Vermiglio verso l'Oscar, la regista Maura Delpero: "Accolgo la notizia con serenità, ho avuto un percorso in salita"
Abbiamo partecipato a un incontro con Maura Delpero, la regista di Vermiglio, Leone d'Argento a Venezia e ora rappresentante dell'Italia per la selezione dei prossimi Oscar. "Non mi interessa tanto chi batto per arrivarci, mi interessa che il mio film vada agli Oscar, sono contenta che il film parli al pubblico".

Per la regista Maura Delpero non è tanto importante che il suo Vermiglio abbia scavalcato Parthenope di Paolo Sorrentino come rappresentante dell'Italia alla selezione degli Academy Awards. Conta che il suo lungo percorso professionale, per arrivare al secondo grande traguardo del film, dopo il Leone d'Argento a Venezia, venga coronato dall'attenzione per il suo lavoro. Un'attenzione che auspicabilmente le permetterà di continuare a fare ciò che le piace. A partire dal prossimo weekend si aggiungeranno 100 copie a quelle già in circolazione di Vermiglio, storia di tre sorelle tra Trentino e Sicilia, a cavallo della II Guerra Mondiale.
Vermiglio, Maura Delpero: "Accolgo la notizia con una bella serenità"
Non si fa fatica a credere alla regista Maura Delpero, quando assicura che affronterà i prossimi impegnativi mesi per il suo Vermiglio "mantenendo il baricentro con cui ho vissuto finora, faccio come gli scalatori: mi concento sul chiodo che ho davanti, quello attuale è la shortlist dei 15, poi vediamo eventualmente per la cinquina. [...] Mi ha fatto piacere il sostegno di chi mi è stato vicino e di chi mi segue dai primissimi lavori. Non dipendo molto dai giudizi esterni, so che puoi passare dalle stelle alle stalle e viceversa. Conta per me continuare a fare quello che mi piace."
Sinceramente imbarazzata dalla necessità di un'autopromozione, rivendica le qualità che hanno portato il film dov'è e dove si spera andrà: "Spero che il film sia apprezzato per un linguaggio suo identitario, organico col contenuto. Non l'ho costruito con volontà nostalgica, volevo solo riflettere: guardare appena indietro nel tempo, per guardare avanti. Cercavo un film che desse una diacronicità, che non si concentrasse solo sulla contemporaneità".
Sorrentino ha già sportivamente fatto pervenire un endorsement per Vermiglio, apprezzandolo, ma Delpero cerca di evitare l'elemento gossip: "Non è il mio lavoro parlare del lavoro dei colleghi. Al massimo ne parlo davanti a un bicchiere di vino con gli amici. [...] Poi in queste situazioni un lavoro che è frutto di collaborazione diventa un regista contro regista: a me interessa che il mio film vada agli Oscar, non tanto chi batto per arrivarci." Su tutto, conta la reazione emotiva del pubblico, da lei apprezzatissima: "Mi hanno detto che è un film che purifica lo sguardo, sono contenta che arrivi come io volevo arrivasse." Al secondo film di fiction in una carriera cominciata in realtà una ventina d'anni fa tra corti e documentari, è comunque fiera che i sacrifici abbiano pagato: "Ho avuto la sensazione di scegliere un lavoro maschile. Fino a poco tempo fa la cinematografia era tendenzialmente tutta bianca, etero, benestante, la diversificazione sta arrivando ora. Per me, da provinciale donna, è stato in salita, forse me la godo di più. E le limitazioni sono utili fino a un certo punto."
Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, coglie l'occasione per sottolineare cosa significhi quest'attenzione internazionale a un film d'autore come Vermiglio: si è parlato molto negli ultimi tempi di "ridimensionare" la quantità di film prodotti, evitando opere più "difficili" che non possano avere "senso" (commerciale). "Film come questo hanno senso, questo film sarà visto in tutto il mondo".