Woody Allen rivela ad Alec Baldwin i grandi attori che avrebbe voluto dirigere e i suoi progetti futuri
Nel corso della bella intervista di Alec Baldwin a Woody Allen, sul libro Zero Gravity e la sua carriera registica, quasi al termine dopo un ultimo film parigino, l'autore ha parlato di molte cose, incluso un "what if" sugli attori che avrebbe voluto dirigere.

- Woody Allen e la letteratura
- Woody Allen e lo stato delle cose nel cinema e a teatro
- Woody Allen e il What If: chi gli sarebbe piaciuto dirigere tra gli attori della storia del cinema
È stato davvero bravo Alec Baldwin a intervistare Woody Allen, di cui è amico di vecchia data e dal quale è stato diretto in Alice, To Rome With Love e Blue Jasmine. Superati i problemi di connessione e audio dopo un difficile inizio - del resto, Allen ha più volte ribadito di non capire niente di tecnologia e di non aver idea di come funzionano i social, che qualcun altro gestisce per lui - si è svolta la conversazione tra un vero fan e il regista, che, partendo dal suo ultimo libro, "Zero Gravity", si è poi ovviamente estesa al cinema, alla musica e a molto altro. Se siete in grado di comprendere l'inglese, la trovate più sotto, noi riassumiamo i punti a parer nostro più interessanti di questa chiacchierata.
Woody Allen e la letteratura
Alec Baldwin parte da "Zero Gravity", raccolta di pezzi umoristici di Woody Allen, pubblicati in gran parte in una rubrica sul New Yorker, più una decina di inediti, per parlare del rapporto del regista con la letteratura. Tra il serio e il faceto, Allen dice di aver scoperto che questa è la forma letteraria che meglio gli si addice, visto che si è reso conto, dopo averci provato, di non essere capace di scrivere un romanzo perché - rivela - non è stato un grande lettore. Non avendo letto, dunque, non aveva niente di interessante da raccontare, mentre questi bozzetti umoristici, che nella prestigiosa rivista del New Yorker vanno ora sotto la rubrica chiamata Casual, sono più alla sua portata. Suo eccellente predecessore è stato il suo mentore e amico Groucho Marx, tanto che a un certo punto gli venne perfino chiesto di intercedere con lui perché collaborasse di nuovo. Sul finale della chiacchierata, Allen scherza poi sulle librerie che si vedono alle sue spalle, sostenendo di non aver letto tutti quei libri e che in fondo non è necessario, come fanno certe persone che espongono libri finti, con solo la costola visibile, come complemento d'arredo. La dedica irriverente a Soon-Yi, con cui presto festeggerà i 25 anni di unione? Gliel'ha chiesta lei, perché non ama le cose sdolcinate e sa l'amore che nascondono queste frasi apparentemente al vetriolo.
Woody Allen e lo stato delle cose nel cinema e a teatro
Quando si arriva a parlare del cinema, Allen rivela di non provare più piacere nel fare film. Mentre una volta restavano mesi nelle sale, adesso escono al massimo per un paio di settimane e poi finiscono su qualche piattaforma. Non c'è più dunque quel piacere che accompagnava ogni uscita. La crisi del cinema, precedente alla pandemia, è stata da questa sicuramente accentuata, così come quella del teatro, secondo Woody Allen. Mentre un tempo a Broadway si vedevano decine di pièce di valore, adesso c'è un'invasione di revival, musical e costosissime produzioni, per cui gli impresari richiedono la presenza di grosse star del cinema, per essere sicuri di recuperare i loro investimenti. Quanto alle piattaforme e alle serie tv, il regista ha dichiarato di non aver tempo e non essere interessato, di aver scritto moltissimo durante il lockdown (che non ha cambiato molto la sua vita) e che in televisione guarda solo notiziari, partite di basket e di baseball, e qualche classico sulla rete Turner Classic dedicata ai vecchi film. Nel suo futuro, vede solo questo (ultimo o penultimo) film che inizierà a girare a Parigi in autunno, perché in Europa hanno tanti amici e Soon-Yi ci passa volentieri del tempo, ma poi pensa di ritirarsi e dedicarsi alla scrittura di testi teatrali (sia pure scoraggiato da quanto detto sopra) e, in un'altra apparente contraddizione, di un romanzo.
Woody Allen e il What If: chi gli sarebbe piaciuto dirigere tra gli attori della storia del cinema
Baldwin prende spunto dal fatto che Allen dice di guardare il canale Turner Classic, per fargli una domanda a suo dire sciocca, su quali sono gli attori della storia del cinema che gli sarebbe piaciuto dirigere. Il regista non ha dubbi in proposito ed elenca una serie di nomi, prima di soffermarsi su due in particolare. Comincia da W.C. Fields, comico popolarissimo in America, semi sconosciuto da noi, per continuare ovviamente coi Fratelli Marx, per passare poi a due grandi e celebri attori, su cui dà il suo personale parere. Uno è Jerry Lewis, che Allen trova geniale, anche se non apprezza i film che ha fatto. Li definisce scemi, idioti, ma sostiene che anche dentro al peggiore c'è sempre un suo momento sublime. L'altro, a sorpresa, è Bob Hope, che si trova spesso a difendere, visto che da molti è identificato con l'immagine di attore repubblicano che racconta barzellette su Miss America. In realtà, sostiene Woody, è un grandissimo attore, straordinario in Monsieur Beaucaire, un film che adora, e perfino nell'inferiore La grande notte di Casanova. In effetti il loro sarebbe stato un incontro davvero interessante.