Armando Trovajoli. Una leggenda in musica: a 10 anni dalla sua scomparsa Roma celebra il compositore con una mostra
È stata presentata oggi a Roma, alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri, la mostra Armando Trovajoli. Una leggenda in musica, che rende omaggio al genio di un grande compositore, pianista e direttore d’orchestra che ci ha lasciato 10 anni fa.
Dall'11 marzo al 14 maggio, Roma celebra il talento di Armando Trovajoli a 10 anni dalla sua scomparsa. Lo fa con una mostra intitolata Armando Trovajoli. Una leggenda in musica, per cui ha scelto una location che rappresenta la storia della città eterna e la sua anima popolare: il Museo di Roma in Trastevere. L'esposizione racconta l'itinerario di una vita e di una carriera a dir poco eccezionali, attraverso una magnifica collezione di fotografie, video, spartiti, documenti, locandine di film e oggetti personali, in primis i suoi iconici occhiali. La mostra, fortemente voluta da Mariapaola Trovajoli (moglie dell'artista), si divide in 9 sezioni: Gli inizi, Il Jazz, Il Pianoforte, La Radio, Il Cinema, Le Commedie musicali, La Televisione, Le Passioni, Il Maestro e Roma. Fra i memorabilia ci sono anche il copione e la partitura a cui Trovajoli stava lavorando nei suoi ultimi giorni: quello di una versione teatrale del film Tosca, diretto da Luigi Magni nel 1973 e interpretato da Vittorio Gassman, Monica Vitti, Gigi Proietti e Aldo Fabrizi.
Armando Trovajoli. Una leggenda in musica permette inoltre di vedere tutti i premi vinti da Trovajoli, dai David di Donatello ai Nastri D’Argento, ed è molto ricca nella parte dedicata al cinema. Non a caso, il musicista ha composto oltre 300 colonne sonore, collaborando con grandi registi come Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Ettore Scola, Luigi Magni, Dino Risi, Alberto Lattuada. Imperdibili, poi sono i disegni inedoti di Ettore Scola.
La conferenza stampa al Campidoglio con il Sindaco
Armando Trovajoli. Una leggenda in musica è stata presentata questa mattina nella sala Laudato sì del Campidoglio alla presenza del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dell'Assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor, del curatore e organizzatore della mostra Alessandro Nicosia, della Direttrice della Divisione Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina Ilaria Miarelli Mariani, della Curatrice della Mostra Mariapaola Trovajoli e di Valerio Mastandrea, che con Trovajoli ha lavorato per il musical teatrale Rugantino.
Elegante e sorridente, Roberto Gualtieri ha preso per primo la parola dicendo: "Era doveroso fare questa mostra, che celebra uno dei più grandi musicisti contemporanei che Roma abbia mai avuto. È una mostra gioiosa almeno quanto lo erano Armando Trovajoli e le sue musiche, e sarà il punto di partenza per una politica culturale a tutto tondo in grado di valorizzare componenti importanti di una città che deve tornare ad essere un vibrante centro non solo di conservazione del suo patrimonio inestimabile, ma anche di cultura contemporanea".
Mariapaola Trovaioli, ancora molto bella, sedeva accanto a Valerio Mastrandrea e sembrava molto emozionata, quasi intimidita. Quando è stato il suo turno di commentare la mostra, si è fatta coraggio e, avvicinandosi il microfono, ha detto: "Sono sempre stata due passi indietro rispetto a mio marito. Vorrei che questo patrimonio che ho dentro casa venisse conservato, e mi auguro che ciò avvenga. Non è stato facile per me portare fuori dal suo studio una serie di oggetti o partiture musicali. Mio marito era molto riservato e aveva anche molto pudore della sua musica e delle sue cose, non so se sarebbe stato contento di una mostra interamente dedicata a lui. Ho portato cose che all’inizio non avevo intenzione di far vedere a nessuno. Volevo ringraziare Valerio che era molto amato da mio marito che lo considerava uno dei pochi attori riescono ad essere umani".
Valerio Mastandrea parla dell'amico e maestro Armando Trovajoli
Facendo appello alla sua sensazionale autoironia, Valerio Mastandrea ha parlato del suo rapporto con Armando Trovajoli. Lo ha fatto raccontando un paio di aneddoti molto divertenti su Rugantino, in cui divideva il palcoscenico con Sabrina Ferilli: "Il nostro rapporto andava al di là del lato professionale. Cito sempre Sabrina Ferilli, che, nella sua delicatezza, è sempre riuscita a dare dei giudizi straordinari sugli attori. A me disse: 'Nella foresta ti hanno preso, nella foresta ritornerai', che non era esattamente un buon auspicio per la mia carriera che stava cominciando allora. Il maestro, proprio perché venivo dalla foresta, quando mi fece l'audizione disse a Pietro Garinei, dandomi le spalle: 'Pie', secondo me lo po' fa', c'ha er culo secco'. La prima cosa che aveva notato in me non era quindi il talento ma il culo secco. Sempre per farvi capire quanto ci ho messo a far breccia nel suo cuore, anche se in realtà credo che mi abbia voluto molto bene da subito, vi racconto un altro aneddoto su Rugantino. Incidemmo il CD prima dello spettacolo, quindi andammo in uno studio di incisione dove cantavano i vari cori, c'erano alcuni solisti e c'era l'orchestra. Andai lì due o tre giorni prima dello spettacolo non per prepararmi ma perché avevo paura. Lui mi salutava sempre con gentilezza finché, il giorno prima del mio debutto, alla fine di una straordinaria esibizione corale, mi guardò e mi disse: 'E mo’ so cazzi tua".
Poi Valerio Mastandrea è diventato più tenero e più nostalgico e ha confessato: "Mi manca tanto, mi sarebbe piaciuto vedere Armando confrontarsi con le piattaforme streaming, con le serie tv. Mi piace pensare a lui che si mette seduto e fa delle call in cui gli chiedono cose che non capisce, perché lui appartiene a una stagione ancora umana del nostro mestiere. Il mondo è cambiato tanto da quando abbiamo fatto Rugantino, e il fatto di sapere che lui non avrà la possibilità di misurarsi con questa trasformazione mi rattrista. Ho nostalgia di ciò che non è accaduto, però, quando prima il Sindaco e l'Assessore parlavano di quanto cinema abbia fatto Armando, penso a questa città e mi convinco sempre più che dobbiamo riaprire tanti cinema, e lo dico da cittadino e non da attore. Ce ne stanno tante di sale da riaprire, perché quando Armando faceva il cinema, e lo faceva con Ettore Scola e con Gigi Magni, c'era una sala in ogni quartiere. Io sono certo che la gente tornerà al cinema, se riuscirà a trovare le sale".
Trovajoli, che ha avuto l'onore di suonare insieme ai più grandi maestri jazz, in primis Miles Davis, ha inventato un nuovo metodo musicale, trattando il materiale sonoro con semplicità e autenticità. Quasi tutti, parlando oggi di lui alla stampa, hanno citato l'indimenticabile "Roma nun fa’ la stupida stasera", una canzone che non morirà mai. Sarebbe bello se la sua eredità arrivasse anche ai ragazzi, magari a quegli skaters che si esercitano sotto il Ponte della Musica, che è intitolato proprio ad Armando Trovajoli. Proprio la mostra Armando Trovajoli. Una leggenda in musica potrebbe produrre questo piccolo miracolo, stimolando nei giovani anche l'interesse per una città di cui si ha sempre meno rispetto e che negli anni '60, come dice Nanni Moretti in Caro diario, era bellissima.