Kristen Stewart dalla Berlinale dice basta ai film legati solo alla sessualità dei protagonisti
Presentando Love Lies Bleeding, in cui è protagonista, Kristen Stewart si è detta interessata ai film che abbiano una struttura narrativa profonda e non limitata alla sessualità dei protagonisti.

È un momento di grande libertà e di una serenità palese, evidente anche da come comunica con i media. Kristen Stewart sceglie i progetti che le piacciono, che l’attirano, e se ne frega di quello che potrebbe far bene alla sua carriera, o peggio ancora dello star system. “È finita l’epoca dei film queer che si concentravano solo su quell’aspetto di una storia”, ha per esempio commentato nel corso della conferenza stampa al Festival di Berlino di Love Lies Bleeding, film in cui recita accanto a Katy O’Brian, Dave Franco, Ed Harris e Jena Malone, diretto da Rose Glass e presentato nella sezione Special del festival che l’ha accolta lo scorso anno come presidente di giuria.
Il suo ruolo è quello di una manager solitario di una palestra, Lou, che si innamora follemente di Jackie, ambiziosa bodybuilder in viaggio per inseguire i suoi sogni a Las Vegas. Una storia eccentrica prodotta dalla trendy A24 e ambientata lungo i passaggi iconici desertici degli Stati Uniti occidentali. Quelli, per l’appunto, in cui le luci della città del peccato sono solo un miraggio in lontananza. Fra il thriller violento e la storia di una coppia bloccata da un ciclo di violenza criminale della famiglia di Lou, rappresenta un oggetto divisivo che è stato accolto qui a Berlino con pareri a dir poco contrastanti.
“Lou ha un aspetto estremamente feroce”, ha detto Stewart, “costruito dall'educazione criminale ricevuta dal padre, che in fondo credo ammiri per la sua capacità di tenere tutto sotto controllo. Lou vuole davvero essere una brava persona. Fa sempre qualcosa per sistemare i casini degli altri. Tuttavia, sa anche di cosa è capace e quando quando il gioco si fa duro, proteggerà ciò che ama. Jackie è piena di vita, aperta, reattiva e vitale. Lou è ovviamente affascinata dalla sua fisicità, ma ancora di più dalla sua energia. È così sporgente, mentre tutto ciò che riguarda Lou è concavo. Sono semplicemente in grande sintonia, Lou ha sempre cercato di diventare invisibile, che nessuno avrebbe notato, mentre Jackie è un unicorno scintillante e inarrestabile”.
Kristen Stewart risponde con condivisibile fastidio alle domande che ghettizzano il cinema queer solo come tale. Sarà stata anche la prima protagonista di una commedia romantica lesbo prodotta da uno studio di Hollywood, Non ti presento i miei, "ma darci le pacche sulla spalla a vicenda e ottenere punti per aver dato spazio al voci emarginate, solo nella misura in cui debbano parlare esclusivamente di loro stesse. Penso che l’epoca dei film queer e basta sia finita. Ci deve essere una struttura narrativa ben più profonda che limitata solo alla sessualità dei protagonisti. Sono stata felice di fare Non ti presento i miei, perché era un film gay di Natale, all’antica, una cosa completamente commerciale, diretta, uno di quei popcorn movie che non ci era mai stato permesso di fare. L’ho fatto una volta, ma ora mi piace molto l'idea di portare alla luce prospettive emarginate e di non far leva sulle ragioni per cui sono emarginate, ma sulla loro reale esperienza. Cosa amano, quali sono i loro desideri, da dove vengono e dove vogliono andare. Senza sentirsi sempre in dovere di salire su un cazzo di palco e diventare la portavoce di tutti.