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BIOGRAFIA DI DAVID FINCHER
David Andrew Leo Fincher nasce a Denver, il 28 agosto del 1962, e dimostra fin da giovanissimo un forte interesse per il cinema, girando alla tenera età di 8 anni alcuni filmini in 8mm dopo essere stato folgorato dalla visione di
Butch Cassidy and the Sundance Kid. E, forse, dall'essere stato vicino di casa di
George Lucas quando la famiglia si trasferì in California. Dopo un nuovo trasloco, David frequenta il liceo in Oregon, collaborando tecnicamente ad alcuni allestimenti scolastici, e al termine della scuola, appena 18enne, inizia a lavorare come assistente di produzione alla
Korty Film, società specializzata in animazione, facendosi notare per le sue abilità e riuscendo nel
1983 a farsi assumere alla
Industrial Light and Magic, dove collaborò alla produzione de
Il ritorno dello Jedi e di
Indiana Jones e il tempio maledetto.
Fincher lascia però la società di Lucas già nel
1984 per cominciare la sua attività di regista di spot pubblicitari e video musicali poi, arrivando tre anni dopo a fondare una delle case di produzione più influenti del settore, la
Propaganda Films.
Il successo dei suoi spot e i video realizzati per artisti come
Rolling Stones, Aerosmith, Madonna e i Nine Inch Nails di Trent Reznor (che anni dopo diverrà il suo compositore di riferimento) gli spalancano le porte di Hollywood: il suo esordio arriva nel 1992 è il terzo capitolo di un'amatissima saga di fantascienza,
Alien³, ingiustamente sottovalutato, poco ben accolto e ricordato con amarezza dallo stesso regista, che lamenta l'ingenuità con cui dialogava con lo Studio.
A
Fincher però non serve molto per rimettersi in carreggiata e, dimostrando di saper ben scegliere i copioni, sbanca i botteghini e conquista la critica nel
1995 grazie al cupo neo-noir
Seven.
Due anni dopo è la volta di un altro film molto sottovalutato,
The Game, che ai tempi non conquista il pubblico come avvenuto con il film precedente, mentre nel
1999 la stella di
Fincher esplode grazie a
Fight Club, adattamento dell'omonimo romanzo di
Chuck Palahniuk interpretato dallo stesso
Brad Pitt di Seven e da
Edward Norton.
Amato e odiato come
Fight Club, ma meno iconico per la carriera del regista, è anche il successivo
Panic Room, del
2002, dopo il quale
David Fincher si prende cinque anni di pausa per tornare alla grandissima, e con uno stile rinnovato eppure coerente con il passato, con il thriller
Zodiac, ispirato alla vera storia del
Killer dello Zodiaco e interpretato da
Mark Ruffalo, Jake Gyllenhaal e Robert Downey Jr..
Il film viene presentato in concorso a
Cannes e ottiene numerose nomination di prestigio, come anche il successivo
Il curioso caso di Benjamin Button, una fantastica storia d'amore intrepretata da
Brad Pitt e Cate Blanchett tratta dall'omonimo racconto di
Francis Scott Fitzgerald, grazie al quale
Fincher è
candidato al Golden Globe e all'Oscar e vince il premio di miglior regista del
London Film Critics Circle e della
National Board of Review.
Nel
2010 con
The Social Network, il regista porta al cinema il copione di
Aaron Sorkin che racconta la storia del fondatore di
Facebook, Mark Zuckerberg, collaborando per la prima volta con
Trent Reznor e Atticus Ross per la colonna sonora: il film è un grande successo, che vince
4 Golden Globe (tra i quali quelli di miglior film drammatico e miglior regia) e ottiene
tre Oscar ( miglior sceneggiatura non originale, miglior colonna sonora e miglior montaggio) su otto nomination complessive, compresa quella di miglior film e miglior regia.
L'anno successivo è la volta di
Millennium - Uomini che odiano le donne, adattamento del primo romanzo della trilogia dello svedese
Stieg Larsson candidato a cinque premi Oscar. Protagonisti sono
Daniel Craig e una bravissima
Rooney Mara, ma nel film c'è anche
Robin Wright, che
Fincher vorrà come protagonista femminile, al fianco di
Kevin Spacey, per la sua prima serie televisiva, la popolare
House of Cards, per la quale è produttore esecutivo nonché regista dei primi due episodi.
Arriviamo così al
2014 de
L'amore bugiardo - Gone Girl, adattamento dell'omonimo romanzo di
Gillian Flynn che ottiene un grande successo sia di pubblico che di critica, e della messa in cantiere del progetto
Utopia, versione statunitense di una serie tv britannica che verrà prodotta dalla stessa
HBO di
House of Cards e che
Fincher, noto per il suo perfezionismo scriverà e dirigerà integralmente.