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William Hurt ricordato da Glenn Close in un affettuoso video: "era l'essere umano più bello che abbia mai conosciuto"

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Glenn Close, insieme a William Hurt nel cast corale dell'epocale Il grande freddo, ricorda in un video su Instagram l'amico e collega con affetto e con alcuni aneddoti dal set.

William Hurt ricordato da Glenn Close in un affettuoso video: "era l'essere umano più bello che abbia mai conosciuto"

In questi giorni di sincero dolore per la scomparsa di William Hurt, ci siamo chiesti l'effetto della sua morte sui suoi colleghi, specialmente su chi ne ha condiviso la carriera giovanile. Come a risponderci, arriva un bellissimo video di Glenn Close su Instagram, con cui l'attrice, scusandosi per non esser capace di montare, condivide un toccante e divertente ricordo della sua amicizia con l'attore, nata sul set del Grande Freddo, il film corale di Lawrence Kasdan che riuniva alcuni dei migliori attori di quella indimenticabile generazione: oltre a Hurt e Close c'erano Jeff Goldblum, Tom Berenger, Kevin Kline, Meg Tilly, JoBeth Williams, Mary Kay Place e ci sarebbe stato anche Kevin Costner, l'amico suicida per i cui funerali la compagnia si ritrova, se non fosse stato tagliato al montaggio (di lui restano solo i polsi ricuciti nella scena della vestizione del corpo).

Glenn Close e William Hurt, un'amicizia oltre il tempo

Da tempo, dice Glenn Close, aggiungendo che torna a farlo per ricordare l'amico William Hurt. Per lei Il grande freddo era il secondo film (dopo Il mondo secondo Garp, per cui fu subito candidata all'Oscar) e per lui il quarto. Entrambi erano all'inizio della loro carriera al cinema e si conobbero, racconta Close, facendo la lettura del copione, come si usa, attorno a un tavolo. Poi si ritrovarono nella casa di Atlanta in cui per un periodo vissero "nei personaggi", per abituarsi alle relazioni tra di loro nella storia del film. Close ricorda con particolare affetto le discussioni tra William Hurt e il regista Lawrence Kasdan, proprio sul suo look, e c'è un motivo:

Bill si era fatto crescere i suoi lunghi capelli biondi molto arruffati e sporchi all'aspetto e una barba incolta, perché interpretava questo personaggio che occasionalmente spacciava droga. Ed ebbe queste accese discussioni con Larry Kasdan sul fatto se dovesse o meno rasarsi. Bill non voleva e Larry sì. Devo dire che Bill era uno degli esseri umani più belli che io abbia mai visto, ma credo che lui percepisse il suo volto come un peso, perché pensava che la gente sarebbe stata attratta dal suo lavoro per via del suo aspetto, non per quello che c'era nella sua testa e nel suo lavoro di attore, su cui era davvero molto serio. Larry ebbe la meglio, fortunatamente, quindi possiamo vedere il bellissimo Bill nel film.

Glenn Close continua raccontando che nelle pause della lavorazione William Hurt si esercitava a pescare con la canna, e che durante le riprese del film trascorsero Thanksgiving, Natale e Capodanno insieme e dunque di aver deciso con lui di regalare agli altri membri del cast dei pigiami di flanella rossi col titolo del film ricamato sopra. Mentre erano fuori per consegnare questi regali, "non dimenticherò mai che durante quella passeggiata si mise a ululare alla luna. E a volte si lanciava in queste meditazioni psicologiche molto complesse, passando da un argomento all'altro, che nella sua testa era molto logico ma molto difficile da seguire... e ricordo di avergli detto "Bill, ma che cazzo stai dicendo"?

Close continua dicendo che passare tutto quel tempo insieme, vivendo nella stessa casa per il film, ha creato amicizie durature e che non appena ha saputo della scomparsa di Bill Hurt si è messa in contatto con Jeff Goldblum, Mary Kay Place, JoBeth Williams, Tom Berenger, Meg Tilly e Lawrence Kasdan. Con loro, ogni volta che per caso si incontrano, è come se il tempo non fosse mai passato, "perché abbiamo fatto questa esperienza così intensa insieme, ed è così che mi sentivo con Bill".

Glenn Close e William Hurt si sono incontrati di nuovo per lavoro nel 1989, quando Glenn Close presentò per la prima volta il Saturday Night Live. "Mia madre aveva detto 'non c'è niente di più noioso di un attore che parla di se stesso'. Quindi chiesi a Bill di fare il monologo di apertura al posto mio, e fu in effetti molto divertente. Forse da qualche parte potete trovarlo. Fece un lavoro fantastico, fu meraviglioso".

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In seguito i due colleghi hanno di nuovo diviso il set per una stagione della serie Damages, nel 2009, ma i ritmi serrati della televisione crearono qualche difficoltà al perfezionista William Hurt: "perché a lui piaceva analizzare, entrare nel dettaglio dei personaggi, imparare le battute, assimilare tutto, fare tutti i collegamenti, e in televisione, particolarmente con Damages, si lavora molto velocemente. I nostri autori, che erano molto brillanti, a volte ti davano la scena finale solo quando eri seduto al trucco, c'era questo ritmo. Quindi bisognava avere una memoria a breve termine acutissima, ma non era il modo in cui Bill amava lavorare e lo trovò difficile. Mi ricordo che una mattina arrivò e io lo presi per così dire per il bavero e gli dissi 'Bill, questa è televisione, vivi nell'immediato, vivi nel momento'.

La grande attrice conclude poi il suo lungo, affettuoso e toccante discorso con queste parole: "Ci siamo divertiti. Ma penso a lui, alla sua famiglia, a tutti quei momenti che ci ha regalato, nei film che ha fatto e negli show in cui è apparso, Off-Broadway e a Broadway. Era un attore fin dentro al midollo, e voglio salutare la sua dipartita da persona che lo ha apprezzato come artista e come amico. Riposa in pace, Bill".

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  • Saggista traduttrice e critico cinematografico
  • Autrice di Ciak si trema - Guida al cinema horror e Friedkin - Il brivido dell'ambiguità
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