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Nanni Moretti Il Sol dell’Avvenire, e l'amarcord di Cannes, dalla prima volta in giacca gialla agli incubi di Tim Burton

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Nanni Moretti, sempre emozionato di essere al Festival di Cannes, nonostante sia arrivato alla sua ottava partecipazione, ha incontrato la stampa italiana, a poche ore dal red carpet del suo nuovo film Il Sol dell'Avvenire. Tanti gli argomenti toccati e i ricordi condivisi.

Nanni Moretti Il Sol dell’Avvenire, e l'amarcord di Cannes, dalla prima volta in giacca gialla agli incubi di Tim Burton

Dopo Marco Bellocchio, applauditissimo tanto dopo la proiezione ufficiale di Rapito quanto durante la conferenza stampa, è Nanni Moretti a presentare il suo nuovo film a Cannes. Anche lui, come il collega, è stato corteggiato spesso dalla manifestazione cinematografica francese, che lo ha premiato con la Palma d'Oro nel 2001 (per La stanza del figlio) e che ha ospitato ben 7 dei suoi film prima de Il Sol dell’Avvenire, cominciando da Ecce Bombo.

Nanni Moretti adora Cannes, si emoziona quando, seduto nel Grand Theatre Lumière, vede scorrere davanti ai suoi occhi le immagini che lui stesso ha girato ed assemblato. Insieme a buona parte della stampa italiana, lo incontriamo nel Salone Marta dell'Italian Pavilion, all'interno del prestigioso Hotel Majestic. Nanni arriva puntualissimo all'appuntamento con i giornalisti, e quando Barbora Bobulova lo raggiunge nemmeno 5 minuti dopo, la rimprovera bonariamente per il ritardo. All'inizio il regista si schernisce, avvertendo che non dirà nulla di nuovo sul film, ma poi sembra davvero divertirsi a rispondere a domande un po’ diverse dal solito, che o riguardano il suo rapporto con il Festival di Cannes o lo inducono a ripensare alla sua carriera. L'oretta scarsa di minipress si conclude con uno spassoso racconto delle continue modifiche apportate alla scena finale de Il Sol dell’Avvenire, quella che ha commosso praticamente ogni singolo spettatore. Moretti ne parla di sua iniziativa e alla sua maniera, e andiamo tutti in brodo di giuggiole, e ci viene da ridere al pensiero del povero Domenico Procacci costretto a esercitare una pazienza certosina. Seduti accanto a lui ci sono altri due attori del film: Margherita Buy e Mathieu Amalric, ma è l'uomo dal gigantesco barattolo di Nutella in casa che tutti vogliono interrogare e ascoltare. Gli argomenti toccati sono tanti, e questo è il best of di quanto detto dal regista romano.

L'inaspettato successo de Il Sol dell'Avvenire

C'erano state un paio di proiezioni in salette minuscole prima dell'uscita del film, erano quasi tutte per la troupe e quindi non so quanto facessero testo. Sapevo che Il Sol dell’Avvenire era un film in cui mi mettevo a nudo e pieno di cose nonostante la brevità  Mi sono sentito molto felice ogni volta che un regista giovane mi ha detto quanto il mio film gli avesse dato energia e fiducia in quello che si può fare con il cinema.  È una cosa che mi ha colpito molto, anche perché succede a me come spettatore: quando un film mi entusiasma, mi viene voglia di lavorare, di tornare a casa e creare un personaggio, una scena, insomma di inventare una storia nuova.

A Cannes 30 anni fa con Caro diario

Quando venni qui a presentare Caro diario, Clint Eastwood era il presidente della giuria. Pochi anni fa qualcuno di voi lo ha intervistato e lui si ricordava ancora della mia vespetta. Questo fatto mi ha colpito molto, perché non credo che il mio film fosse vicino a quello che lui faceva.  È stata la prima volta in cui sono stato premiato a Cannes e anche in cui interpretavo me stesso, perché mi sembrava assurdo nascondermi dietro a un personaggio di finzione, soprattutto nell'episodio della malattia e in quello della vespa. Avevo da pochissimo un cinema, ora sono 32 anni che ho una sala. Caro diario e Il sol dell'avvenire sono due film in cui c'è molto della mia persona. Prima di Caro diario ho fatto tre film che avevano una caratteristica comune: quella di non avere una sceneggiatura precisa. Sia Palombella rossa che Caro diario che Aprile li ho scritti da solo. Da Caro diario in poi, invece, ho sempre voluto lavorare con altri e arrivare sul set con una sceneggiatura dettagliata.

