi è un altro, è la celebrazione di un sogno. Il sogno di un tempo che passa senza grossi danni, per costruire, migliorare e premiare le pause. Invece che demolire, incattivire e prenderci in giro con le nostre collezioni di rimpianti, tra mille affannosi tentativi di restare al passo, sforzandoci di sembrare chi non siamo mai stati.