Hilary Swank: "Mi piace essere femminile, ma voglio decidere io come"
Intervistata da Women's Health, la due volte premio Oscar Hilary Swank ha riflettuto sui suoi esordi, in una Hollywood "più patriarcale" di quella attuale, ma ammette anche che i premi importanti le hanno sottratto il tempo necessario per riflettere su tutte le mosse della sua carriera.

L'abbiamo vista di recente in Fatale e Il miracolo di Sharon, ma Hilary Swank ultimamente ha preso parte anche alla serie Yellowjackets: la due volte premio Oscar non sta insomma con le mani in mano, anche se dai tempi della massima gloria ha perso una parte di popolarità di cui godeva fino a una ventina d'anni or sono. Swank sembra aver tuttavia trovato un suo equilibrio interiore, stando a quello che ha raccontato in un'intervista a Women's Health: ora Hollywood è un posto più accogliente per le attrici che vedono le cose a suo modo. Leggi anche Cobra Kai, il co-ideatore avrebbe voluto un cameo di Hilary Swank
Hilary Swank: "Quando cominciai, l'ambiente era più patriarcale che mai"
Vincitrice dell'Oscar come miglior attrice protagonista per Boys Don't Cry (1999) di Kimberly Peirce e Million Dollar Baby (2004) di Clint Eastwood, Hilary Swank ammette che la grande accelerazione alla sua carriera, garantita dai massimi premi, le ha anche levato il tempo di scegliere con attenzione come procedere: "Fu come essere sparata fuori da un cannone. Alla me stessa di allora dire: fermati un secondo a respirare. Le direi di riflettere bene sulle scelte che compie ogni giorno, assicurandosi di scegliere ciò che davvero vuole. È l'unica forma di controllo che abbiamo: le scelte che facciamo giorno dopo giorno. Il mio tempo è la mia vita."
Hilary sa di avere percorso una strada in salita, perché la Hollywood degli anni Novanta che le aprì le porte era molto diversa da quella di adesso, anche se lei riuscì a interpretare un ragazzo transgender, in tempi davvero lontanissimi da quelli attuali, quando l'attenzione a questi argomenti è più diffusa: "Era più patriarcale che mai. Fortunatamente sta diventando più inclusiva. Ma quando iniziai era più patriarcale che mai. Interpretavo ruoli scritti da uomini che assumevano un punto di vista femminile, non necessariamente veritiero. Non è che non mi piaccia essere femminile, solo non voglio che mi dicano come essere femminile."