Cinquanta sfumature di grigio, la regista ammette che è stato difficile lavorare con l'autrice dei romanzi
Per Sam Taylor-Johnson non è stata un'esperienza semplice, quella sul set di Cinquanta sfumature di grigio. Per riprendersi, ha impiegato quattro anni.

La trilogia di Cinquanta sfumature di grigio ha animato il grande schermo, complice il successo della trilogia letteraria di E. L. James e dei due attori protagonisti. La popolarità di Dakota Johnson e Jamie Dornan è esplosa grazie ai ruoli rispettivi di Anastasia Steele e Christian Grey, il cui amore tormentato durato tre film ha particolarmente segnato Sam Taylor-Johnson. La regista si è occupata soltanto del primo capitolo distribuito sul grande schermo nel 2015 e, a distanza di tempo, ha raccontato l’impatto di Cinquanta sfumature di grigio sulla propria carriera e sulla propria persona. Oggi, di ritorno al cinema con Back to Black dedicato alla carriera di Amy Winehouse, la regista ha voluto raccontare come ha affrontato quel periodo della sua vita confrontandosi con le insidie di un film come Cinquanta sfumature di grigio.
Cinquanta sfumature di grigio, Sam Taylor-Johnson sincera sull’esperienza: “È stata dura”
Realizzare il primo di tre film sulla trilogia letteraria di E. L. James è stato così intenso per Sam Taylor-Johnson che, una volta conclusa quell’esperienza, ha deciso di concedersi qualche anno di pausa per riprendersi. Ben quattro, come ha raccontato a The Hollywood Reporter. Il motivo? A detta della regista, aveva una visione “diametralmente opposta” a quella dell’autrice della trilogia su come gestire l’adattamento cinematografico. Nonostante il parere discordante della critica, il primo film di Cinquanta sfumature di grigio è stato fortemente apprezzato dal pubblico e dai numeri al botteghino e questo avrebbe favorito lo sviluppo di altri due film, che però hanno dovuto fare a meno di Sam Taylor-Johnson.
Era il suo libro e aveva una visione molto particolare di come voleva vedere il film. E io avevo una visione diametralmente opposta. Il successo è stato grandioso, ma l'esperienza è stata dura. Mi ci sono voluti circa quattro anni per ritrovare la fiducia e la compostezza. Sto tornando a essere un'artista e a lavorare a progetti in cui posso prendere tutte le mie decisioni, rispondere solo a me stessa e presentare al mondo qualcosa che io ho creato.