Fight Club, i dubbi di Helena Bonham Carter: perché non voleva interpretare Marla Singer

Helena Bonham Carter, nel corso della sua carriera, è diventata sinonimo di personaggi complessi, tormentati e spesso sopra le righe. Gran parte del merito va all'ex compagno di vita Tim Burton, con il quale ha girato ben sei film, ma anche al franchise di Harry Potter, in cui ha prestato il volto alla spietata strega Bellatrix Lestrange. Dal suo ruolo rivelazione in Camera con Vista (1985) fino alla saga ideata da J.K. Rowling, c'è di mezzo un bel po' di carne al fuoco. Tra cui l'iconico ruolo di Marla Singer in Fight Club (1999).

Il cult di David Fincher, tratto dall'omonimo e celebre romanzo di Chuck Palahniuk, venne accolto in modo discordante dalla critica, in parte sconcertata dalla violenza del film. Col tempo, non c'è dubbio che il thriller psicologico con Brad Pitt ed Edward Norton sia diventato una pietra miliare per gli amanti del genere. Il merito va in buona parte ad un cast in forma smagliante, inclusa la Marla della diva inglese.

In un'intervista del 2010 con The Guardian, Helena ha spiazzato rivelando di aver accettato il ruolo con poca convinzione, per lo più cedendo all'insistenza di Brad Pitt. Dopo aver letto la sceneggiatura, l'attrice era piena di dubbi: quelle atmosfere dark e l'efferatezza di alcune scene non le sembravano nelle sue corde. Più di una volta, ha ammesso, pensò di declinare l'offerta.

Per essere onesti, non avevo capito del tutto la sceneggiatura. Ho pensato, oh Dio, questa cosa potrebbe davvero ritorcersi contro e generare tutti questi 'Fight Club'. Non è una grande filosofia, non è molto matura.

La mamma dell'attrice, al contrario, aveva il presentimento che quel film sarebbe diventato un classico. Parlò anche con Fincher, rassicurandolo che Helena avrebbe cambiato idea. Ah, quando si dice che 'la mamma ha sempre ragione'! Ma com'è riuscita la star di Sweeney Todd a superare le proprie riserve?

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Helena Bonham Carter: come ha ottenuto il ruolo in Fight Club

Marla Singer era un personaggio così diverso da quelli che Helena Bonham Carter aveva interpretato sino a quel momento. Era stata, tra le altre, Ofelia nell'Amleto di Franco Zeffirelli (1990), Elizabeth Beaufort in Frankenstein di Mary Shelley (1994) di Kenneth Branagh e una moglie stakanovista e fedifraga nello spassoso La dea dell'amore di Woody Allen (1995). La protagonista del romanzo di Palahniuk - problematica, disillusa e in lotta con se stessa - rappresentava un cambiamento radicale.

Brad Pitt, al contrario, non ha mai avuto alcuna incertezza: era sicuro che Helena fosse la miglior scelta possibile per il personaggio e fece il possibile per convincerla. Era il 1998 e la diva era per la prima volta candidata al Premio Oscar per il suo ruolo in Le ali dell'amore. La statuetta andò a Helen Hunt per Qualcosa è cambiato, ma la londinese ha ammesso che quella nomination ha giocato un ruolo fondamentale nella scelta d'interpretare Marla Singer.

Nelle sei settimane in cui sei in lizza per un Oscar, c'è una piccola finestra in cui ti viene offerto di tutto. La settima settimana, quella in cui non l'hai vinto, sei fot*uto. Scordatelo. Quindi devi decidere. Mi sono state offerte così tante belle parti, e ho scelto Fight Club.

Una combinazione di circostanze, dunque, ha portato infine Helena Bonham Carter ad accettare il ruolo che l'ha consacrata ad icona di Hollywood e che le ha aperto le porte di tante altre incredibili opportunità. Il sodalizio con Tim Burton, certo, ma anche con Tom Hooper. Per il regista britannico, la star ha interpretato il ruolo della regina consorte ne Il Discorso del Re, che le ha regalato la seconda nomination all'Oscar, e Madame Thénardier in Les Misérables.