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Il miglior cane e i premi meno ortodossi del Festival di Cannes 2023

Una selezione ufficiale folta di titoli anche quest'anno, quella del Festival di Cannes 2023, che presenta riconoscimenti di ogni tipo non solo quelli ufficiali ma anche quelli molto collaterali, come la Palme dog o il premio Queer. Vediamo quelli assegnati.

Il miglior cane e i premi meno ortodossi del Festival di Cannes 2023

Le categorie premiate ufficialmente nel corso della cerimonia di chiusura del Festival di Cannes sono sempre le stesse, belle tradizionali e da decenni. Accadrà ovviamente anche stasera, e vi racconteremo chi si porterà a casa palme e riconoscimenti istituzionali. Ma con gli anni si sono radicati vecchi o nuovi trofei poco ortodossi, alcuni decisamente buffi, e ci sembra il caso di raccontarvene alcuni. Ormai quasi istituzionale, dalla popolarità crescente in linea con l'indispensabile compagnia di un animale domestico nella vita quotidiana di una fetta crescente di popolazione occidentale, ecco la Palme dog

Gioco di parole geniale o usurato che sia, lo si assegna al miglior cane, anche animato ma non attore umano, della manifestazione. C'è chi sospetta che vengano ormai inseriti appositamente ruoli importanti per i teneroni a quattro zampe per potersi conquistare la vetrina di questo premio che esiste dal 2001 e viene votato da una giuria di critici internazionali. Il trofeo consiste in un collare in pelle con scritto PALM DOG. Ovviamente un gioco di parole a partire dalla Palme d'Or, la Palma d'oro.

Il riconoscimento ha avuto una crescita immediata, sull'onda di simpatia generalizzata. Putroppo nessun canino italiano ha indossato il prestigioso collare dal 2018, quando toccò all'insieme canina del film Dogman di Matteo Garrone. Non accadrà neanche nel corso di questa 76esima edizione, in cui ha trionfato Messi nel ruolo di Scoop, con un ruolo cruciale nello sviluppo della trama di Anatomie d'une chute. Non sappiamo se utilizzi un metodo di immedesimazione totale, un Metodo Stanislavskij canino, ma Messi se l'è cavata alla grande, con tanto di monologo in cui ingurgita del vomito, non si sa se suo o del protagonista morto su cui si indaga nel film.

Bravo, se non Bau Bau.

Altro premio collaterale di tradizione, sicuramente più serio e importante, è la Queer Palme, fondata nel 2010 da un giornalista e dedicato al film che tratta al meglio le tematiche LGBTQ+. Quest'anno l'ha vinta Hirokazu Kore-eda con Monster.

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