Paul Mescal oltre il Gladiatore 2, difende l'arte del cinema: "Un film non è un 'contenuto'!"
Tra poco sui nostri schermi nell'attesissimo Gladiatore 2, Paul Mescal si è sfogato con Indiewire sull'importanza di considerare il cinema come arte, e non prenderlo "a chili". In particolare detesta la definizione, resa popolare dalle piattaforme, di "contenuto".
Paul Mescal è consapevole che la sua interpretazione nel Gladiatore II, al cinema dal 14 novembre, lo sta mettendo come non mai sotto i riflettori, in quanto erede spirituale di Massimo Decimo Meridio alias Russell Crowe. Sta però anche cogliendo l'occasione per mostrare una certa personalità e per diffondere qualche concetto che ritiene importante, avendo anche un piede nel cinema indipendente: in un'intervista con Indiewire, ha avuto qualcosa da ridire sul considerare qualsiasi tipo di film o serie un mero prodotto, quando è il risultato di un artistico impegno artigianale, a prescindere. Leggi anche Il Gladiatore 2, Paul Mescal era intimorito da Denzel Washington sul set: "Mi sono sentito uno stupido"
Paul Mescal: "C'è chi lavora senza cura e integrità artistica"
In Il gladiatore II, sempre diretto dall'immarcescibile Ridley Scott, il protagonista è Lucius, portato sullo schermo da Paul Mescal: nipote di Commodo, figlio di Lucilla, si ritrova anche lui gladiatore come il Massimo Decimo Meridio che lo salvò nel primo capitolo. Ha perso la sua patria conquistata dai nuovi imperatori Caracalla e Geta, ed è schiavizzato nell'arena. Si tratta di una grandissima produzione, per la quale Scott non ha badato a spese, affiancando al giovane Mescal attori del calibro di Denzel Washington e Pedro Pascal. Ma non chiamate un film del genere né qualsiasi altra opera "contenuto", Paul non ci sta... e spiega come vede il suo mestiere.
Negli ultimi anni la gente ha cominciato a parlare dei film come "contenuto". È una parola sporca. Questo non è "contenuto", è un cazzo di lavoro. [...] Non è per fare lo snob, ma esistono due mondi dello spettacolo. Uno che lavora senza cura e integrità artistica. Punti ai numeri, fai la roba pensando ai follower su Instagram e via così. Ma l'altra c'è sempre stata: è l'arte del cinema, la regia, la fotografia, la scenografia. Quella che mantiene vivi gli artisti. [...] Io voglio vivere nel cinema indipendente. Trovarmi in qualcosa che mi renda enormemente fiero. [...] Mi piacciono i blockbuster come piacciono a tutti, ma dovremmo essere attenti a lasciare spazio a film come Aftersun, per farsi notare. [...] Se non manterremo l'ecosistema in equilibrio, avremo un solo tipo di film.