And the winner is... Shia La Beouf! Conclusa la maratona cinematografica dell'attore - photogallery
Performance vincente dell'attore, che ha terminato la visione dei 29 film che ha interpretato o doppiato.
Erano le due di notte in Italia quando l'ordalia a cui si è volontariamente sottoposto Shia LaBeouf, la performance #AllMyMovies, si è conclusa. Il pubblico di giovani newyorkesi che l'ha accompagnato nell'ultima tornata della sfida ha applaudito, un paio sono riusciti a stringergli la mano, ma non appena i titoli di coda di Nausicaa della valle del vento (ultimo film dei suoi 29 ma cronologicamente il primo della sua carriera, in veste di giovanissimo doppiatore) e prima ancora che si accendessero le luci, Shia se n'è andato, probabilmente a regalarsi tre giorni di sonno ristoratore e ininterrotto.
E' stata una performance curiosa e singolare ma interessante e autentica, che ci ha fatto conoscere e amare un po' di più questo discusso ma bravissimo attore. 60 ore di film con 5 minuti di pausa programmati tra di loro e qualche break in più, seduto su una poltroncina esterna dell'Angelika Film Center di New York con la webcam sempre puntata addosso in diretta mondiale, Shia ha vinto la sua sfida.
Lo abbiamo visto ingurgitatare popcorn come uno spettatore qualsiasi, bere bevande energetiche e gassate, mangiare tranci di pizza, ridere quasi fino alle lacrime (per un film da noi mai uscito, Even Stevens Movie), commuoversi, sbadigliare, crollare e cedere al sonno come uno spettatore qualsiasi (e a un certo punto si è proprio disteso per terra a dormire). Lo abbiamo visto fare smorfie, linguacce, rannicchiarsi in un eskimo verde che ci ha fatto pensare a una sala molto fredda o al gelo che entra nelle ossa quando sei spossato, lo abbiamo visto offrire i popcorn a un vicino di posto e alzarsi per far passare i ritardatari e abbiamo quasi dimenticato che stava vedendo i suoi film, cosa aborrita dalla maggior parte degli attori, che detestano rivedersi sullo schermo. Chissà che effetto gli avrà fatto? Speriamo solo che non gli abbia fatto passare per sempre la voglia di fare e vedere cinema.
Lo abbiamo anche invidiato: vederlo alla fine in apparenza fresco come una rosa dopo tre giorni ininterrotti di proiezioni ci ha fatto un po' vergognare della nostra scarsa capacità di resistenza ai festival, quando già tre film sembrano una maratona, e ci ha riportato alla mente i nostri 29 anni, quando le notti in bianco non avevano nessuna conseguenza. Ci ha tenuto compagnia e ci ha fatto un bel regalo, perché guardando lui in sala che guardava i film ci ha permesso di vederci come non potremo mai fare, trasmettendoci tutta la magia di un mezzo che non è mai asettico e impersonale, anche quando non siamo noi i protagonisti. Per chi si è chiesto in questi giorni “perché lo fa?”, ci sembra che siano tutte risposte molto valide.