Interviste Cinema

Sean Baker, regista di Anora: "il film dove una giovane sex worker sposa il figlio di un oligarca russo"

Abbiamo intervistato il regista americano che, dopo anni di successi nel mondo del cinema indipendente, ha vinto una storica Palma d'oro al Festival di Cannes con questo suo nuovo film, al cinema dal 7 novembre.

Sean Baker, regista di Anora: "il film dove una giovane sex worker sposa il figlio di un oligarca russo"

Quando gli è stata consegnata la Palma d’oro, allo scorso Festival di Cannes, Sean Baker l’ha dedicata ai sex worker di ieri, di oggi e di domani. “Anora è il quinto mio film che affronta l’argomento dei sex workers”, ci spiega via Zoom, e “credo fosse la cosa giusta da fare in quel contesto: riconoscere che senza le loro storie e le loro voci non avrei mai potuto realizzare quei cinque film”.
Prima di Anora, che vede Mikey Madison nei panni di una spogliarellista e escort di New York, di sex worker Baker ha parlato - in modi e toni diversi - in Starlet, Tangerine, The Florida Project e Red Rocket. Tutti film molto indie, compreso Red Rocket, che pure era stato selezionato proprio a Cannes nel 2021. Nessuno di questi, pur molto validi, aveva mai ricevuto l’attenzione che, da Cannes in avanti, è stata dedicata a Anora: “Quella giuria ha cambiato la mia vita”, commenta ridendo il regista.
Baker dice invece non sapere se e quanto Anora e il suo successo possano cambiare la percezione dell’opinione pubblica sul tema dei e delle sex worker, “ma di sicuro è un piccolo passo in quella direzione. In tutti i miei film ho cercato di fare dei piccoli passi che contribuissero a abbattere lo stigma che esiste nei confronti dei sex worker. E quando parlo con la stampa, quando ho la possibilità di far sentire la mia voce, posso essere ancora più diretto e dire per esempio come sia per depenalizzazione del sex work. Sperando comunque di non essere risultare troppo predicatorio”.
Baker ha però aggiunto come è stato interessante per lui ascoltare le reazioni di persone che hanno visto il film e che hanno sentito un legame con Ani, hanno fatto il tifo per lei, sviluppato una forma di empatia per lei: “E quando sento dire queste cose da un pubblico conservatore, o anziano, che potrebbe essere lo stesso che non approva nella vita di tutti giorni le scelte di un personaggio come Ani, allora ne sono felice, perché vuol dire che il film ha avuto un effetto”.

Anora: il trailer italiano ufficiale del film

Due mondi che si incontrano

Anora però non è solo un film che parla di una sex worker. È, come quasi tutti i film di Sean Baker, un film che racconta dell’incontro e dello scontro tra due realtà e due umanità diverse. Lo spiega lo stesso regista: “Questo è un film high concept. Sarei potuto entrare in un ufficio di Hollywood e presentarlo con una sola, singola frase: una giovane sex worker sposa il figlio di un oligarca russo. Una frase che dice tutto, in cui c’è un gancio, l’essenza di una storia intrigante e originale dal punto di vista dell’intrattenimento. L'effetto di questa frase è lo stesso che deriva dal mostrare due mondi, due classi o due gruppi sociali che entrano in contatto”.
Spesso nei suoi film Baker racconta di sottoculture o microcosmi che in qualche modo, dice il regista “sono mondi unici e particolari, nei quali la maggior parte delle persone non pensa potrebbe identificarsi: ma le storie che racconto sono universali, come le tematiche che affronto”. Nel caso di Anora, una di queste tematiche è “sicuramente la questione di questa nuova versione del sogno americano che ha purtroppo sempre molto o addirittura unicamente a che fare col benessere, il denaro, i beni materiali”. E non con la felicità individuale e collettiva, intende implicitamente.

Paragoni graditi e meno graditi

Per il fatto di raccontare l’incontro tra una prostituta e un giovane molto ricco che potrebbe cambiarle la vita, Anora è stato da più parti paragonato a Pretty Woman. Fermo restando che le somiglianze riguardano solo la prima parte di un film che poi cambia pelle per ben due volte, e che si discosta dal celebre film con Julia Roberts e Richard Gere, Sean Baker dice di non essere turbato da questo paragone: “È un film talmente famoso che, anzi, ci è d’aiuto nel promuovere il film. Ma, se devo essere onesto, non l’avevo in mente mentre scrivevo e quando abbiamo iniziato a girare. Non mi sono reso conto della cosa fino alla fine della prima settimana di riprese, quando, dopo aver girato la scena della proposta di matrimonio di Ivan a Ani, qualcuno mi ha fatto notare delle analogie tra i nostri dialoghi e quelli di Pretty Woman. È stato solo allora che ho realizzato che stavamo raccontando quella storia, nella prima ora del film: e per me era ok, perché in quella prima ora stavo volutamente giocando con i tropi della commedia romantica hollywoodiana”.
Sono altri paragoni a piacere di meno a Baker. Quelli che sono stati fatti a film più contemporanei: “I miei riferimenti principali sono il cinema americano degli anni Settanta, in questo caso anche degli anni Ottanta: film come Il principe cerca moglie, o molti dei film di Jonathan Demme. Ma no, non mi sono ispirato a un cinema più contemporaneo. Non è che non mi piacciano i film di oggi ma perché sento non c’è una distanza sufficiente perché abbiano un reale impatto su di me come autore”.

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Mikey Madison, scelta azzeccata

Baker è orgoglioso di occuparsi in prima persona del casting dei suoi film, e in questo caso ha scovato attori davvero formidabili: da Yuriy Borisov al giovanissimo Mark Eydelshteyn che, segnalato proprio da Borisov, interpreta il giovane e viziato Ivan, il figlio di oligarchi russi che s’innamora di Ani suscitando le ire della sua famiglia. E, ovviamente, la Mikey Madison che interpreta il ruolo di Anora.
“L’avevo vista in C’era una volta… a Hollywood, dove ruba la scena a tutti nei quindici minuti finali del film, e l’avevo tenuta in mente da allora. Poi, proprio in fase di casting, al cinema ho visto Scream, dove interpreta una una ragazza normale, spavalda, con un gran senso dell’umorismo, che poi si rivela qualcosa di diverso, e ho capito che per Ani avevo bisogno di quella sua intensità. E anche della sua capacità di gridare molto forte”. Quando poi ha incontrato l’attrice, Baker ha detto di averla trovata molto diversa dai suoi personaggi in quei due film: “Nella vita è una persona silenziosa, riservata, quasi timida, e quindi quella che avevo visto al cinema era recitazione pura: e questo mi ha fatto capire che la mia scelta sarebbe stata giusta. Una scelta che sono molto felice di aver fatto”.

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