Carrie Ann-Moss e la carriera dopo Matrix: "Questo non è un ambiente per tutti, devi essere realista"
Nonostante l'esplosione con la prima trilogia di Matrix, Carrie Ann-Moss non è decollata come avrebbe potuto a Hollywood. La ragione principale? Voleva diventare mamma, quello aveva la priorità. E riguardo ai flop di The Matrix Resurrections e Star Wars The Acolyte ha una risposta molto zen.

A dispetto del grande successo ottenuto tra il 1999 e il 2003 con la trilogia di Matrix, la carriera di Carrie Ann-Moss non è mai decollata come quella ribalta le avrebbe consentito. È stata una sua scelta, come ha raccontato all'Independent: aveva fermamente deciso di diventare madre, e non si pente dell'equilibrio psicologico che le ha dato quella decisione, tanto che oggi guarda agli ultimi inciampi come The Acolyte e Matrix Resurrections con filosofia e distacco. La sostanza è: il mondo dello spettacolo è duro, meglio imparare subito a mantenere un piede fuori! Leggi anche Matrix, perché Will Smith ha rifiutato il ruolo di Neo (e se ne pente ancora oggi)?
Carrie-Ann Moss, mamma al di là di Matrix: "Tenere in braccio il mio bambino contava più di un altro film"
Tra il primo Matrix (1999) e Memento (2000), il mondo cominciò a notare Carrie-Ann Moss, classe 1967: specialmente Trinity entrò nell'immaginario collettivo, dopo Martix Reloaded (2003) e Matrix Revolutions (2003). Eppure, con quella rampa di lancio, la carriera di Moss non si è stabilizzata nello stardom puro hollywoodiano, ma ne è rimasta sempre ai margini. Si è parlato di lei più negli ultimi anni, con la sua partecipazione a Matrix Resurrections e alla serie Star Wars: The Acolyte, entrambi dei flop, ma lei non si scompone... nel 2024 è stata la protagonista del thriller canadese Die Alone, senza farsi troppe remore nel giocare nelle retrovie. A un certo punto della sua vita ha deciso di non puntare troppo sul cinema: ha dato alla luce tre figli con l'attore Steven Roy, dal 2003 al 2009. Non se ne pente.
Dopo il grande successo di Matrix, mi sono presa una grande pausa per avere figli e stare con loro. Mi ricordo che ero in crisi, mi dicevo: "Diavolo, mi stanno offrendo delle cose grandiose. Sarebbe fantastico!" Ma avevo mio figlio in braccio e mi ricordo che pensai: "Alla fine della mia vita, conterà più avere un altro film nel curriculum o aver tenuto in braccio mio figlio?" Non c'era da pensare. E sono felice di non avere quel rimpianto. È stata la più grande decisione della mia vita. [...]
[Sulla cancellazione di The Acolyte]: È sempre deludente quando qualcosa non funziona. Ma non mi sconvolgo mai più di tanto. Questo settore non è per tutti, devi essere realista, te ne devi fare una ragione. [...]
[Sul flop di Matrix Resurrections]: Era un momento strano, lo misero su una piattaforma streaming... ma davvero non passo troppo tempo a pensare alle opinioni della gente. Io ho sempre detto - e so che è un po' un luogo comune - che hai controllo solo sulla tua esperienza. Quel film è stato un regalo, è stato bellissimo poterlo fare.