Nanni Moretti giurato al Festival di Cannes

Sono stato due volte in giuria qui a Cannes, la prima nel '97. Presidente di giuria era allora Isabelle Adjani. C'era anche Tim Burton, simpaticissimo, sempre di buon umore, tranne la mattina della riunione decisiva. La notte prima aveva fatto dei sogni terribili, perché ci sentivamo tutti molto responsabilizzati. Eravamo rinchiusi in una villa con la polizia fuori. C'erano Mike Leigh, Gong-Li e Mira Sorvino. Poi 15 anni dopo, sono stato presidente di giuria. Ho dei filmini delle mie esperienze in giuria che devo ancora sonorizzare, perché poi sono stato in giuria anche al Festival di Venezia.

La prima volta a Cannes con Ecce Bombo

Ricordo che  avevo una giacca gialla a quadretti presa in un negozio dell'usato. Non c'era assolutamente il tappeto rosso, e mi sembra che la proiezione fosse sul lungomare dalla parte degli alberghi, ma non c'era nessun obbligo di vestito da sera. Penso fosse ora di pranzo, ero con qualche attore del film che mi aveva seguito in Francia, tipo Fabio Traversa. C'erano inoltre Paolo Zaccagnini e un altro amico. Eravamo il ritratto nell'assoluta inconsapevolezza. Fu l'anno in cui Ermanno Olmi vinse con L'albero degli zoccoli e mi pare che prese un premio anche Ciao, maschio di Ferreri. Allora non capivo quanto fosse importante essere a Cannes. Da Caro diario in avanti le cose cambiarono molto, visto che arrivai al festival che il film già era stato venduto a una distribuzione francese (il titolo diventò Journal intime). Da Caro diario in poi è stato tutto un altro discorso.

Le canzoni

Le canzoni contano moltissimo per me, solo che mentre un tempo c'era un modo per ascoltarle, ora è tutto molto più disordinato, però certo che sono importanti. François Truffaut ripeteva spesso che le canzonette dicono la verità. Da sempre hanno avuto un loro ruolo fondamentale nei miei film: a volte per assecondare l'atmosfera di una certa scena, a volte per andare contro quella scena. In Ecce bombo c'erano sia Adamo che Gino Paoli, in Sogni d'oro Renato Zero, Battiato da quasi subito, mi sembra da Bianca, e quindi sono tutte cose vere quelle che racconto in questo film. Vorrei davvero fare un film con le canzoni, ma per raccontare non solo 40, 50 anni della vita di una coppia ma anche di un paese. Può darsi che prima o poi lo farò.

Cosa non va nei film di oggi

C'è una cosa che accade non sempre però abbastanza spesso, e cioè che film che si dice siano fatti per il pubblico invece non convincono. E allora mi viene in mente che magari un po’ più di attenzione soprattutto alla scrittura e alla confezione sarebbe auspicabile. Succede spesso ed è un peccato, perché la vitalità di un'industria si vede anche da un solido film di confezione.

Cosa va nel cinema

Mi piace quando vedo i film che sono costati pochissimo, e pochissimo non vuol dire film a basso costo, che comunque costano tanto. Mi piace quando ci sono registi che fanno costare quasi niente i loro film, film che poi io ospito nella mia rassegna estiva Bimbi belli, dedicata agli esordienti. Si tratta di film con tutti i crismi.  È bello quando riescono ad avere troupe minuscole, a essere agili, e poi mi piace anche quando non sono modaioli.

Il Sol dell'Avvenire e i giovani

Mi sembra un film diverso da quello che di solito i ragazzi vedono in sala. Ho girato un po’ l’Italia per fare promozione, però sono stato soprattutto al nord, perché dovevo andare a Napoli ma ogni settimana sembrava che dovesse essere la settimana dello scudetto e quindi ho rimandato: alla fine ero arrivato alla quinta settimana di programmazione e allora non ci sono più andato. In ogni modo ho fatto diverse presentazioni e c'erano anche persone giovani, e mi sembrava che fossero colpite dal modo in cui il film era stato fatto. 

I tormentoni morettiani

Quando scrivo non penso: questa frase resterà scolpita nelle generazioni, nei decenni, oltretutto all'inizio della mia carriera avevo antenne molto più sviluppate e capivo di più la società e le persone. Ero in grado di captare al volo le novità dei modi di vivere e dei linguaggi. I tormentoni non sono una cosa di cui sono consapevole. Non voglio dire che quando faccio un film vado in trance: quando lo scrivo, quando lo giro e quando lo monto, ma so bene quello che voglio. E tuttavia più passa il tempo e più faccio fatica a teorizzare sulle mie scelte di lavoro.

Progetti per il settantesimo compleanno

Due giorni dopo il compleanno comincerò le prove di uno spettacolo a teatro. forse l'avete letto, ci sono due testi teatrali di Natalia Ginzburg che metterò in scena solo come regista e sarà il mio debutto a teatro. Siccome è un lavoro che non ho mai fatto, il mio settantesimo compleanno lo passerò a studiare i testi.

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