Le 100 persone più influenti del 2022: ecco gli attori e registi nella classifica di Time
Nel weekend è apparsa online la lista delle 100 persone più influenti nel 2022 secondo la rivista Time. Tanti anche gli attori e registi con endorsement d'eccezione, vediamo quali sono.
Sono tanti gli artisti che la rivista Time ha scelto nella sua tradizionale lista delle persone più influenti del 2022, pubblicata sull'edizione cartacea di fine maggio ma apparsa online nel weekend: da Andrew Garfield a Pete Davidson, da Zoe Kravitz a Jeremy Strong e Zendaya ed ogni scelta è accompagnata da un articolo, scritto in genere da una celebrity, in onore del personaggio scelto. Qua sotto trovate l'elenco completo degli attori che sono stati scelti quest'anno e i relativi "sostenitori":
Gli attori entrati nella lista delle 100 persone più influenti secondo Time
- Simu Liu, presentato da Sandra Oh
- Andrew Garfield, presentato da Martin Scorsese
- Zoe Kravitz, presentata da Reese Witherspoon
- Sarah Jessica Parker, presentata da Cinthya Nixon
- Amanda Seyfried, presentata da David Fincher
- Quinta Brunson, presentata da LeBron James
- Pete Davidson, presentato da Jack Harlow
- Channing Tatum, presentato da Matthew McConaughey
- Mila Kunis, presentata da Zoe Saldana
- Jeremy Strong, presentato da Aaron Sorkin
- Ariana DeBose, presentata da Kristin Chenoweth
L'elenco non finisce qua, perché oltre agli artisti ci sono gli Innovatori, tra cui compaiono altri due nomi noti:
- Zendaya, presentata da Denis Villeneuve
- Taika Waititi presentato da Sacha Baron Cohen
Andrew Garfield, Taika Waititi e Zendaya: le motivazioni espresse da celebri colleghi
Come vedete ci sono tanti nomi illustri che hanno motivato la presenza nella lista di questi attori. Visto che tradurli tutti richiede troppo tempo, ci concentriamo su cosa hanno scritto su tre di loro, perché sono vere e proprie dichiarazioni d'amore verso i personaggi scelti, a cominciare da Martin Scorsese su Andrew Garfield:
Scegliere il protagonista per il mio adattamento di Silence non è stato facile: era un ruolo arduo a tutti i livelli. Quando Andrew Garfield è venuto al provino, ho visto subito che capiva il personaggio di Rodrigues. Ha dato tutto se stesso al ruolo. In preparazione, ha perfino completato gli esercizi spirituali ignaziani, un'impresa davvero notevole. Quando abbiamo iniziato a lavorare, ho capito che Andrew sarebbe potuto arrivare a qualsiasi livello emotivo richiesto dalla storia, a volte in modo immediato. Ho sviluppato un senso di confidenza e fiducia in lui che ho trovato fin troppo raramente. Spesso, quando ci preparavamo per girare una delle molte scene emotivamente difficili su cui Andrew ed io avevamo lavorato per mesi scrupolosamente, mi sono ritrovato a confrontarmi con lui, vedendo che si era totalmente immerso in quel momento, e a lasciarlo libero di fare. A volte ascoltavo e basta. Sapevo che dava al momento esattamente quello che doveva. È un artista notevole, uno dei grandi della sua generazione.
E continuiamo, con toni più scherzosi ma altrettanto sinceri, con Sacha Baron Cohen su Taika Waititi:
Si può dire che un film è stato fatto da Taika Waititi allo stesso modo in cui si può dire che un quadro è stato dipinto da Picasso. Non perché non sappia dove vadano messi gli occhi nella faccia, ma per il modo in cui esprime la sua voce unica. Il primo lavoro di Taika che ho visto è stato il suo mockumentary del 2014 What We Do in the Shadows, un film che avrebbe potuto essere un disastro, invece era straordinario. Era genialmente comico e al tempo stesso in qualche modo mi ha fatto appassionare alla sorte di un gruppo di vampiri omicidi. Quindi mi sono messo in testa di incontrare Taika e convincerlo a lavorare con me, cosa che ovviamente si è rifiutato di fare. Ora, avendo visto tutti i suoi film, da Hunt for the Wilderpeople a Reservation Dogs, sono davvero amareggiato. Taika ha vinto un Oscar e ha fatto dei film di successo, esilaranti e sentiti. Eppure dà sempre al suo lavoro un tocco leggero. Racconta delle storie che vale davvero la pena di vedere, anche quando sono tristi o satiriche. E sono sempre divertenti. Lui rappresenta il meglio di un'era passata di tipi selvaggi e rock star hollywoodiane, mescolato con la genialità di un autore di prima classe... In realtà, scusate, ma questo tipo inizia a farmi davvero incazzare. "Sono un maledetto genio e sono anche divertente". Qualcun altro potrebbe scrivere questo articolo?
Concludiamo, infine, con l'entusiasmo di Denis Villeneuve per Zendaya
Per me, Zendaya ha mille anni. Ha già vissuto molte vite prima di questa. Eppure, è anche giovane come la primavera. Per qualche inestricabile paradosso, dà anche l'impressione di essere nata in un'epoca lontana nel futuro. Lei è senza tempo, e può fare tutto. Solo l'anno scorso o giù di lì, Zeldaya ha illuminato, come una stella cadente catturata su celluloide, Malcom & Marie di Sam Levinson. È esplosa emotivamente mentre i suoi anni di adolescente si disintegravano nel fenomeno culturale di Levinson, Euphoria. Ha brillato in Spider-Man: No Way Home, un film che ha dominato il box office in un anno in cui lei è diventata la musa degli estremi. Ma Zendaya è molto più di questo. È in sé un'autonoma forza creativa, un'icona culturale in fieri. Una persona guidata dalla pura ispirazione, empatia e rispetto per il suo mestiere, che usa l'autenticità come un nuovo super potere. Sembra senza paura, ha radici profonde e amo il fatto che rida ancora come una bambina. Zendaya è il futuro. E non c'è niente che mi conforti di più. Questo è solo l'inizio.