Richard Dreyfuss contro le regole di inclusività per gli Oscar: "Mi fanno vomitare"
Richard Dreyfuss, interprete di film storici come American Graffiti, Lo squalo e Incontri ravvicinati, in un'intervista si è scagliato contro le regole di inclusività di Hollywood, concentrandosi sull'idea di arte.
Oscar per Goodbye amore mio!, indimenticabile interprete di American Graffiti, Lo squalo e Incontri ravvicinati del terzo tipo, durante un'intervista incentrata sul suo attivismo per reintegrare l'educazione civica nelle scuole americane, l'attore Richard Dreyfuss si è scagliato contro le nuove regole ufficiali d'inclusività dell'Academy, a partire dagli Oscar 2024. A precisa domanda dell'intervistatrice Margareth Hoover, ha prima sintetizzato il suo giudizio con "Mi fanno vomitare", poi ha approfondito la motivazione della sua reazione così drastica.
Richard Dreyfuss sulle regole d'inclusività a Hollywood e agli Oscar
Classe 1947, attore premio Oscar, ultimamente attivista e anche autore di saggi sull'educazione civica, Richard Dreyfuss si è trovato al centro di una shitstorm dopo che, in un'intervista nel programma Firing Line, ha sparato a zero contro le nuove regole d'inclusività dell'Academy. Il discorso naturalmente va oltre i film selezionabili per gli Oscar, date le regole finora non scritte ma seguitissime nella costruzione politicamente corretta di molte produzioni americane contemporanee, con quote per minoranze "sottorappresentate". Dreyfuss non è andato per il sottile, ecco cosa ha detto:
Mi fanno vomitare. [...] Parliamo di una forma d'arte. Certo è anche una questione commerciale, deve fare soldi, ma è una forma d'arte. Nessuno dovrebbe dire a me come artista di cedere all'ultima più aggiornata versione di quello che si considera la moralità. [...] Quale sarebbe il rischio? Rischiamo di ferire i sentimenti delle persone? Non si può fare una legge su una cosa del genere. Devi lasciare che la vita prenda il suo corso. [...] Non credo ci sia nel paese una minoranza o una maggioranza che debba essere soddisfatta così. [...] È paternalistico. Perché ci dice che siamo così fragili che i nostri sentimenti non possono essere feriti. Dobbiamo agire prima che feriscano i nostri sentimenti, o quelli dei nostri bambini. Non sappiamo come alzare la testa e dare un cazzotto in faccia al bullo. [...]
Nell'intervista Dreyfuss prosegue portando a esempio Laurence Olivier che vestì i panni di Othello nel 1965, con la faccia dipinta di nero: perché ora dovrebbe essere proibito farlo, a maggior ragione se l'interpretò benissimo? Proseguendo su questa china, si chiede, vieteranno a un non-ebreo di interpretare il Mercante di Venezia?