Black Panther: Wakanda Forever, la costumista Ruth E. Carter racconta come ha realizzato alcuni dei costumi del film
Per il secondo capitolo del franchising Marvel Black Panther: Wakanda Forever, la costumista Ruth E. Carter ha condiviso quali sono i suoi outfit preferiti e come li ha realizzati. Vediamoli insieme.

- Le ispirazioni di Ruth E. Carter per i costumi di Black Panther: Wakanda Forever
- Black Panther: il passaggio di testimone da T'Challa a Shuri
- Il costume di Angela Bassett: mostrare la forza di una regina
- Introdurre la cultura di Talokan
Con il suo lavoro in Black Panther e in Black Panther: Wakanda Forever, Ruth E. Carter ha dato vita alle mirabili creazioni che possiamo ammirare nei film targati Marvel, arrivando a vincere il Premio Oscar nel 2019 per i migliori costumi. E in questo è stata una pioniera, se consideriamo che nessun costumista afro-discendente l'aveva mai vinto prima.
Le ispirazioni di Ruth E. Carter per i costumi di Black Panther: Wakanda Forever
Mescolando insieme la spettacolarità dei costumi tipici dei superhero movies con gli abiti tradizionali africani, Ruth E. Carter ha realizzato una serie di costumi dalle vibes afrofuturistiche, come sono stati definiti, a cui ha aggiunto, nel secondo capitolo quelli realizzati per la popolazione dei Talokanil e del loro leader, Namor (Tenoch Huerta), ispirati, invece, alla cultura delle popolazioni del Centro America di epoca pre-colombiana. Per realizzare tutto questo si è avvalsa dell'aiuto di diversi collaboratori, inclusi esperti in oceanografia, per portare sullo schermo ogni singolo outfit. A Entertainment Weekly la costumista ha dichiarato:
"Si è trattato di un lavoro fatto con molto amore, ci sono stati centinaia di artisti che hanno messo mano a questi costumi. Il lavoro di squadra ha reso il lavoro un sogno e non potrebbe essere più vero che in questa circostanza."
L'immenso lavoro di cui parla ha portato alla realizzazione di oltre 2000 costumi solo nel secondo capitolo dedicato al personaggio di Black Panther. Nell'intervista a EW, Carter ha rivelato anche a quali di questi outfit sente di essere più legata e come li ha disegnati.
Black Panther: il passaggio di testimone da T'Challa a Shuri
Il primo di cui vi parleremo non poteva non essere la nuova Black Panther suite, il costume caratteristico della pantera nera, la protettrice del Wakanda, indossato prima da T'Challa (il compianto Chadwick Boseman) e poi passato in eredità a sua sorella Shuri (Letitia Wright). Come nel caso del costume per T'Challa, anche questo è completamente nero, ma la costumista desiderava che avesse un tocco personale, che simboleggiasse il passaggio di Shuri da scienziata a guerriera e che mostrasse il suo percorso all'interno della storia.
Perciò, ha rivelato, sull'elmo della Pantera ha aggiunto una serie di punti d'orati, che richiamano quelli dipinti sul viso di Shuri nella battaglia con Killmonger (Michael B. Jordan) nel primo film. Inoltre, il nuovo costume di Black Panther doveva adattarsi alla fisicità più sottile e agile della principessa del Wakanda, ma mostrarne al tempo stesso la potenza e la regalità. Inizialmente, il costume avrebbe dovuto prevedere anche una sorta di collo in pelliccia, ma all'ultimo è stato eliminato, per privilegiare uno stile più sinuoso e semplice. Anche il regista Ryan Coogler ha contribuito alla scelta del design finale della Black Panther suite, facendo inserire dei dettagli in vibranio di colore oro e argento. Essendo, appunto, adattato alla fisicità dell'attrice, l'aspetto generale è quello di grande sinuosità e leggerezza, più simile a quello di un gatto. Ma, poiché - come anche l'intero film - Carter desiderava onorare la memoria di T'Challa, al costume di Shuri è stato aggiunto l'Okavango, un motivo triangolare, già usato per il costume di Chadwick Boseman.
Il costume di Angela Bassett: mostrare la forza di una regina
Anche per sottolineare la bellezza regale di Ramonda (Angela Bassett), con cui Carte ha già lavorato in Malcolm X, la costumista ha realizzato una serie di meravigliosi outfit, ma il suo preferito è quello che la regina del Wakanda indossa all'inizio del film, durante il colloquio con i rappresentanti delle Nazioni Unite. Un meraviglioso costume color porpora, senza maniche, con una collana d'orata, completo di un copricapo tradizionale della cultura Zulu, indossato dalle donne in Sud Africa e chiamato isicholo. Anche nel suo caso, i costumi sottolineano il profondo cambiamento a cui è andata incontro Ramonda: se nel primo Black Panther era una regina, certo, ma aveva entrambi i figli e T'Challa era asceso al trono, in questo secondo capitolo, la sua famiglia è stata distrutta dalla morte e lei da sola porta il peso di tutta la nazione. I costumi, con questi colori così forti, le linee dritte e dure vogliono sottolineare che Ramonda è una donna in grado di governare e detenere il potere, anche la scelta di tenere nude le braccia ha lo scopo di mostrare la sua bellezza, la sua regalità e forza.
Introdurre la cultura di Talokan
Come vi abbiamo accennato, in Black Panther: Wakanda Forever viene introdotta la popolazione sottomarina dei Talokanil: guidati da Kukulkan/Namor, sono un popolo che vive nelle profondità del mare, discendente dalle popolazioni indigene cacciate dai coloni bianchi quando arrivano nel Centro America. In maniera intelligente e originale, Ryan Coogler ha così legato a doppio filo la storia di Atlantide/Talokan con quella delle popolazioni mesoamericane. Nel mostrare la cultura di Talokan, Carter si è ispirata alla cultura dei Maya, ma - data la natura del popolo con il mare - ha chiesto aiuto e consiglio a biologi marini ed esperti di oceonografia:
"Erano entusiasti e non vedevano l'ora di dirci tutto quello che volevamo sapere. Ti aiuta a capire che stai procedendo nella direzione giusta"
Così, la costumista ha elaborato copricapi ispirati alla forma dei pescecane, come nel caso di Attuma, guerriero fedele a Namor e interpretato da Alex Livinalli, oppure ha dato vita a un copricapo che ricordasse il pesce cobra, per Namora, cugina di Namor e che ha il volto di (Mabel Cadena). Insomma, Carter ha cercato di mostrare la profonda connessione di questo popolo con le creature del mare e che usano ossa e lische di pesci cercando di onorare queste creature. Inoltre, le loro armi contengono parti in vibranio, a cui hanno accesso da giacimenti marini e hanno creato dei tessuti in fibre sintetiche. E, poiché la maggior parte del tempo è trascorso sott'acqua, questo popolo doveva indossare abiti che fossero funzionali alle immersioni per molto tempo, che non scolorissero a contatto con l'acqua salata. Un'autentica sfida che, a giudicare da ciò che abbiamo visto sullo schermo, Ruth E. Carter ha vinto, senza alcun dubbio.