Grazie al successo ottenuto con il suo secondo film, il giovane regista Michele Apicella è chiamato a partecipare a cineforum, dibattiti, tavole rotonde, interviste televisive, per sentirsi dire quasi dovunque che si ripete, che distorce la realtà giovanile, che i suoi film non saranno mai capiti "da una casalinga di Treviso, da un pastore abruzzese, da un bracciante lucano". Michele si difende gridando di essere l'unico, e il migliore, ma si sente bene soltanto a casa, dove può sfogarsi con la madre insegnante. Intanto prepara un altro film, "La mamma di Freud", in cui il fondatore della psicoanalisi appare come un adulto-bambino, che telefona a Jung, detta le proprie memorie alla figlia, ma fa le bizze con sua madre, pestando i piedi e strillando con voce infantile. Alla fatica di costruire un film che sia all'altezza della sua fama, Michele deve sommarne altre: difendersi dai suoi amici Nicola e Claudio, che vogliono diventare suoi assistenti per imparare il mestiere: subire gli sfoghi dell'amico sceneggiatore Gaetano, che non trova chi voglia produrre i suoi film; fronteggiare la concorrenza del regista Gigio Cimino, che bada al mercato e se ne infischia dei film impegnati. Cattivo con tutti loro sino alla ferocia - e la fama di intrattabile giova al suo mito - Michele ha il cuore insidiato dall'amore per Silvia, una sua ex-compagna di scuola alla quale appare, nei propri sogni, come un professore che non capisce la vita. Finalmente, "La mamma di Freud" arriva sugli schermi, ed è un successo. Michele, però, si sente lo stesso un mostro, e come tale sogna di mostrarsi a Silvia, dalla quale scappa gridando: "Non voglio morire, non voglio morire!".
"L'effetto comico delle 'stripes' di Moretti è irresistibile nel sintetizzare in un'immagine la sua carica eversiva (...) In altri momenti la nevrastenia imbriglia il talento e l'umor nero del diarista stringe sul nitore dei suoi disegni alla Gian Burrasca. Alla fine lo spettatore si ripete: bravo questo Moretti, ma che cosa farà da grande?" (Tullio Kezich - 'Il nuovissimo Millefilm')."'Sogni d'oro' è un esempio di ottimo cinema e di ottimo stile registico personale. A taluno potranno dispiacere certe acerbità di messa in scena e qualche slittamento di recitazione, ma l'autore c'è, solido, fertile d'idee, non legato al déjà vu e alle convenzioni della macchina da presa. Vi sono passaggi che dispiacciono, certo. La lunga disputa televisiva (...) induce presto sazietà; il finale con Michele in vesti di licantropo lascia abbastanza interdetti. Peccati veniali." (Giannalberto Bendazzi, 'Letture', 12, 1981)
- FONICO: FRANCO BORNI.- PREMIO DELLA GIURIA ALLA MOSTRA DI VENEZIA 1981.
Attore | Ruolo |
---|---|
Nanni Moretti | Michele Apicella |
Piera Degli Esposti | La madre di Michele |
Laura Morante | Silvia |
Alessandro Haber | Gaetano |
Gigio Morra | Gigio Cimino |
Dario Cantarelli | Il "Camaleonte" dei dibattiti |
Nicola Di Pinto | Nicola |
Claudio Spadaro | Claudio |
Remo Remotti | "Freud" |
Miranda Campa | Madre di Freud |
Sabina Vannucchi | Figlia di Freud |
Giampiero Mughini | Presentatore tv |
Chiara Moretti | Presentatrice tv |
Alberto Abruzzese | Funzionario tv |
Luigi Moretti | Produttore |
Tatti Sanguineti | Aiuto regista |
Fabrizio Beggiato | Direttore del cinema |
Mario Cipriani | Pastore abruzzese |
Oreste Rotundo | Il bracciante lucano |
Sara Di Nepi | Casalinga di Treviso |
Giovanna De Luca | Moglie di Cimino |
Mario Garibba | Direttore della fotografia |
Cinzia Lais | Aspirante attrice |
Cristina Manni | Costumista |
Massimo Milazzo | Fonico |
Adriana Pecorelli | La suora |
Vincenzo Salemme | Operatore culturale |
Marco Colli | Il barista |
Maria D'Incoronato | Segretaria di edizione |
Memmo Giovannini | Direttore di produzione |
Giovanni Di Gregorio | Microfonista |
Massimo Garzia | Il proiezionista |
Mario Monaci Toschi | Il lift dell'albergo |
Luca Silvestri | Ragazzo col Super 8 |
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