Megalopolis per Coppola "non è noioso: è senza regole, chi lo rivedrà vedrà ogni volta un film diverso"
Flop negli USA, disorientante a dir poco per critica e pubblico, Megalopolis è difeso da pochi, ma il regista Francis Ford Coppola, in un'intervista con Forbes, la prende con filosofia. Ci è già passato con Apocalypse Now. Megalopolis sarà nei cinema italiani dal 16 ottobre.
Megalopolis di Francis Ford Coppola, film esagerato come il suo autore che l'ha sognato per vent'anni, ha tonfato al suo esordio al boxoffice americano, mentre critica e pubblico sono a dir poco perplessi da un'opera decisamente sperimentale: Coppola, che ci ha investito soldi propri, sarà qui in Italia a presentarlo ad Alice nella Città durante la Festa di Roma, in previsione dell'uscita nel nostro paese il 16 ottobre. Nel frattempo rivendica l'identità della sua opera, discutendone con Forbes. Non arretra di un millimetro, non ha rimpianti e Megalopolis è così come doveva essere. È abituato a suscitare reazioni simili. Leggi anche Megalopolis rompe la quarta parete e la proiezione diventa interattiva, ecco in che modo
Megalopolis "a ogni visione diventerà un film diverso", promette Francis Ford Coppola
Francis Ford Coppola non è uno che ama scendere a compromessi. Le reazioni negative di critica e pubblico al suo Megalopolis non lo spaventano: certo lo rattristano, ma è abituato a guardare le cose in prospettiva. Chiama in causa un suo celebre capolavoro, anche quello realizzato con sprezzo totale delle consuetudini cinematografiche: "Quando Apocalypse Now uscì, la gente lo vide e disse: ma che diavolo è? C'era confusione, perché non era un film fatto seguendo regole. La gente non si aspetta cibi o bevande senza regole: la Coca-Cola sa di Coca-Cola, e se la cambi a loro non piace, ma i film devono essere un'esperienza. La gente voleva rivedere Apocalypse Now, perché non era noioso, era insolito, e dopo quarant'anni ancora lo guardano. La stessa cosa è successa con Megalopolis, perché non è davvero noioso, sono disposti a rivederlo. Lo rivedranno e ogni volta che lo rivedranno diventerà un film diverso, perché ha tante cose che non si colgono alla prima visione."
Coppola rivendica le sue ispirazioni-flop, notando quanto ha lasciato ai cineasti venuti dopo: "Mi dicono che Un sogno lungo un giorno ha ispirato Joker: Folie à Deux, ecco quello fu un mio fiasco colossale." E i successi non sono dipesi da calcoli, anzi. Dracula di Bram Stoker andò benissimo e non ci sperava troppo: "Ero molto preoccupato per Dracula, mi ricordo che mia moglie andò a vedere quanto aveva fatto al primo weekend, perché io avevo troppa paura che mi telefonassero per dirmelo."
Dopo tanti anni, due soli elementi per lui reggono un film: "Copione e recitazione, e puoi passare la vita a perfezionarli. [...] Nel Padrino furono gli attori a dar vita a quei personaggi. Quest'idea del regista che tira fuori una grande performance dall'attore non è vera. Sono gli attori e le attrici che fanno le grandi performance. Il regista è come un allenatore. [...] Personalmente adoro le performance di Megalopolis".