Ghostbusters, perché il franchise si è fermato per quasi 30 anni? C'entra Ivan Reitman
Dopo il sequel del 1989, malgrado il grande successo, il franchise di Ghostbusters si è arenato fino al 2016. Ma per quale motivo? Jason Reitman conosce la risposta e ha a che fare con suo padre, l'iconico regista Ivan Reitman, scomparso nel 2022.

Ghostbusters, mitico cult datato 1984, ha inaugurato un franchise amato e fortunatissimo, che include tre serie animate (The Real Ghostbusters, Slimer e Extreme Ghostbusters) e un sequel uscito nel 1989, Ghostbusters II. Nel 2016, è uscito il reboot al femminile della saga, Ghostbusters, diretto da Paul Feig. Nel 2021, è stata la volta di Ghostbusters: Legacy, seguito diretto di Ghostbusters II, che ha visto Jason Reitman dietro alla macchina da presa. Infine, nel 2024, è uscito Ghostbusters - Minaccia glaciale di Gil Kenan. Esaminando le date, un dettaglio salta all'occhio: come mai, dopo i capolavori diretti da Ivan Reitman, il franchise si è fermato fino al 2016?
Jason Reitman, figlio del compianto regista, ha fornito una spiegazione legata proprio alla figura paterna. Ospite del podcast Blocks di Neal Brennan, ha affermato: "Mio padre non ha mai capito i sequel. Diceva: 'Non so perché la gente voglia tornare a fare queste cose'." Secondo l'autore di Saturday Night, dunque, suo padre non era interessato a continuare il franchise e preferiva raccontare nuove storie. Cosa che ha fatto negli Anni Novanta con titoli di successo quali Un Poliziotto alle Elementari (1990) e Junior (1994), entrambi interpretati da Arnold Schwarzenegger.
Prima della sua morte, avvenuta nel 2022 all'età di 75 anni, Ivan Reitman tuttavia è tornato nel mondo di Ghostbusters come produttore sia del reboot al femminile che di Legacy. Jason ha confidato anche che suo padre non era entusiasta dell'inclusione, in quest'ultimo film, di alcuni dei ghoul dell'originale del 1984.
Quando ho scritto Afterlife [titolo originale di Ghostbusters: Legacy, ndr], c'è questa ragazza, e lei, tipo, va in Oklahoma, e trova uno zaino protonico. Mio padre dice: 'È fantastico'. E poi sono comparsi i Terror dog, che è la stessa cosa del film del 1984, e lui dice: 'Perché Gozer? Perché dobbiamo tornare indietro? Posso avere una nuova storia?'
E ancora: "Penso che uno dei motivi per cui il franchise di Ghostbusters non ha prosperato in modo costante per decenni è perché mio padre, dopo Ghostbusters, era tipo: 'Vado a fare I Gemelli'. Ha diretto Ghostbusters II e poi non c'è stato più niente per anni".
Ivan Reitman, in Ghostbusters II gli è sfuggito un errore: "Non gli importava"
Per spiegare meglio l'approccio di suo padre, il regista di Juno ha sottolineato proprio una stranezza di Ghostbusters II.
Questo è un esempio di quanto mio padre tenesse ai sequel: sulla macchina dei Ghostbusters, in Ghostbusters II, c'è il logo "Ghostbusters II". Non ha alcun senso. Gliel'ho chiesto anni dopo, e gli ho detto: 'Perché il logo del film Ghostbusters per il sequel appare sulla Ecto-1? Sono consapevoli di essere in un sequel? È per questo che hanno il fantasma dei Ghostbusters con un due sul lato della loro macchina?'. E mio padre: 'Sì, probabilmente è stato un errore'. Semplicemente non gli importava"
Reitman ha concluso con un esempio ancora più concreto, che coinvolge l'universo Marvel. Per i Marvel Studios ogni parte del franchise, che sia un fumetto o una serie, tocca una storia collettiva. Per suo padre, al contrario, ogni storia conclusa era la fine di un ciclo e il momento di cercare nuovi spunti da raccontare. A giudicare dalle critiche che hanno bersagliato il reboot con Melissa McCarthy e dall'accoglienza tiepida riservata a Legacy e Minaccia Glaciale, Ivan Reitman evidentemente sapeva il fatto suo...