Ke Huy Quan: "Ho paura che non duri, ma mi hanno insegnato a non dare la colpa a nessuno"
Ke Huy Quan, fresco del suo trionfo agli Oscar, si confessa a Variety, tra paure di un ritorno che potrebbe non durare, e una filosofia di vita che gli permette di reggere gli alti e bassi del mondo dello spettacolo.

Anche se non sono mancate perplessità di fronte alla pioggia di Oscar su Everything Everywhere All at Once, praticamente nessuno ha avuto da ridire sull'affetto riversato su Ke Huy Quan, l'ex-bambino scatenato di Indiana Jones e il tempio maledetto e I Goonies, quasi quarant'anni or sono. Strano caso il suo: sparito dalla circolazione dai primi anni Novanta, si era rassegnato a essere dimenticato e a lavorare dietro le quinte, come consulente per le arti marziali. La combinazione di nostalgia e di apertura alle minoranze asiatiche a Hollywood lo ha riportato sulla cresta dell'onda. Durerà? Se l'è chiesto lui stesso in un'intervista con Variety. Leggi anche Oscar 2023, Brendan Fraser e Ke Huy Quan si erano già incontrati in un film
Ke Huy Quan: dopo gli Oscar "Cate Blanchett mi ha dato un consiglio"
Ke Huy Quan ha evitato per poco di fare la fine di molti ex-enfant prodige del cinema, spesso impegnati in questa o quell'altra terapia di riabilitazione per abuso di stupefacenti o comportamenti "difficili". Questo non significa però che non abbia sofferto molto dai primi anni Novanta a oggi: giunto in America nel 1979 da emigrante, già nel 1983 sul set con Steven Spielberg, sentiva la gioia dei suoi genitori per quello che lui stesso nella cerimonia degli Oscar 2023 ha chiamato "il sogno americano". Dopo però...
Quando le opportunità hanno cominciato a svanire, vedevo che i miei genitori volevano qualcosa di diverso per me, perché si rendevano conto che non ero felice. [...] E questa cosa mi faceva tanto male, perché non c'era niente che potessi fare per spingere qualcuno a mettermi in un film o a creare un grande ruolo per me. Ed è una delle cose che odiavo di quest'ambiente. [...]
Ke spiega che a volte si arrabbiava persino con sua moglie Echo, sicura che il rilancio sarebbe arrivato: "Le dicevo: continui a dirlo ma non accadrà mai. Non ci credevo, perché vent'anni non sono pochi". Ora sembra tutto cambiato. Sembra, ma Quan conosce il mondo del cinema abbastanza per rimanere coi piedi per terra: "Ne stavo giusto parlando col mio agente. Mi preoccupa molto che non possa durare". A tavola accanto a Cate Blanchett, per uno dei tanti eventi di questi giorni, racconta di averle detto di sentire la responsabilità di questa fiducia che gli stanno dando, ma Cate è stata pragmatica: gli ha consigliato di limitarsi a seguire il cuore e di essere serenamente "irresponsabile", scegliendo quello che si sente davvero di fare. Di certo Ke non ha mai serbato rancori.
Mi hanno insegnato a non dare mai la colpa agli altri. Se qualcosa non va come vuoi, sei tu che non ti sei impegnato abbastanza, non sei stato abbastanza bravo o non ci hai creduto fino in fondo. Quando non trovavo ingaggi, davo la colpa a me stesso: pensavo di non essere abbastanza alto, di non essere abbastanza bello, o di non essere un attore bravo, perché non avevo una formazione tradizionale. Non ho mai dato la colpa a nessuno, anche oggi. [...] Oggi parliamo di rappresentazione degli Asiatici, ma non mi piace guardare al passato e dire: "Oh mio Dio, era terribile prima!" Preferisco concentrarmi sul presente e andare avanti. Tante cose sono cambiate.
Rivedremo prossimamente Ke Huy Quan in due serie tv su Disney+ (la seconda stagione di Loki verso la metà dell'anno, e American Born Chinese da maggio), nonché nel film The Electric State con Millie Bobby Brown, diretto dai fratelli Russo, in arrivo nel 2024 su Netflix.